Lavoro, istruzione e welfare nella comunità marocchina in Italia (2024)

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Image by Pete Linforth from Pixabay

Il profilo occupazionale prevalente – benché non esclusivo – tra i lavoratori marocchini è quello di uomini impiegati principalmente nell’industria, in trasporti e servizi alle imprese e nel commercio, soprattutto in lavori manuali specializzati.

La comunità marocchina in Italia fa rilevare performance occupazionali peggiori rispetto alla popolazione non comunitaria nel complesso: il tasso di occupazione nel 2022 era pari al 48% circa (a fronte del 59,2%), il tasso di disoccupazione si attesta sul 14,3% (per il totale dei non comunitari è del 12%), mentre la quota di inattivi di età compresa tra i 15 e i 64 anni è del 44,1%, contro il 32,7%. In linea con il complesso della popolazione non comunitaria anche la comunità in esame fa rilevare un aumento dell’occupazione e un calo della disoccupazione e dell’inattività: rispetto al 2021 il tasso di occupazione registra +4,8% (per i cittadini di Paesi Terzi nel complesso l’incremento è stato pari a +2,7%), l’inattività è in aumento dello 0,9% (in maniera identica a quanto rilevato sul complesso dei cittadini di Paesi Terzi), mentre la quota di persone in cerca di occupazione si riduce del 7,1%, a fronte del complessivo -2,7%. A determinare le peggiori condizioni occupazionali della comunità concorre il ridotto inserimento della componente femminile nel mercato del lavoro. All’interno della comunità persiste infatti un forte divario tra il tasso di occupazione maschile (68,8%) e quello femminile (23,5%). Rilevante anche il divario di genere per inattività e disoccupazione: quest’ultima, per le donne marocchine, si attesta sul 25% circa, mentre per gli uomini al 10,6%; per quanto riguarda l’inattività la differenza si fa maggiore, con il 68,7% registrato per le donne e il 23% per gli uomini.

Per quanto riguarda la distribuzione degli occupati di origine marocchina tra i settori di attività economica, spicca la citata concentrazione nel settore industriale in senso stretto: oltre un quarto (26,1%) degli occupati della comunità lavora in tale ambito, a fronte del 20% circa dei non comunitari complessivamente considerati.
Secondo settore è Trasporti e altri servizi alle imprese, con un’incidenza del 15,5% (13,8% per gli extra UE complessivamente considerati), subito seguito dal Commercio, che raggiunge un’incidenza superiore a quella registrata per il complesso dei non comunitari (15,2% a fronte di 11,2%). Rilevante anche la quota di occupati marocchini in edilizia (12,3%) e nei Servizi (12% circa).

In riferimento al lavoro dipendente emerge un forte peso della comunità marocchina tra i dipendenti agricoli: il 15,4% dei braccianti non comunitari è infatti di nazionalità marocchina. L’incidenza scende al 10,8% tra i dipendenti di aziende per toccare il minimo (5,8%) nel lavoro domestico. Decisamente rilevante la presenza marocchina nel lavoro autonomo: gli oltre 13.450 artigiani appartenenti alla comunità rappresentano il 9,5% degli artigiani non comunitari nel nostro Paese. In ambito commerciale la quota di lavoratori autonomi marocchini sul totale è ancora maggiore (il 18% dei commercianti extra UE), con un’incidenza maschile dell’83,7%.

La comunità marocchina si colloca in prima posizione per numero di titolari di imprese individuali: al 31 dicembre 2022 i titolari di imprese individuali nati in Marocco risultano 59.734, ovvero il 15,3% degli imprenditori non comunitari in Italia. Rispetto all’anno precedente il numero di imprenditori marocchini ha fatto rilevare un calo decisamente più rilevante di quello relativo al complesso dei titolari extra UE (-4,9%, a fronte di -0,8%). Gli imprenditori individuali appartenenti alla comunità marocchina sono uomini nella nettissima maggioranza dei casi (l’86,4% del totale). In ambito imprenditoriale emerge la canalizzazione della comunità verso Commercio e Trasporti, settore nel quale opera il 67% circa delle imprese individuali marocchine, che rappresentano quasi il 37% dei titolari di imprese individuali non comunitari del settore.

Risulta piuttosto ridotta la percentuale di marocchini tra i beneficiari non comunitari di pensioni di vecchiaia (6,7%). Al contrario, la comunità risulta particolarmente rappresentata tra i fruitori di pensioni di invalidità (il 15,6% dei beneficiari extra UE è infatti di cittadinanza marocchina) e tra i fruitori extra UE di pensioni assistenziali, con il 17% circa dei percettori appartenenti alla comunità, dato che sale al 18% nel caso di Indennità di accompagnamento e simili. Sono inoltre 34.623 i nuclei beneficiari del RdC o della PdC, ovvero quasi un nucleo non comunitario su cinque (il 19,5%). La grande incidenza della comunità in questo ambito è da collegare, con ogni probabilità, anche all’elevata presenta di nuclei familiari numerosi.

Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,


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