Lavoro, istruzione e welfare nella comunità filippina in Italia (2022)

Foto di Francesco Bovolin da Pixabay

La caratterizzazione della migrazione filippina nel nostro Paese è resa particolarmente evidente da un’analisi dei dati sul mercato del lavoro, che evidenziano il marcato inserimento della comunità nei Servizi pubblici, sociali e alle persone (62,8%) e nei Trasporti e altri servizi alle imprese (11,5%). Anche il settore ricettivo è rilevante, occupando il 9,5% dei lavoratori della comunità.

Un’analisi dei principali indicatori sul mercato del lavoro rivela performance occupazionali migliori di quelle registrate sul complesso della popolazione non comunitaria, legate evidentemente alla specializzazione settoriale: il tasso di occupazione è pari al 74,6% (a fronte del 58,4% registrato per il complesso degli extra UE), il tasso di inattività è del 18,8% (per il complesso della popolazione non comunitaria l’indicatore è pari al 33% circa), mentre il tasso di disoccupazione si attesta sul 7,8%, contro il 13% relativo alla popolazione non comunitaria nel complesso. A un’analisi di genere emerge il forte protagonismo della componente femminile della comunità: nel caso della comunità filippina, infatti, lo scarto tra i livelli occupazionali maschili e femminili è piuttosto contenuto, con tassi superiori alla media non comunitaria tanto per gli uomini che per le donne. Il tasso di occupazione è pari al 73% circa per gli uomini (impercettibilmente inferiore a quello registrato per gli uomini non comunitari, 73,5%), mentre per le donne è del 76,2% (43% per le donne non comunitarie) e i tassi
di inattività e disoccupazione sono decisamente meno elevati rispetto alle rispettive medie.

La comunità si contraddistingue per un buon livello di istruzione tra gli occupati: la quota di laureati è del 9,4% circa (contro il 10,5%), mentre i diplomati sono il 41% (32,8% l’incidenza rilevata per il complesso dei cittadini extra UE), mentre quasi la metà degli occupati filippini ha al massimo la licenza media. Relativamente alle tipologie professionali, è il lavoro manuale non qualificato la tipologia prevalente per la comunità, coinvolgendo poco meno del 65% degli occupati filippini mentre il lavoro manuale specializzato riguarda solo l’8,4% dei lavoratori della comunità. Il 23,4% degli occupati della comunità è invece Impiegato, addetto alle vendite e servizi personali, mentre è pari al 3,4% l’incidenza di Dirigenti e professionisti nel campo intellettuale e tecnico.

Poco rilevante il protagonismo della comunità in ambito imprenditoriale, dove risulta ultima – tra quelle non comunitarie – per numero di titolari di imprese individuali: sono infatti 1.1083 i titolari di imprese individuali di origine filippina al 31 dicembre 2021, ovvero lo 0,3% degli imprenditori non comunitari in Italia, un numero leggermente in calo rispetto al 2020 (-0,6%). Il principale settore di investimento per le imprese filippine è quello del Commercio e Trasporti nel quale opera oltre un quarto delle imprese individuali filippine. L’elevata quota di persone occupate nella comunità filippina si riflette anche sui livelli di fruizione di alcune misure di welfare seppur condizionati dal forte coinvolgimento nel settore del lavoro domestico e nel settore dei Servizi, che non sono interessati dalla CIGO. L’incidenza della comunità risulta complessivamente poco elevata tra i fruitori di integrazioni salariali, il 4% dei percettori extra UE di queste misure è filippino ma la percentuale sale al 7% per Assegno ordinario dei Fondi di Solidarietà. Quest’ultimo strumento è difatti la forma di sostegno al reddito rivolto alla sospensione o cessazione dell’attività lavorativa nelle aziende appartenenti a settori non coperti dall’applicazione della cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria. Più alta invece l’incidenza della comunità tra i percettori di pensioni IVS per la sua anzianità migratoria e anagrafica, tanto che il 10,4% del totale beneficiari extra UE di Pensioni di Vecchiaia è cittadino filippino; importante anche la quota di percettori di misure assistenziali a carattere familiare (congedo parentale, assegni al nucleo familiare, ecc.): da segnalare le 1.174 donne percettrici di maternità filippine che rappresentano il 5% circa del totale delle percettrici non comunitarie di questa misura. Per quanto riguarda il Reddito e la Pensione di cittadinanza, sono 6.980 i nuclei familiari afferenti alla collettività filippina che ne beneficiano (il 3% circa dei percettori non UE). Il numero di nuclei familiari filippini percettori di RdC o PdC registra un aumento rispetto al 2020 (circa 2mila in più), da leggere probabilmente con il peggioramento delle condizioni economiche e lavorative della comunità. Le Filippine rappresentano il terzo paese di destinazione delle rimesse dall’Italia, con quasi l’8% dei flussi complessivi in uscita dal nostro Paese verso il resto del mondo. Il volume di rimesse che dall’Italia si dirige verso le Filippine ha superato, nel 2022, i 600 milioni di euro, con una crescita costante e significativa negli ultimi 6 anni, indice di una capacità e volontà di sostegno del Paese di origine ancora molto diffuse nella comunità, complici le politiche e le strategie del governo e degli intermediari finanziari filippini nell’attrarre le rimesse.

Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,

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