La famiglia di Tolkien nei suoi racconti

«Mi sono innamorato di tua madre a 18 anni. Profondamente, come si è dimostrato. Pur essendo un codardo fisicamente, in due stagioni, da timido coniglio disprezzato passai a vestire i colori della squadra della scuola. L’amore mi fece fare questo tipo di cose».  J.R.R.Tolkien e sua moglie Edith Brath in occasione del 55° anniversario di matrimonio nel 1971.

In quell’occasione lesse alla famiglia il suo racconto Beren e Lúthien iniziato proprio 55 anni prima.
I due protagonisti sarebbero antenati di Aragorn e Arwen del Signore degli Anelli.

Tolkien, fu orfano di padre all’età di 4 anni e di madre a 12 crebbe con un precettore, si innamorò di Edith quando aveva 18 anni, ma gli fu vietato di vederla fino a quando non avesse compiuto 21 anni. Dopo tre anni di separazione dolorosa, il giorno del suo ventunesimo compleanno scrisse di nuovo a Edith e l’8 gennaio 1913 andò da lei e si fidanzarono, informando la sua famiglia incredula. Si sposarono nel 1916 e ebbero quattro figli. Durante la guerra, mentre Tolkien combatteva al fronte, nacque il loro primo figlio. Tolkien inventò storie per i suoi figli, che alla fine avrebbero conquistato il mondo. Leggeva loro le pagine del suo libro “Lo Hobbit” ogni sera. L’amore familiare alimentò la creatività di Tolkien, un amore epico che si rifletteva negli hobbit con cui si identificava. Nel racconto di Lúthien e Beren, Tolkien sintetizzò il segreto di questo amore. Beren, un mortale, si innamora dell’elfa Lúthien e compie un’impresa impossibile per ottenerla in sposa. Nonostante le ferite riportate, Lúthien lo riporta in vita dagli inferi e rinuncia alla sua immortalità elfica per sposarlo. I due si trasferiscono in una regione chiamata Terra dei morti che vivono di nuovo: i Rinati. Questo rappresenta lo spazio in cui l’amore fa morire l’ego e offre continue rinascite, dove il tempo diventa un’opportunità.

Alcune frasi dal racconto:

 «Distoglie dalle donne così come sono veramente, compagne nelle sfide della vita e non stelle-guida; fa dimenticare i loro desideri, bisogni, fragilità; inculca l’illusione dell’amore vero come esaltazione permanente, che non contempla il passare degli anni, i figli che arrivano, la vita di tutti i giorni».

 «Ti propongo di amare i Sacramenti. Vi troverai avventura, gloria, fedeltà e la strada per tutto il tuo amore sulla terra», la Terra dei Rinati. 

Pastori di un popolo nuovo (Giovanni Paolo II)

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