«Ho pensato diverse volte di uccidermi. Ero solo una bambina, ma avrei preferito togliermi la vita piuttosto che sposare un uomo che aveva il doppio della mia eta’». (testimonianza di T. M. in Inghilterra, famiglia di origini yemenite)
Assurdo il caso della ragazzina che era arrivata dalla Serbia quando aveva solo 12 anni e costretta a stare con il futuro marito con cui aveva avuto anche dei rapporti sessuali. A soli 13 anni, poco dopo essere arrivata nel nostro Paese, la giovane era rimasta anche incinta.
I servizi sociali la presero in carico e marito e famiglia condannati
Come Shahnaz Begum, uccisa a sassate in provincia di Modena dal marito per aver difeso la figlia che si opponeva a un matrimonio imposto.
Anna (nome di fantasia), segregata dal padre in una cantina a Bologna; celebre la frase del genitore: «Da qui uscirai o pakistana o morta».
Oppure F. a soli dodici anni, i genitori l’avevano promessa sposa a un cugino più grande: ma lei non voleva. Una sposa bambina. Nel 2019 era stata portata da Bergamo in Bangladesh, il suo paese d’origine, per farle incontrare il cugino, poco più che ventenne.
Grazie alla segnalazione di insegnanti e compagni di classe si è salvata.
Si è letto anche di Adila che bevve dell’acido muriatico per opporsi al matrimonio combinato con un connazionale.
Il cucchiaino all’aeroporto per salvarsi
Nel Regno Unito, dove il fenomeno dei matrimoni forzati è attentamente monitorato, le organizzazioni non governative svolgono un ruolo cruciale nel proteggere le future spose bambine. Una delle tattiche consigliate a queste giovani vittime è particolarmente astuta: nascondere un cucchiaino metallico nelle mutande. Quando attraversano i controlli dell’aeroporto, il metal detector suonerà a causa del cucchiaino. Non trovando nulla nelle tasche della minore, il personale di sicurezza sarà costretto a perquisirla in un’area sicura. Qui, lontana dalla minaccia dei genitori, la ragazza potrà finalmente parlare del suo terrore di essere costretta a sposarsi con uno sconosciuto. Questo stratagemma offre loro un prezioso momento di sicurezza in cui possono rivelare la loro situazione e cercare aiuto.
