Va garantita la liberta’ del medico di decidere come vivere la propria professione specie su temi complessi come sono quelli che riguardano la vita e la morte. Il riferimento immediato va agli obiettori di coscienza in campo medico, ossia quei ginecologi e infermieri che si rifiutano di praticare le interruzioni di gravidanza previste dalla legge 194 del 1978; ma oggi, alla luce della legge 219/17 e della sentenza della Corte Costituzionale, include tutti coloro che scelgono di studiare medicina e di essere medici per mettersi al servizio della vita e non certamente per accelerarne la fine, ricorrendo a pratiche di tipo decisamente eutanasico. Alla liberta’ del paziente di scegliere, deve necessariamente corrispondere la liberta’ del medico di decidere come vivere la propria professione, mettendo sempre in primo piano la propria coscienza e la propria competenza. In questi giorni e’ stata sollevata una strana questione: chi e’ contro l’aborto non deve fare il ginecologo. Come se tutta la competenza del ginecologo si risolvesse nel fare aborti, laddove invece l’ambito delle sue competenze e’ ben piu’ vasto e include la capacita’ di far nascere bambini sani, come accade generalmente, ma anche assistere a parti in cui la vita della madre e del bambino potrebbero essere a rischio. Al ginecologo compete tutta la conoscenza della fisiopatologia della riproduzione per facilitare la soluzione di problemi che rendono difficile ad una donna diventare madre. Per non parlare dell’enorme lavoro che fanno i ginecologi oncologi davanti al trattamento dei tumori femminili, per salvaguardare non solo la vita della donna, ma anche le sue potenzialita’ riproduttive.
La pretesa di condizionare la professionalita’ del ginecologo limitandola alla capacita’ di procurare aborti e’ talmente miope, da non meritare neppure di essere presa in considerazione. Analogamente a quanti vorrebbero ridurre la valutazione di una scuola di specializzazione in ostetricia e chirurgia misurandola sulla base degli aborti fatti. Chi desidera imparare a praticare aborti puo’ sempre farlo frequentando corsi su misura. Ma essere un buon ginecologo e’ tutt’altra cosa. L’aborto non e’ un diritto, ma una possibilita’ prevista dalla legge 194; come il suicidio assistito e’ una possibilita’ recentemente introdotta dalla interpretazione che della legge 219 ha dato la Corte costituzionale, che comunque non ha mai parlato di diritto del paziente o di dovere del medico. In un SSN l’obiettivo prioritario deve essere quello di avere medici competenti e capaci di svolgere la loro funzione in scienza e coscienza e obiettivo strategico di ogni Facolta’ di Medicina, di ogni scuola di specializzazione, deve essere quello di avere professionisti capaci di agire in scienza e coscienza, senza intromissioni ideologiche, nel pieno rispetto dei valori di ognuno a livello personale ed istituzionale. Stara’ poi al singolo soggetto scegliere dove andare per cercare e trovare cio’ che piu’ e meglio corrisponde alle sue esigenze…”
Paola Binetti