4. Ci si puo’ ancora amare a novant’anni ?

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Marcello : Abbiamo 89 e 90 anni e ci siamo sposati nel 1925. E continuiamo ad amarci! Com’e’ possibile? Vi diro’, la cosa e’ piu’ semplice di quanto si crede: tutto dipende dalla nostra concezione dell’amore. Amore e’ essere felici di rendere felice l’altro.
E’una sorta di egoismo! In questo modo i nostri desideri, che potrebbero opporsi alla felicita’ dell’altro, non sembrano più prioritari. Se si punta tutto sulla felicità dell’altro, non c’è motivo perchè il sentimento non debba durare.

Giorgia : Certo, questo richiede anche una certa dimenticanza di sé, che non è sempre facile. Alcuni problemi possono anche essere fonte di gravi conflitti. Per quanto ci riguarda, Noi sapevamo, sposandoci, che eravamo d’accordo sull’essenziale: la fede, la concezione della famiglia, l’educazione dei figli, gli amici Partendo da questa base, abbiamo automaticamente evitato un gran numero di discussioni. Sono rimaste le piccole difficoltà della vita quotidiana, ma quelle possono sempre essere superate quando lo si desidera veramente.

In questo campo la franchezza è essenziale: è indispensabile potersi dire tutto, condividere tutto senza attendere, per farlo, che ci sia qualcosa che non va, con il desiderio di trovare insieme una verità che soddisferà entrambi. Il silenzio non è mai una soluzione.

Marcello : Ma – chiederete voi – è possibile nel concreto rendere felice l’altro? Anche questo in fondo è semplice. Bisogna aver cura delle piccole cose. Trovare tutte le occasioni per manifestare la propria attenzione all’altro. E rispettarlo profondamente, perchè la gentilezza è una regola fondamentale. Se poi vi aggiungete una buona dose di humour, la ricetta risulta infallibile! Anche noi, come tutti, abbiamo avuto le nostre prove. Non all’interno della nostra coppia, ma negli avvenimenti stessi della vita: una prima separazione per motivi professionali – durante la quale ci siamo scritti ogni giorno – un problema di salute che ha tenuto immobile a letto mia moglie per quattro mesi dopo la nascita della nostra terza bambina, La guerra che ci ha divisi per due volte consecutive – e in quella circostanza non c’era nessuna possibilità di scriverci al di là di due misere cartoline postali al mese – il fallimento della mia azienda
Ma nel nostro caso le prove non hanno minacciato la nostra unità. Al contrario, l’anno resa ancora più salda.

Giorgia : Per noi, una delle fonti maggiori di unità sono i figli. E ora, i nipoti e i pronipoti. Nutriamo infatti nei loro confronti lo stesso affetto e la medesima preoccupazione.

Marcello : in 67 anni, il nostro amore si è sicuramente trasformato. Quello che proviamo adesso l’uno per l’altro è diverso dal tuffo al cuore del nostro incontro o dell’amore appassionato dei primi tempi del matrimonio. Ma questo non vuol dire che il sentimento sia diminuito. Al contrario, direi che si è arricchito. giorno dopo giorno, di tutto quello che abbiamo vissuto, di tutti i ricordi comuni e della conoscenza molto profonda che abbiamo l’uno per l’altro.

Giorgia : Eravamo fatti l’uno per l’altro? Non so se questa espressione è proprio giusta. Credo piuttosto che ci siamo plasmati a vicenda. Nel senso che siamo cambiati insieme, l’uno per mezzo dell’altro. Abbiamo la grande grazia di essere ancora in vita tutti e due e di non avere grandi acciacchi. Io non vedo più molto bene, mio marito ha difficoltà nell’udito ma, come ci diceva di recente un’amica: «Voi due siete cosi legati che non vi occorrono più di due occhi e due orecchie!»

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