Prostituzione e superstizione: il dramma infinito delle nigeriane

Foto di Sasin Tipchai da Pixabay

Non hanno nulla de perdere le donne nigeriane che partono con destinazione Europa e America e hanno grandi sogni. E si ritrovano a fare le prostitute. Quando tornano a casa non trovano più gli affetti e sono vittime di superstizioni Il dramma infinito delle Nigeriane, partite sognando una vita migliore e costrette a prostituirsi per ripagare il lungo viaggio che le ha condotte in Europa. Il ritorno a casa è anche peggiore, la povertà e la cosiddetta magia che può liberarle impedisce loro una vita serena. A denunciarlo è il presidente dell’organizzazione “Youth Awareness on Migration, Immigration, Development and Re-integration” (IYAMIDR) , Solomon Okoduwa.

Okoduwa si occupa della reintegrazione delle donne che hanno subito l’umiliazione della tratta sessista. Come spiega al Voice of America, moltissime giovani nigeriane sognano di andare in Europa o in America per studiare o trovare un lavoro, ma la dura realtà che le aspetta è la strada. Una donna racconta di essere arrivata in Italia piena di speranze, ma il mestiere che è stata costretta a svolgere è stato quello della prostituta nelle vie di Roma, finendo persino in prigione. Una volta rilasciata è stata condotta in aeroporto con il biglietto di sola andata per lo stato di Edo in Nigeria, da dove proveniva. Inizia così il travaglio della “libertà”, che per queste donne è persino peggiore della vita in strada. Giunta nel suo villaggio natale non trova l’affetto dei familiari, ma la loro scontrosità e l’indifferenza degli altri abitanti.

Inoltre le donne che rientrano in Nigeria vivono con l’angoscia di essere uccise dall’incantesimo juju, il cosiddetto giuramento magico effettuato prima della partenza, che le obbliga a pagare i trafficanti per il viaggio in Europa. Okoduwa riferisce che sono gli stessi sacerdoti tradizionali, che hanno gestito il giuramento, ad avere il potere di liberare le vittime dall’incantesimo della tratta del sesso. La superstizione è tale che le donne che rientrano si rendono conto di essere libere soltanto quando il presunto sacerdote spezza la magia. Okoduwa riesce a porsi come mediatore fra il sacerdote e le donne, rendendole così consapevoli della loro libertà.

L’organizzazione IYAMIDR gestisce un programma di formazione per le rimpatriate, insegnando alcuni mestieri pratici dall’agricoltura al lavoro d’impresa. Purtroppo però una volta concluso il corso, non ci sono posti di lavoro disponibili, ne tanto meno queste giovani possiedono del capitale per avvivare nuove imprese. È appunto la mancanza di opportunità che spinge i giovani a sognare di andare via. Come precisa Okoduwa “la convinzione che il giardino del vicino sia più verde” serve da propulsore per aumentare il desiderio della partenza.

Neanche i tristi racconti delle donne che rientrano riescono a smorzare la loro frenesia per il viaggio. Per dare prova di ciò il presidente dell’ IYAMIDR ha condotto le telecamere del Voice Of America nel villaggio di Abumwenre, nello stato di Edo. Qui la ventitreenne Naomi Benjamin ha narrato l’immensa delusione che ha pervaso il suo cuore, quando giunta in Europa è stata costretta a prostituirsi. La donna ha raccontato di aver cercato invano di fuggire dai trafficanti e di avere trascorso persino due anni in prigione. Dopo aver ascoltato con attenzione la storia, la diciottenne Joy Eriamentor ha ammesso di sentire ancora forte il bisogno di partire. Lei sogna l’America perché lì avrà la possibilità di studiare scienze: “ qui non abbiamo nessun aiuto. Nessun lavoro. La mia famiglia è troppo povera, per questo io voglio andare in America”, ha dichiarato la giovane con gli occhi pieni di speranze. [Fonte Voice of America]. I giovani conoscono i rischi del viaggio, ma la speranza di una vita migliore è più forte, in fondo non hanno nulla da perdere.

Come controllare se ti hanno rubato la password.

Cosa abbiamo fatto nel 2013 per aiutare le famiglie