Maestà, il P. Giovanni di Villa de Conde, che ritorna in patria, Vi dirà la pura verità e Vi descriverà e porrà sotto occhio al vivo lo stato delle cose… la crudeltà e le angherie inflitte ai poveri neofiti ancora teneri nella fede dall’ingordigia dei comandanti delle fortezze e dai Procuratori del fisco, mentre dovrebbero piuttosto proteggerli e cattivarseli con beneficenze. Ve l’assicuro, Maestà, simile dolore supera in intensità tutte le pene del corpo, ed è un martirio crudele doversi rassegnare a vedere annientato in un istante, per colpa altrui, il frutto quasi maturo di lunghe e penose fatiche… Correva voce tra noi che il re del Ceylon avrebbe ricambiato con preziosi doni i benefici che sempre riceve da Vostra Maestà: ora tutti sanno che codesto re è un barbaro e spietato nemico di Cristo e, cosa pressoché incredibile, si vale dei vostri favori e della vostra protezione per ostacolare la Religione cristiana: è questa una amara verità e mi dispiace lo scriverla, tanto più che io temo sia gettata al vento. E se l’esperienza del passato è maestra dell’avvenire, tutto fa temere che la vostra protezione reale verrà a favorire quell’atroce ed aperto nemico del nome cristiano più ancora dei missionari del Ceylon. A quelli che sanno le cose, l’evidenza dei fatti strappa talora di bocca qualche frase un po’ aspra che io, con buona pace di Vostra Maestà, riferisco: “Il Governo del Re delle Indie – essi dicono – non si cura certo di dilatare la fede di Cristo, ma piuttosto di mungere il paese per arricchire se stesso e i suoi amici”.
V.M. mi perdoni se dico schiettamente le cose come sono: è l’amore sincero che vi porto e il desiderio della Vostra eterna salvezza. Già mi pare di sentire il sommo Giudice pronunciare su di Voi la sua sentenza nell’ora della morte, sentenza inappellabile, dalla quale non Vi può salvare astuzia o potenza alcuna…
…Momento terribile che Vi sta presso di più di quanto credete: perciò Vi conviene prepararVi per tempo. I regni e gli imperi passano; succedono altri uomini ed altre cose, che Voi non avreste mai immaginato o sospettato. Ed a Voi, frattanto, spogliato del regno e cacciato da tutti i Vostri domini, quali terribili e tenebrosi regni Vi toccheranno in sorte? Quale doloroso e pauroso mutamento, se, Dio non voglia, ogni speranza di paradiso fosse perduta! Di V.M. inutile suddito
San Francesco Saverio – Cocin, gennaio 1549