L’indagine sui migranti clandestini cinesi

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Image by chupanhsam from Pixabay

Farò un esempio di una attività, ormai nella fase finale, che ci può aiutare a delineare quelle che sono le nostre difficoltà di intervento e le accresciute capacità organizzative delle organizzazioni criminali nel cercare di rendere impercettibile la presenza delle ragazze che si prostituiscono all’interno delle case.

Di recente abbiamo concluso un’indagine su alcune case di prostituzione cinesi.
Da tenere presente che Milano è il più importante nodo italiano per quanto riguarda lo smistamento dei clandestini di etnia cinese. Quello della clandestinità è un discorso fondamentale nei traffici di persone: significa poter “arruolare” migranti da destinare allo sfruttamento, non solo nella prostituzione, ma anche nel lavoro nero. Uno sfruttamento che si traduce in profitto economico per le organizzazioni, che quindi hanno il massimo interesse a sistemare “la loro merce” nel modo migliore.

All’interno della clandestinità cinese è possibile operare una distinzione di genere, una sorta di divisione tra maschi e femmine. Gli uomini sono adibiti al lavoro nero; le donne, se graziose e giovani, sono inserite nel mondo della prostituzione. Se più avanti con l’età e non belle, invece, vengono messe davanti ad una macchina da cucire a confezionare scarpe ed abiti. Come Squadra Mobile riteniamo che l’organizzazione criminale cinese abbia diverse ramificazioni che scelgono la destinazione dei suoi immigrati clandestini. All’interno di questo contesto c’è anche la prostituzione che non ha, come abbiamo potuto verificare, una organizzazione piramidale.

Come Squadra Mobile eravamo abituati alle organizzazioni criminali dell’Est Europa, dove i capi restavano all’interno del loro Paese d’origine e utilizzavano mediatori ed aiutanti che venivano responsabilizzati e che rivestivano incarichi ben precisi. Tali organizzazioni si sviluppavano in forma piramidale e in tal modo, arresto dopo arresto, si riusciva ad arrivare a colui che aveva il controllo della prostituzione. Questo, per quanto riguarda i cinesi, se non avvenga.

In questa indagine siamo riusciti a mettere la mani su documentazione attestante “un giro” di prostituzione e di alloggi. Abbiamo individuato circa 25 appartamenti, il cui filo conduttore non erano tanto le ragazze che ci lavoravano o le persone che lo gestivano, quanto la logistica.
Per logistica intendiamo le persone incaricate di trovare l’alloggio, di affittarlo, quindi le persone che hanno l’incarico di ricevere all’interno dell’alloggio le ragazze che verranno destinate alla prostituzione, di mettere in giro le apparecchiature idonee allo sfruttamento: telefoni cellulari, annunci su carta e su web, servizi fotografici che ritraggono le ragazze e che le espongono come merce sui siti Internet.

a cura di Antonino Runci, Sostituto Commissario della Squadra Mobile della Questura di Torino.

ps: se venite in contatto con una vittima che ha bisogno di aiuto non esitate a contattare il 112 o le forze di polizia
ps2: se vuoi sostenere la lotta allo sfruttamento puoi fare una donazione agli Amici di Lazzaro QUI

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