In Italia, in maniera rilevante sin dalla fine degli anni ’60, la collettività tunisina è tra le prime a essersi stabilita in maniera stanziale nella nostra penisola, forte di una vicinanza geografica e di millenari rapporti tra le due sponde del Mediterraneo.
La regione maggiormente interessata dalla prima emigrazione tunisina verso l’Italia fu la Sicilia: a partire dal 1968, la zona del trapanese, e in particolare Mazzara del Vallo, diventa l’epicentro di questo esodo di lavoratori tunisini, provenienti principalmente dalle zone costiere del Paese africano (Chebba, Mahdia e Sfax) e attratti dalle prospettive lavorative del mercato del lavoro italiano.
All’epoca, la mancanza di un sistema di visti semplificò la migrazione dei cittadini tunisini, attratti soprattutto dalla crescente domanda di manodopera straniera nel settore agro-ittico, tuttora settore economico di impiego principale per la comunità.
A questa prima ondata ne seguono altre tra gli anni ’80 e gli anni ’90, quando la crisi petrolifera colpì la Tunisia e iniziarono a vedersi i primi provvedimenti per limitare l’immigrazione in Europa, ma anche le prime normative per regolarizzare la posizione dei migranti e favorire il ricongiungimento familiare (es. Legge Martelli).
A partire dal 2000 si assiste a un’altra fase della migrazione tunisina verso l’Italia, che porta la comunità a raddoppiarsi, passando dalle 50.000 alle oltre 120.000 unità nel 2013: a questa impennata contribuisce soprattutto la stipula di vari accordi bilaterali tra Italia e Tunisia, firmati con il doppio obiettivo di limitare l’immigrazione irregolare e promuovere quella regolare.
I tunisini regolarmente soggiornanti in Italia sono 100.113 al 1° gennaio 2022, una presenza che colloca la comunità in tredicesima posizione per numerosità tra le principali di cittadinanza non UE. Forti di una crescita del 6,2% rispetto all’annualità precedente, i cittadini tunisini rappresentano il 2,8% dei non comunitari in Italia.
In riferimento alla composizione per fasce di età, la popolazione tunisina in Italia si caratterizza per una prevalenza di giovani: oltre il 37,8% della comunità ha meno di 30 anni (in linea con il 37,3% rilevato sul complesso dei non comunitari).
Elevata e superiore alla media dei non comunitari è la presenza di minori, che costituiscono la classe di età prevalente nella comunità, rappresentando il 26,5% rispetto al 21% circa della popolazione non comunitaria nel suo complesso. La comunità risulta essere la terza tra le principali non comunitarie per la quota di minori.
In tema di minori, un elemento particolarmente distintivo della comunità in esame è la presenza di minori non accompagnati, con una crescita del fenomeno del +15,4% rispetto all’anno precedente. Al 31 dicembre 2022, la Tunisia è la terza nazione di provenienza dei minori stranieri non accompagnati in Italia, con 1.800 minori. I minori non accompagnati tunisini rappresentano il 9% del totale.
Per quanto riguarda le specifiche dei minori non accompagnati tunisini, la stragrande maggioranza (98,7%) è composta da maschi, principalmente ragazzi prossimi alla maggiore età (il 59% dei minori non accompagnati tunisini ha 17 anni).
Inferiore rispetto al complesso dei non comunitari la quota di over 60: 7,3% contro il 10,2%. La collettività ha di conseguenza un’età media piuttosto bassa (34 anni) ed è caratterizzata da un disequilibrio di genere abbastanza marcato (le donne rappresentano il 39% circa della comunità). Riguardo la distribuzione geografica della comunità, il 56,4% dei cittadini tunisini in Italia si trova nel Nord del Paese, in particolare in Emilia-Romagna, prima regione per presenze tunisine, che ne accoglie quasi il 21%, contro l’11,3% dei non comunitari complessivamente considerati e in Lombardia (terza regione di insediamento per la comunità) con il 18,4% delle presenze tunisine complessive.
Benchè risieda nel Centro Italia solo il 17,2% della comunità, spicca il dato del Lazio, che accoglie il 6,7% dei cittadini tunisini regolarmente soggiornanti. In virtù soprattutto di una sovrarappresentazione della comunità in Sicilia, è superiore alla media la quota di cittadini tunisini presenti nel Mezzogiorno: oltre un tunisino regolarmente soggiornante in Italia su quattro vive nel Meridione, contro il 14,6% dei cittadini non comunitari complessivamente considerati.
Caratterizza infatti la comunità una concentrazione nella regione siciliana che, con una quota pari al 18,9%, risulta seconda per presenze tunisine, (per il complesso della popolazione extra UE la quota scende al 3,1%).
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,