Nel corso del 2022 hanno fatto ingresso in Italia 20.094 cittadini pakistani, un numero superiore a quello rilevato l’anno precedente del 36,1%.
Motivazione nettamente prevalente di ingresso risulta la richiesta asilo o la detenzione di una forma di protezione (il 42% circa degli ingressi di pakistani), in aumento del 38,4% rispetto all’anno precedente. La comunità pakistana risulta seconda, tra le principali non comunitarie, per incidenza di tale motivazione tra gli ingressi. Secondo motivo di ingresso per i cittadini appartenenti alla comunità è il lavoro (il 27,2%, in grande aumento rispetto all’anno precedente: +111,6%).
L’analisi della tipologia dei permessi di soggiorno detenuti dai pakistani presenti evidenzia uno scarso livello di stabilizzazione: la quota di lungosoggiornanti all’interno della comunità al 1° gennaio 2023 è, infatti, pari al 47,5%, una percentuale inferiore a quella rilevata sul complesso dei non comunitari di oltre 12 punti percentuali.
Per quanto riguarda i permessi a scadenza, i motivi familiari rappresentano la principale motivazione di soggiorno in Italia per la comunità (33,3%), ma a breve distanza, come seconda motivazione di soggiorno, con un’incidenza quasi identica, si trova Asilo, richiesta asilo e motivi umanitari (33,1% per la comunità, a fronte di 23,6% per la popolazione extra UE). Rispetto all’anno precedente i titoli soggetti a rinnovo della comunità aumentano complessivamente dell’8,8%, incremento trasversale a tutte le motivazioni. Emerge perciò, per la comunità, uno scarso livello di stabilizzazione, con la maggioranza dei cittadini pakistani che detiene permessi di soggiorno a scadenza e una forte incidenza di titolari o richiedenti protezione, al netto però della presenza di nuclei familiari molto numerosi.
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,