I cittadini albanesi rappresentano da anni una delle principali comunità straniere del nostro Paese e la loro presenza è tra le più consolidate. La comunità albanese ha infatti una lunga tradizione di migrazione verso l’Italia, che affonda le proprie radici anche nelle numerose comunità arbëreshë, che a partire dal XV secolo si stabilirono nell’Italia meridionale e insulare e che tuttora, con circa 100mila presenze, rappresentano una delle minoranze linguistiche del Paese.
Il maggiore impulso alla migrazione albanese verso l’Italia si ebbe nei primi anni ’90 con la caduta del regime di Enver Hoxha; il 2021 ha segnato il trentennale dello sbarco nel porto di Bari della nave Vlora, con circa 20mila persone in fuga dall’Albania, evento che contribuì alla presa di coscienza del fatto che l’Italia era divenuta meta di immigrazione e non più solo Paese di emigrazione. A quella prima ondata migratoria ne seguirono altre nel corso degli anni Novanta. Nel 1997, a seguito della grave crisi economica attraversata dal Paese, molti albanesi giunsero alla ricerca di nuove opportunità e in seguito, con l’esplosione del conflitto nel Kosovo nel 1999, circa 100.000 albanesi furono spinti a lasciare il Paese di origine, chiedendo asilo politico come cittadini kosovari.
Proprio il susseguirsi di questi flussi migratori ha portato la comunità ad essere la seconda di cittadinanza non comunitaria più numerosa nel nostro Paese. La comunità albanese conta 396.918 regolarmente soggiornanti in Italia al 1° gennaio 2022 (l’11% circa della popolazione extra UE in Italia). Rispetto all’anno precedente si registra un incremento del 4,1% (le complessive presenze di non comunitari sono aumentate del 5,6%).
Tre quinti dei cittadini albanesi in Italia si trovano nel Nord del Paese, in particolare in Lombardia (prima regione per presenze albanesi), che accoglie poco più di un quinto dei cittadini albanesi, e in Emilia-Romagna (terza regione per numero di cittadini albanesi) dove si trova il 13,2% della comunità. A caratterizzare la popolazione albanese in Italia è la forte concentrazione nella regione Toscana, seconda per numero di presenze, dove ha ricevuto o rinnovato il permesso di soggiorno il 14% della comunità. Benché sia insediato nel Mezzogiorno solo il 13% circa della comunità, è decisamente degna di rilievo la presenza in Puglia, che accoglie il 5% dei cittadini albanesi del Paese. Un dato da collegare con ogni probabilità al periodo di picco dei flussi migratori della comunità verso il nostro Paese, quando i porti pugliesi rappresentarono i primi punti di approdo.
La comunità è perfettamente bilanciata sotto il profilo del genere (le donne rappresentano il 49,3% e gli uomini il restante 50,7%) e si caratterizza per una forte concentrazione nella fascia di età giovanile: il 41,4% ha meno di 30 anni (a fronte del 37,3% rilevato sul complesso dei non comunitari), tanto da risultare mediamente più giovane della complessiva popolazione proveniente da Paesi Terzi (34,5 anni a fronte di 35,6). Elevata la presenza di minori: 97mila, pari al 24,6% della comunità (a fronte del 20,9% rilevato sul complesso dei non comunitari); dato da collegare all’incisiva presenza di nuclei familiari, segnale dell’elevato livello di stabilizzazione raggiunto dalla comunità sul territorio italiano. La comunità risulta inoltre molto coinvolta nel fenomeno dei MSNA, di cui, con 1.347 minori – un numero in crescita del 13,6% rispetto all’anno precedente e pari al 6,7% del totale – risulta la quarta nazione di provenienza al 31 dicembre 2022.
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,