La riforma della Giustizia, su cui Camera e Senato hanno combattuto fino all’ultimo giorno prima della pausa estiva, torna oggi al centro del dibattito popolare, nella ipotesi tutt’altro che remota, che si faccia il Referendum promosso dai radicali in cui si propone di depenalizzare l’articolo 579 del Codice penale: l’omicidio del consenziente 579. Un passo deciso e determinato per la legalizzazione dell’eutanasia, che segue alle modifiche dell’articolo 580 del CP sul suicidio assistito. Oggi il Referendum punta diritto al cuore dell’eutanasia e non chiede più di depenalizzare il suicidio assistito ma l’omicidio del consenziente. Se le parole contano ancora, si tratta di passare dall’aiuto al suicidio all’omicidio diretto di una persona”.
A dirlo, Paola BINETTI: “La sentenza della Corte Costituzionale chiedeva che le condizioni e le modalità di esecuzione per l’aiuto al suicidio previsto nell’articolo 580, fossero verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, e ci fosse il parere del comitato etico territorialmente competente – ricostruisce – Nulla di tutto ciò appare nella attuale proposta referendaria. In pochi mesi si è passati dalla depenalizzazione del suicidio alla richiesta di depenalizzare l’omicidio, senza condizioni di nessun tipo se non l’incapacità del soggetto o la sua minore età. L’eutanasia attiva – prosegue – entrerà nel nostro Paese con l’insistenza di una minoranza di matrice radicale, che davanti al dramma di alcune persone affette da dolori per loro insopportabili, da anni ha concentrato le sue energie per difendere un nuovo diritto individuale, quello di morire, anche a costo di farsi uccidere, senza più cercare soluzioni alternative. Il paradosso è che la ricerca scientifica e con lei la soluzione per i mali di moltissime persone è sempre scaturita dal desiderio di allevare sofferenze che apparivano intollerabili. Se da secoli si fosse scelta la via della morte, per far morire la gente invece di curarla, molte scoperte non sarebbero neppure state neppure immaginate o messe in programma. Ci si sarebbe limitati a far morire chi lo chiedeva, senza neppure provare ad accompagnarlo, a consolarlo, a stargli vicino riducendo dolori e sofferenze.”
Paola Binetti