L’analisi dei dati sull’occupazione mostra invece un profilo prevalente fortemente caratterizzato – benché non esclusivo – tra i lavoratori srilankesi: soggetti maschi, impiegati in lavori manuali non qualificati nel settore dei Servizi pubblici, sociali e alle persone.
La popolazione srilankese in Italia risulta ben inserita nel mercato del lavoro, facendo registrare performance occupazionali migliori del complesso della popolazione proveniente da Paesi Terzi: Nel 2022, il tasso di occupazione era del 66,8% (rispetto al 59,2% del complesso dei non comunitari), il tasso di disoccupazione si attestava al 15,1% (rispetto al 12% per l’intero contingente degli extra UE), mentre la percentuale di inattivi tra i 15 e i 64 anni era del 21,3%, in contrasto con il 32,7%.
Come per l’intera popolazione non comunitaria, anche la comunità asiatica ha registrato un incremento
dell’occupazione, a fronte di una contrazione del tasso di inattività e di disoccupazione. Rispetto al 2021, il tasso di occupazione ha registrato un aumento del 2,8%, l’inattività è diminuita del 2,9%, mentre la quota di persone in cerca di occupazione è diminuita dello 0,3%. Sebbene permangano significative disparità di genere all’interno della comunità (il tasso di occupazione maschile è superiore a quello femminile di oltre 30 punti percentuali), gli indicatori relativi alla componente femminile della comunità sono migliori di quelli rilevati sul complesso delle donne extra UE (con un tasso di occupazione del 49% a fronte del complessivo 43,6%).
La distribuzione degli occupati di origine srilankese tra i settori di attività economica risulta concentrata negli Altri servizi pubblici, sociali e alle persone: oltre la metà (55,6%) degli occupati della comunità lavora in tale ambito, a fronte del 23,3% dei non comunitari complessivamente considerati; si tratta del 9,4% degli occupati non comunitari nel settore. Segue il settore ricettivo che raggiunge un’incidenza superiore a quella registrata per il complesso dei non comunitari (14,2% a fronte dell’11,4%), e l’Industria in senso stretto, con un’incidenza pari al 13,4%.
I titolari di imprese individuali nati in Sri Lanka al 31 dicembre 2022 risultano 3.996, ovvero l’1% degli imprenditori non comunitari in Italia. Rispetto all’anno precedente il numero di imprenditori srilankesi ha fatto rilevare un aumento del 4,8%, a fronte di un calo registrato per il complesso dei non comunitari (-0,8%). Tra gli imprenditori individuali della comunità si rileva una netta maggioranza della componente maschile (72% del totale). Si rileva inoltre una forte specializzazione settoriale delle imprese a guida srilankese: più di un terzo (35,6%) opera, infatti, nel Commercio e trasporti.
L’elevata quota di persone della comunità srilankese occupate nei Servizi si riflette anche sui livelli di fruizione di alcune misure di welfare. La comunità è infatti scarsamente interessata (0,3%) dalle misure di integrazione salariali – come la cassa integrazione ordinaria e straordinaria. La presenza di cittadini srilankesi è maggiore tra i percettori di Naspi, con un’incidenza del 2,6%.
L’incidenza si riduce per le varie forme di pensione: i percettori srilankesi delle Pensioni IVS rappresentano l’1,9% del totale dei percettori extra UE, con un’incidenza che sale al 2,1% nei casi di pensione di vecchiaia e invalidità. Dati poco consistenti si rilevano anche nell’ambito delle misure di assistenza alle famiglie.
L’incidenza di fruitrici srilankesi di indennità per maternità6 è pari all’1,5% (389 donne), una percentuale esigua se si pensa che la comunità rappresenta il 2,7% delle presenze non comunitarie e che la componente femminile fa rilevare un maggior inserimento nel mondo del lavoro rispetto ad altre nazionalità (e dunque la quota di donne che ha diritto a tale misura dovrebbe essere maggiore). All’interno della comunità, infine, si contano poco meno di 6mila beneficiari di assegni al nucleo familiare nel corso del 2022, con un’incidenza sul complesso dei non comunitari pari al 2,5%.
A sottolineare la precarietà economica dei cittadini srilankesi, oltre 10mila sono i beneficiari di Pensione e Reddito di cittadinanza appartenenti alla comunità, con un’incidenza sul totale dei non UE prossima al 5,9%.
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,