Per i cristiani è sempre valido il comando evangelico pronunciato da Gesù stesso: ” Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ” (Matteo 28,19).
Tale invito ha da sempre spinto i battezzati, laici e consacrati, alla missione.
Missione che consiste nell’annuncio del Vangelo con opere di carità, con la testimonianza nel quotidiano, ma anche con le parole, ovvero catechesi e annuncio esplicito del Vangelo. Il tutto poi fondato sulla preghiera.
Ovviamente l’annuncio del Vangelo non comporta mai il forzare la fede e la coscienza delle persone, che rimangono libere di aderire o meno alla Buona Notizia.
L’annuncio è una semina fatta con parole, opere o nel silenzio con la preghiera ma è solo Dio che fa questo dono. Nel mondo globalizzato, qualsiasi sia l’opinione che si ha sulla gestione dei flussi migratori, è indubbio che la presenza e arrivo di milioni di persone da altre nazioni e culture equivalga a un nuovo campo di missione.
L’immigrazione è terra di missione, tanto quanto lo sono le terre non cristiane in Asia o Africa o scristianizzate del mondo occidentale.
Si tratta di persone che lasciano il proprio paese per motivi economici o per poter trovare libertà, una parte fugge anche da guerre. Tutti cercano una vita migliore e non sempre la trovano con l’emigrazione e qualunque sia la cultura, religione, lingua di origine, spostandosi si aprono al nuovo.
Tra loro vi sono anche cristiani di diverse confessioni cristiane che immersi nella nostra società benestante rischiano di perdere la fede.
Noi cristiani seguendo l’invito di Gesù e imitando l’esempio di apostoli, santi, martiri e semplici catechisti e annunciatori del Vangelo, dobbiamo e possiamo dare loro accoglienza, amore e offrire qualcosa di persino piu’ prezioso del benessere che è la fede in Gesù, vero uomo e vero Dio, morto e risorto per noi.
Sono tante le sfide e le occasioni di annuncio e bisogna dire con onesta’ che noi cattolici non siamo ancora così attivi in questa missione verso i migranti.
Dovremmo avere il desiderio di San Giovanni Bosco, di Padre Pio, di San Francesco Saverio, di San Francesco d’Assisi, di salvare anime, di portare cuori a Dio, di condividere la speranza cristiana a tutti i popoli.
Oggi possiamo farlo senza spostarci, senza prendere un treno, un aereo, una nave.
Chi annuncia il Vangelo nella comunità cinese? Chi annuncia il Vangelo ai bengalesi e cingalesi sfruttati nel vendere fiori e nei negozietti alimentari?
Chi annuncia il Vangelo ai migranti di lingua araba?
Chi annuncia il Vangelo ai nigeriani abbandonati sulle nostre strade?
Chi annuncia il Vangelo ai pakistani, iraniani, libanesi studenti in Italia?
Chi annuncia il Vangelo ai tanti sudamericani che hanno perso la fede e soffrono la lontananza da casa?
Ci sarebbero migliaia di altri esempi…
E’ la missione e servono missionari.
C’è tanto lavoro e mancano operai nella vigna del Signore.
Se vuoi aiutarci e creare un gruppo missionario nella tua città, scrivici.
Partiamo con la preghiera e la formazione alla missione.
Paolo Botti