Nel corso del 2022 hanno fatto ingresso in Italia 10.503 cittadini cinesi, un numero superiore a quello rilevato l’anno precedente del 20,9%. Il motivo prevalente di ingresso per i cittadini cinesi è lo studio, quasi il 39% del totale relativo alla comunità: i permessi rilasciati per questa motivazione a cittadini cinesi rappresentano il 16,2% del complesso dei permessi per studio. D’altronde – anche in ragione del rilevante ruolo svolto dagli studenti cinesi in ambito accademico – la comunità risulta prima per numero di ingressi legati a tale motivazione. Seguono, per incidenza, il lavoro (32% circa) e i motivi familiari, poco più di un quarto del totale di nuovi permessi (26,5%).
L’analisi della tipologia dei permessi di soggiorno evidenzia un elevato livello di stabilizzazione: la quota di lungosoggiornanti all’interno della comunità al 1° gennaio 2023 è, infatti, pari al 65,2%, una percentuale superiore a quella rilevata sul complesso dei non comunitari di circa 5 punti percentuali.
Tra i titoli soggetti a rinnovo si rileva una lieve prevalenza dei motivi di lavoro, con un’incidenza pari al 59,8% a fronte del 30% rilevato sul complesso della popolazione extra UE. Seguono i motivi familiari con un’incidenza del 28,5%, inferiore di quasi 10 punti rispetto a quella registrata sul complesso dei cittadini non comunitari (per i quali sono la motivazione prevalente). L’analisi dei dati
demografici e dei titoli di soggiorno mette in luce una configurazione specifica della migrazione cinese in Italia.
Emerge sia un buon livello di stabilizzazione, con la maggioranza dei cittadini cinesi che detengono permessi di soggiorno di lungo periodo, che la presenza di nuclei familiari spesso numerosi, a ulteriore conferma di una presenza ormai molto radicata nel nostro Paese.
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,