Nel corso del 2022 hanno fatto ingresso in Italia 8.633 cittadini tunisini, un numero superiore a quello rilevato l’anno precedente del 28,3%.
Motivazione nettamente prevalente di ingresso risulta il ricongiungimento familiare (il 47,5% degli ingressi di tunisini), in crescita del 7,2% rispetto all’anno precedente. Secondo motivo di ingresso per i cittadini appartenenti alla comunità è il lavoro (il 21% circa, in aumento rispetto all’anno precedente: +64,4%).
L’analisi della tipologia dei permessi di soggiorno detenuti dai cittadini tunisini evidenzia un elevato livello di stabilizzazione: la quota di lungosoggiornanti all’interno della comunità al 1° gennaio 2023 è, infatti, pari al 69,7%, una percentuale superiore a quella rilevata sul complesso dei non comunitari di quasi 10 punti percentuali.
Per quanto riguarda i permessi a scadenza, i motivi familiari rappresentano anche la principale motivazione di soggiorno in Italia per la comunità (55,5%), a ulteriore conferma della stabilizzazione della presenza tunisina sul territorio, con un’incidenza superiore di oltre 17 punti percentuali rispetto a quella registrata sul complesso dei cittadini non comunitari (per i quali sono comunque la motivazione prevalente).
Seconda motivazione di soggiorno è il lavoro, con un’incidenza praticamente equivalente a quella rilevata sulla popolazione extra UE nel complesso (30,1% per la comunità, a fronte di 30%). Rispetto all’anno precedente i titoli soggetti a rinnovo della comunità sono aumentati complessivamente del 13,8%, incremento trasversale a tutte le motivazioni. Per la comunità emerge quindi sia un buon livello di stabilizzazione, con la maggioranza dei cittadini tunisini che detiene permessi di soggiorno di lungo periodo, sia per la presenza di numerosi nuclei familiari.
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,