Intervista sulla tratta ad una mediatrice culturale di origine nigeriana

Image by Lihle Lynne from Pixabay

La mediatrice culturale che ho avuto la possibilità di intervistare è di nazionalità nigeriana, è stato possibile realizzare l’intervista in quanto componente degli Amici di Lazzaro (ndr scrive Iolanda Maramonte)  con cui la Caritas collabora: in altro modo sarebbe stato più difficile e probabilmente non avrebbe raccontato alcuni aspetti dettagliati su esperienze di vita che ho avuto modo di ascoltare.

Durante l’intervista ho potuto notare un forte coinvolgimento emotivo, probabilmente causato dai discorsi che abbiamo affrontato:  abbiamo per lo più parlato di ragazze nigeriane e in particolare quelle che provengono da Benin City, luogo in cui Eunice ha ancora alcuni parenti.

Nella domanda in cui chiedevo in cosa consistessero i riti vudù (domanda 11), l’intervistata ha mostrato un chiaro imbarazzo nell’introdurre il discorso, accentuato da una lunga pausa.       Un’altra particolarità che ho potuto notare, però solo durante la sbobinatura dell’intervista, è stato il suo non pronunciare mai le parole come “prostituta” o “prostituzione” (esempio lampante nella risposta 13), qualora non potesse farne a meno, si mostrava molto imbarazzata e le parole venivano pronunciate con toni bassi o non venivano terminate.

1.(D) Le ragazze con cui avete colloqui più frequentemente di che             nazionalità sono?

(R) Le ragazze con cui abbiamo colloqui sono per la maggior parte nigeriane, ma ci sono anche altre ragazze che si trovano in questa situazione e che provengono dall’Est Europa, dalla Romania, Albania, Bulgaria. Negli ultimi giorni sono arrivate ragazze anche dall’Ucraina.

  1. (D) Per quanto riguarda la Nigeria i paesi maggiormente colpiti quali sono?

(R) Sicuramente in Nigeria il paese più colpito è Benin City, infatti più del 90% delle ragazze che sono in questo giro purtroppo arrivano da questa città.

  1. (D) Ma le ragazze di Benin City non sanno a cosa vanno incontro venendo in Europa, dato che il numero delle ragazze di quella nazionalità è cosi alto? Non c’e una rete di informazioni riguardo a questo problema e ai pericoli ad esso correlati?

(R) Certo la voce gira, sicuramente l’informazione c’e, ma oggi come oggi molti non sanno esattamente cosa succeda, in quanto abbiamo scoperto che le persone che vanno alla ricerca di queste ragazze  le ricercano nei piccoli paesini, dove l’informazione è più scarsa,  sono ancora del tutto ignoranti riguardo al problema. Ci sono comunque alcune che arrivano già sapendo più o meno, ma c’è sempre questo sfondo d’inganno, ignorano le condizioni in cui lavoreranno. Alcune sono per sino sicure che andranno a lavorare nei “night club” . Una volta arrivate a destinazione le ragazze  non fanno capire effettivamente ai loro famigliari il lavoro che fanno o cosa gli viene fatto per vari motivi come per la vergogna o per una questione morale.

Questo nascondere le informazioni impedisce un’ulteriore conoscenza della verità e della pericolosità del problema. I famigliari sanno che in Europa succede qualcosa,ma non sanno cosa esattamente, sanno qualcosa ma non tutto … non di certo la verità!

  1. (D) La famiglia media nigeriana conta di tanti componenti oppure no?

(R) La famiglia media nigeriana è molto numerosa, cioè in Nigeria oggi come oggi esiste ancora la poligamia, dove un uomo può sposare più di una donna di conseguenza i figli sono talmente tanti che a livello economico le famiglie sono molto povere … e sappiamo come è l’economia Nigeriana! Soprattutto nella città di cui parliamo hanno sempre avuto questa usanza, questa cultura, in cui si fanno molti figli ma ogni donna si deve impegnare a provvedere alla propria famiglia o meglio, ai propri figli.

Quando un uomo ha più di una donna, quattro o cinque ad esempio, non può mantenerle tutte, ed ogni donna cerca di organizzarsi facendo qualcosina. Nel nostro paese i figli possono essere sei, sette e la ragazza cerca sempre di aiutare la propria madre, i propri fratelli.

  1. (D) La donna che ruolo occupa nella società nigeriana?

(R) In Nigeria oggi come oggi la donna è sempre vista come una figura sottomessa, diciamo così, è una persona, è una presenza che si vede ma di cui non si deve proprio parlare. Sempre inferiore all’uomo, quindi fino ad oggi è sempre stato così anche se in modo limitato: ad esempio se parliamo di eredità, in alcune parti della Nigeria le figlie femmine non hanno diritto ai beni dei genitori, quindi se un uomo ha solo figlie femmine alla sua morte gli altri membri della famiglia prenderanno tutte le sue cose, la casa, la terra, le figlie femmine avranno solo un posto in seguito  nella famiglia del marito.

  1. (D) È possibile che le donne nigeriane partano dal proprio paese perché sanno che la donna europea ha più valore di  quella africana o nigeriana?

(R)  Mah … direi che non è proprio questo, non è proprio uno dei motivi per cui vengono in Europa o decidono di partire. Direi piuttosto che potrebbe essere una  motivazione per rimanere, per migliorare la propria vita! Perché sappiamo tutti il modo in cui si vive in Africa: la vita laggiù è dura, difficile, quasi senza speranza, senza futuro. Le ragazze che partono più che altro lo fanno non solo per loro stesse ma per dare un futuro alla propria famiglia, un futuro non di sopravvivenza, per farle stare meglio.

Molto spesso le ragazze che riescono poi a trovare una sistemazione, un lavoro “normale”, la prima cosa  che chiedono è il ricongiungimento con la famiglia e con i figli. Cercano di far star meglio anche le persone che sono rimaste giù in Africa.

  1. (D) Queste ragazze come e da chi vengono contattate e poi convinte a partire?

(R) Allora, questo giro di traffico è in mano a grosse organizzazioni criminali. Non è fatto da una sola persona. In Nigeria ci sono dei contatti, ci sono delle persone che vengono chiamati “sponsor” uomini o donne che vanno a ricercare queste ragazze nei piccoli paesini, ma anche nella città cercando di convincerle  che possono offrire loro qualche aiuto, e cosi c’è il primo contatto. Queste ricerche sono sotto pagamento, dopodiché prendono queste donne e le danno alle persone che le porteranno in viaggio. Si verifica una vera e propria selezione delle ragazze durante la ricerca, perché gli sponsor , gli organizzatori sanno che le ragazze alte, le ragazze belle magre sono molto più richieste di quelle che sono brutte, grasse ecc. Per convincerle a partire basta poco perché andando nei piccoli paesini cercano di convincerle proponendosi come un aiuto ai loro problemi di povertà proponendo di lavorare come baby-sitter o presso una famiglia di amici, oppure di lavorare come commesse o come cameriere, non manca però a chi viene proposto di lavorare “anche” nei night club.

  1. (D) Una volta assicuratasi le ragazze, l’organizzazione come organizza il viaggio e in media quanto dura?

(R) Il viaggio … il viaggio è uno dei periodi più difficili. può essere fatto in diversi modi: può essere fatto in aereo, ed in questo modo il viaggio si svolge in condizioni normali, molto meno stressanti;  ma può essere fatto anche in macchina, ad esempio dalla Nigeria percorrendo i confini del Benin poi Amally e ancora tanti altri, sottoponendo così le ragazze a viaggi lunghi!  Fermandosi più volte nei paesi per periodi lunghi come due/ tre settimane o anche un mese o due prima di proseguire fino alla prossima tappa.

Il viaggio dura mediamente da un giorno a  due tre anni, sì  possono arrivare anche  dopo due tre anni che sono partite, le ragazze che vivono questa situazione di viaggio sono quelle che soffrono di più,  queste organizzazioni fanno fare quasi tutte queste diverse tappe praticamente a piedi, sono pochi i percorsi che fanno con dei mezzi, in questo modo il viaggio diventa un calvario, una cosa pesantissima! Moltissime donne durante il viaggio muoiono: sono le persone più deboli.  Muoiono per fame e per sete, sono costrette persino a bere la propria urina per “dissetarsi”.

Ci sono delle ragazze che quando vengono a parlarci a volte ci raccontano alcune cose che hanno vissuto attraversando il deserto del Sahara a piedi e con le guide arabe che proseguono sul cammello. Alcune volte ascolti storie di ragazze che partono in sette o otto e poi ne arrivano solo due vive, le altre non ce la fanno.

  1. (D) Le ragazze capiscono già durante il viaggio di essere state ingannate e quindi si sentono deluse?

(R)  Beh il viaggio inizia da subito ad essere deludente per le ragazze perché le persone che le hanno ingaggiate e che dicono “ti porto il Europa per trovare un lavoro”e poi ti fanno fermare in Ganape per un mese, poi in Costa d’Avorio per due mesi e poi in Marocco per tre mesi poi ti fa fare questo viaggio che è brutto e pesante, tutto questo  delude le aspettative.

Quando decidono di partire non gli viene detto che il viaggio sarà cosi duro, anzi viene detto loro che quando arriveranno al Lagos prenderanno l’aereo e il giorno dopo arriveranno in Europa, è da queste cose che capiscono che ciò che andranno a fare non è bene, non è quello per cui sono partite.

  1. (D) Cosa impedisce a queste donne che vivono in queste condizioni inumane di scappare o di rifiutarsi di continuare il viaggio?

(R) La cosa che più di tutte impedisce loro di tornare indietro è il rito vudù che devono fare prima di partire, l’80-90% delle ragazze che partono prima sono costrette a fare questo rito vudù, si tratta di rituali magico-religiosi che cercano di legare la ragazza a queste organizzazioni  per saldare il debito delle spese affrontate per il viaggio per arrivare in Europa. Spesso questi riti vengono estesi anche ad alcuni componenti della famiglia come garanzia in più di un sicuro risarcimento spese.

Le ragazze sanno di dover partire già con un legame profondo con questi sponsor,  già questo impedisce loro di scappare e a maggior ragione perché sono  state coinvolte anche le famiglie.

  1. (D) In cosa consistono questi riti vudù?

(R) Eh eh eh … si tratta di una cosa diabolica. Vengono prelevate unghie, peli pubici, fanno delle incisioni con strumenti appuntiti per prelevare del sangue, viene preso anche sangue mestruale,  tagliano i capelli,tutte queste cose nella nostra cultura simboleggiano la vita, la vita di una persona, in particolar modo il sangue mestruale è l’identità di un’africana.

Queste parti del corpo le usano per questi riti, è proprio come se prendessero nelle proprie una parte della tua vita in modo da poterla gestire come vogliono.

  1. (D) Nella vostra cultura c’è proprio una credenza radicata dei riti vudù?

(R) Sì! Decisamente! sì … sì, c’è! Esiste ancora perché noi ci crediamo come crediamo che esistano le credenze cristiane, mussulmane, esistono anche quelle della religione vudù.

Queste credenze sono radicate nella cultura africana,  è una cosa che c’è, che esiste veramente, è una cosa che gioca molto sulla psiche di una persona, sulla mentalità. La sua particolarità è radicare la paura nella persona  che viene letteralmente sottomessa,  ed una volta che vengono fatti questi riti per la persona che li ha subiti è impossibile tornare indietro.

  1. (D) Che ruolo hanno le famiglie delle vittime? È possibile che la famiglia venda queste ragazze?

(R) Vendute dal proprio famigliare, no! Sicuramente ci troviamo di fronte a varie situazioni: molte ragazze che arrivano ai nostri servizi ci raccontano che la famiglia non sa nulla del lavoro che fanno le figlie; poi ci sono anche le ragazze che raccontano ,non so, magari che qualcuno della propria famiglia sa più o meno cosa fanno qui in Europa. Ci possono essere ad esempio delle ragazze che confidano alle proprie madri,  piuttosto che ai loro padri, di voler fare questo viaggio, e la mamma non capisce esattamente di cosa si tratta, ma vede la partenza della figlia soltanto come una via per migliorare la condizione della propria famiglia. La madre può forse sapere qualcosa, ma anche se sanno ,non sanno esattamente cosa.

Quando arrivano le ragazze e iniziano a fare … “Qualcosa!” e poi decidono di uscire dal giro, noi cerchiamo di farle parlare prima di tutto con la loro famiglia, con la loro mamma,  così viene fuori che  la mamma non sa esattamente cosa sta facendo, che non vogliono dirlo perché sarebbe una grossa delusione, le figlie non vogliono dire niente perché sono per la famiglia un bene!

  1. (D) Quali sentimenti hanno verso i loro trafficanti?

(R) I sentimenti peggiori, sentono odio, rabbia, schifo … sono persone che ti fanno perdere il valore della vita,  che ti fanno sentire un cane , ti rubano la tua identità,  t’ingannano, prima dicono  che andrai a lavorare a casa di un’amica  e poi il giorno stesso ti portano a comprare i vestiti, a rifarti il colore  dei capelli,  le ragazze si sentono meno di niente e si sentono solo ingannate perché le insegnano tre o quattro parole in italiano per farsi capire dai clienti, t’insegnano i gesti! Anche se la ragazza non vuole farlo, alla madam non interessa; sei costretta, devi  farlo per forza. L’unica cosa che chiede sono i soldi “tu devi darmi i soldi, non m’importa niente neanche se tu stai morendo, io voglio i miei soldi”. Ti fanno andare con dieci/quindici clienti a notte e poi la mattina presto ti chiedono sempre i soldi, ti fanno perdere tutto,  a loro non importa che le ragazze vengono picchiate, uccise.

Quando vengono a fare le denunce trovi a volte ragazze che ne parlano con rabbia e angoscia, come di una persona che ti ha tolto tutto ciò che avevi di umano.

  1. (D) Chi è la madam?

(R) La madam è sempre una donna che prima era in questo giro e che ora si è fatta i soldi, si è messa in proprio comprando altre ragazze, paga cifre che si aggirano intorno ai 14-20 mila euro alle organizzazioni che gliele procura e che poi la ragazza dovrà ripagare, per ottenere la libertà. La quota che la ragazza dovrà ripagare come riconoscimento alla madam si aggira invece intorno ai 50-60 mila euro, le ragazze devono lavorare giorno e notte per ripagare la madam sperando poi di essere libere, ma il più delle volte è un giro senza fine. A volte può capitare che una volta ripagato tutto il debito le ragazze debbano fare dei “regali” alla madam come segno di riconoscimento o perché non si sono comportate bene o può anche succedere che queste donne  vengano  rivendute ad altre madam.

  1. (D) Probabilmente questa le può sembrare una domanda un po’ particolare: per caso le è mai capitato che qualche ragazza le raccontasse come aveva vissuto la propria sessualità con gli uomini italiani?

(R)  …mah, posso dire che per quello che mi risulta le ragazze quando vanno con gli uomini non provano nulla, non c’è sentimento, è solo un lavoro. Noi cerchiamo di non fare mai domande specifiche anche perché non vogliamo farle stare peggio di quanto non stiano già.

  1. (D) Come fa la madam ad assicurarsi che le ragazze non la denuncino?

(R) Una volta arrivate a casa la madam sottopone ad un nuovo rito vudù le ragazze oppure semplicemente  le ricatta psicologicamente con frasi come “guai a te se chiami la polizia, guai a te se scappi! Possiamo sempre rifarci sulla tua famiglia! Se vai a denunciarmi sei tu che ritorni a casa perché non hai i documenti!”, ed altro ancora. Quindi le ragazze anche se vogliono uscirne, scappare, si sentono comunque legate anche perché non conoscono come funziona la burocrazia italiana e se sanno qualcosa è solo perché gli è stato riferito dalla madam.

Solo quando conoscono persone che sulla strada gli offrono il loro aiuto vengono a conoscenza ad esempio dell’articolo 18, dei vantaggi che possono avere se denunciano e altre cose. Però poche sono disposte a denunciare: la paura è sempre più grande e più forte.

  1. (D) Prima di partire le ragazze hanno i documenti?

(R) L’organizzazione fa fare dei documenti falsi che però durante il viaggio vengono sostituiti con altri e poi al termine del lungo viaggio gli vengono tolti definitivamente,  ma non dalla madam bensì dagli stessi trafficanti perché gli stessi documenti verranno riutilizzati per altre ragazze, viene sostituita solo la foto. Ecco perché le ragazze spesso raccontano che prima di partire gli hanno fatto le foto per i documenti, convinte che poi quel documento sarebbe rimasto a loro.

  1. (D) Oltre al debito che devono pagare hanno altre spese cui far fronte o no?

(R) Sì … oltre al debito devono pagare anche le spese dell’alloggio in cui vivono che si aggira intorno ai 226 euro mensili. In più ci sono ancora le spese per mangiare, ed ancora mensilmente  devono pagare anche il posto in cui la ragazza lavora il “Joint” e la quota si aggira intorno a 400/500 euro, tutto questo viene pagato sempre alla madam.

  1. (D) In che modo riescono a pagare le spese?

(R) Eh! All’inizio è molto molto difficile riuscire a mettere da parte i soldi per le spese,  anche perché la madam si prende tutto l’incasso! Il pagamento avviene all’incirca in questo modo:  ogni  dieci o quindici giorni la madam passa per prendere l’incasso che stabilisce lei a quanto deve ammontare e questo spesso si aggira intorno ai cinque milioni, non tutte però vivono lontano dalla madam! In moltissimi casi le ragazze convivono con le loro protettrici e questo rende ancora più difficile la possibilità di mettere da parte i soldi.

E’ difficile soprattutto all’inizio fare più soldi di quelli che chiede la madam, per pagare anche le spese e tenere un po’ di soldi da parte da mandare a casa! Chi non riesce a raggiungere queste cifre richieste dalla madam viene picchiata dalla stessa,  lasciata senza mangiare e invece di lavorare solo la sera sono costrette a lavorare anche al mattino ad esempio: vanno sul joint alle dieci del mattino tornano intorno alle diciasette, mangiano e verso le venti ripartono per raggiungere il joint per poi tornare a casa alle sei del mattino e cosi via  fino a quando non riescono a pagare. Quando vengono picchiate vengono letteralmente massacrate; vengono picchiate con bastoni, bottiglie di vetro rotte,  vengono trascinate per tutta la casa dai capelli, vengono morse!!! … (silenzio) …. alcune ragazze hanno raccontato che a volte le veniva messo del peperoncino nei genitali e per non far sentire le urla al vicinato le veniva messo in faccia un cuscino, rischiando di morire soffocate.

  1. (D) Le ragazze nigeriane sulla strada hanno qualche tipo di protezione?

(R) No!! Sulla strada non hanno nessun tipo di protezione! Anzi  sono soggette ad ogni tipo di violenza, aggressione, vengono derubate, alcune vengono persino accoltellate! Molte perdono anche la vita lungo i viali di campagna dove vengono portate dai clienti e lì aggredite e abusate e in fine uccise brutalmente per un’incomprensione, per un gioco erotico troppo pericoloso o semplicemente per divertimento e odio!

  1. (D) Cosa spinge queste ragazze ad abbandonare la strada?

(R) Per fortuna oggi più che in passato sono spinte dai controlli sempre più frequenti, retate dalla polizia, controlli dei documenti e se vengono prese possono rischiare di essere rimpatriate e così di dover essere catturate e rivendute alla madam. Un altro motivo può essere che se vengono rimpatriate tutti verrebbero a conoscenza del che lavoro facevano e quindi vivrebbero una fortissima delusione. La stessa che avrebbero anche la famiglia che come abbiamo detto spera nei soldi che la ragazza manda loro!! Ed ancora sono spinte dalla delusione perché dopo tanti sforzi e sofferenze non avrebbero ancora nulla, anzi meno di quanto avevano prima di partire.

In altri casi invece pur sapendo di essere legate da questi riti vudù vogliono scappare per una questione morale, si sentono sporche, altre invece sono convinte dai propri amanti,  dai clienti, e infine anche perché non sopportano il freddo e i disagi che si possono avere sulla strada.

  1. (D) Hai mai incontrato ragazze che hanno tentato il suicidio o hanno compiuto atti autolesionistici?

(R) Mah … in molti casi abbiamo avuto a che fare con ragazze che avevano tentato di far fine a questo calvario uccidendosi, però solo nelle ragazze più deboli, quelle più piccole, che non trovando una via d’uscita  speravano di trovarla uccidendosi!  Ricordo la storia di una ragazza di quindici anni che dopo una discussione con la madam e dopo essere stata picchiata ha tentato il suicidio buttandosi dal terzo piano, fortunatamente non è morta! È stata porta in ospedale dove la polizia è intervenuta e ci ha segnalato il caso. Era entrata in uno stato di depressione, è stato molto difficile starle vicino anche perché spesso aveva manie depressive suicide e in comunità molte volte ha tentato di  buttarsi giù dal balcone.

  1. (D) Hai mai incontrato ragazze con sensi di colpa per quello che facevano, cioè sentivano che era colpa loro, oppure capivano che erano state costrette a farlo?

(R) Più che sensi di colpa….!!!! Non le era stato proposto un altro lavoro!  Si sentono ingannate.

In pochi casi abbiamo riscontrato sensi di colpa. Ricordo una ragazza che era ormai logorata da questi sensi di colpa perché ripeteva che la colpa era tutta sua, perché lei sapeva; ripeteva di aver abbandonato la madre che stava già male prima di partire, e che poi ha saputo essere morta dopo due anni che era partita. Abbiamo dovuto fare un grandissimo lavoro di convincimento, spiegarle che la colpa non era stata la sua, che era stata ingannata, perché invece di essere stata aiutata da quella donna cui era andata a chiedere aiuto, questa l’aveva solo ingannata perché la cifra che le aveva chiesto come debito era talmente alta che lei non è riuscita a mandare praticamente nulla alla mamma per aiutarla a sopravvivere.

  1. (D) Come vivono la cultura italiana, si sentono accettate o meno sia quando lavorano sulla strada che quando ne escono?

(R) … E’ difficile dirlo … ho sentito una ragazza  poco tempo fa che mi diceva “da quando ho deciso di non fare più questo lavoro la gente mi guarda in modo diverso, con più rispetto” perché prima  è facile che magari dal modo di vestirsi o di comportarsi in giro venivano “riconosciute”. Per strada sono aggressive,  ma non perché lo sono di natura, ma perché sono costrette a diventarlo per difendersi, però una volta uscite dalla prostituzione si sentono diverse sono più serene e l’approccio con gli altri è differente. Si sentono più accettate anche se l’inserimento è molto difficile.

Comunque sei sempre diversa dagli altri, ti distingui per i caratteri molto evidenti come il colore della pelle.  C’è da dire che nella cultura italiana è ancora radicata l’idea che le ragazze di colore, o sono tutte prostitute o ex prostitute! La cosa che più mi fa rabbia è che è un’idea comune a tante persone non solo a quelli di una certa età, che in un certo senso le possiamo comprendere , ma la cosa che sconvolge è che quest’idea è uguale e comune tra molti giovani.

  1. (D) Dopo che escono dal giro dello sfruttamento in che modo considerano l’uomo italiano?

(R) Mah … quelle che sono state aiutate ad uscire dalla strada da un cliente, considerano l’uomo italiano come una persona buona,  una persona di cuore che è disposto a mettersi in gioco.

  1. (D) Come si comportano i clienti che accompagnano le ragazze al vostro servizio?

(R) Sono persone che si prendono a cuore la sorte di queste donne, che provano un sentimento quasi paterno nei confronti delle ragazze, che offrono un aiuto sincero, perché si sono affezionate a loro e quindi desiderano che non facciano più questo tipo di lavoro, pochi di loro però ammettono di essere dei clienti. La maggior parte dice che sono ragazze che hanno conosciuto e che hanno voluto aiutare.

Cosa salva una madre di dodici anni che vende il suo corpo su internet

Porto Rico: vescovi ribadiscono diritto educativo dei genitori rispetto ai programmi scolastici sul gender