Il profilo prevalente – benché non esclusivo – tra gli occupati ucraini è quello di lavoratrici impiegate nei servizi di cura alla persona.
La comunità ucraina in Italia fa rilevare performance occupazionali migliori rispetto alla popolazione non comunitaria nel complesso: il tasso di occupazione nel 2022 era pari al 64% circa (a fronte del 59,2%), il tasso di disoccupazione si attesta sul 10,6% (per il totale dei non comunitari è del 12%), mentre la quota di inattivi di età compresa tra i 15 e i 64 anni è del 28%, contro il 32,7%. A differenza del complesso della popolazione non comunitaria, la comunità in esame fa rilevare una leggera diminuzione dell’occupazione (-0,4%, contro +2,7% per i non comunitari) e un aumento dell’inattività (+1,3%, -0,9% per gli extra UE in generale), mentre la disoccupazione è calata per entrambi i gruppi (-1,5% e -2,7%). All’interno della comunità si riscontra un divario tra il tasso di occupazione maschile (70,4%) e quello femminile (61,5%) piuttosto contenuto.
Per quanto riguarda la distribuzione degli occupati di origine ucraina tra i settori di attività economica, spicca la nota concentrazione in Altri servizi pubblici, sociali e alle persone: come emerge ormai da molti anni, la comunità ucraina – soprattutto la sua componente femminile – è molto coinvolta nei mestieri di cura alla persona, con il 54,7% degli occupati ucraini totali impiegato nel settore, una percentuale che raggiunge quasi il 70% per le donne. I servizi alla persona sono il settore prevalente anche per gli occupati non comunitari complessivamente considerati, ma con un’incidenza del 23,3%. Secondo settore è l’Industria in senso stretto con un’incidenza dell’11,4% (20% per i non comunitari), subito seguita da Trasporti e servizi alle imprese con il 9%, a fronte del 13,8% per il complesso degli occupati extra UE; è impiegato in ristoranti o strutture ricettive il 7% della forza lavoro ucraina, il 6,4% nel Commercio, il 5,5% in edilizia e il 5,5% in PA, istruzione e sanità.
Infine, l’1,7% degli occupati ucraina lavora nel settore Primario. Rispetto al 2021, da sottolineare il calo del 3,4% di occupati nei servizi alla persona, e l’aumento del 3,3% registrato nel settore industriale.
La comunità ucraina si colloca in dodicesima posizione per numero di titolari di imprese individuali , seguendo la comunità indiana e prima di quella srilankese. Al 31 dicembre 2022 i titolari di imprese individuali nati in Ucraina risultano 6.038, ovvero l’1,5% degli imprenditori non comunitari in Italia. Rispetto all’anno precedente il numero di imprenditori ucraini ha fatto rilevare una crescita del +5,4%, a fronte di un lieve calo registrato per il complesso dei non comunitari. Gli imprenditori individuali appartenenti alla comunità ucraina sono donne nella maggioranza dei casi (il 51,8% del totale), mentre gli uomini, 1.328, rappresentano poco più del 48%. In ambito imprenditoriale emerge la canalizzazione della comunità verso l’edilizia, settore nel quale opera quasi un terzo delle imprese individuali ucraine, che rappresentano il 2% circa dei titolari di imprese individuali non comunitari del settore.
I dati relativi alla fruizione di alcune misure assistenziali, ed in particolare alle integrazioni salariali, evidenziano una discreta integrazione nel tessuto socio-lavorativo italiano della comunità ucraina: nonostante, infatti, solo il 3% circa dei percettori di integrazioni salariali non comunitari sia ucraino, il numero di percettori di Naspi di nazionalità ucraina è di tutto rilievo (43.868, poco meno dell’11% del totale). In linea con la composizione anagrafica della comunità, risulta piuttosto alta anche l’incidenza di ucraini tra i beneficiari non comunitari di pensioni di vecchiaia (il 22,5%); al contrario, la comunità non risulta particolarmente rappresentata tra i fruitori di pensioni di invalidità, con il 6% dei beneficiari extra UE di cittadinanza ucraina. La percentuale sale al 13,3% nel caso delle pensioni superstiti, a sottolineare un discreto peso della comunità sul complesso dei percettori non comunitari di questa misura. Leggermente inferiore al peso demografico della collettività sulla popolazione extra UE complessiva anche l’incidenza di fruitori ucraini di pensioni assistenziali (8% circa): nello specifico, per le Pensioni di invalidità civile l’incidenza della comunità sul totale è del 7,2%, dato che nel caso
di Pensioni e assegni sociali sale all’11,7%. Per quanto riguarda la fruizione delle misure di assistenza alla famiglia, il 5% dei fruitori di indennità per maternità non comunitari è di cittadinanza ucraina, un’incidenza piuttosto bassa considerato il peso demografico della comunità. Ancora più bassa la quota di beneficiari di congedo parentale (3,2%) e di Assegni al nucleo familiare (2,6%). Per quanto riguarda la collettività ucraina, sono 14.570 i nuclei che beneficiano del RdC o della PdC, ovvero l’8,2% dei percettori non UE.
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,