Non ho dubbi, sono stata “scelta” da Cristo

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Silvia non è soltanto l’intelligente e lavoratrice amministratrice della fondazione San Raffaele, ma una di quelle persone di cui tutto il genere umano ha bisogno per essere educato a prendere sul serio la propria umanità e vivere intensamente il reale, per lei totalmente positivo. È da un anno che sta lottando contro il cancro, giorno dopo giorno, passando attraverso momenti molto difficili, fino alla disperazione. Sostenuta dalla fede in Cristo, ha potuto, grazie alla nostra compagnia e al fatto che condividiamo con lei lo stesso cammino, trasformarsi in una Presenza piena di gioia, in una compagnia autentica di verifica della fede. Silvia in pochi mesi è stata colmata dalla grazia di Cristo, con l’aiuto materno della Madonna. Dalla paura, dallo sgomento per questa malattia dolorosa, è passata ad un atteggiamento di certezza rispetto al fatto che Dio le ha concesso una grande grazia che le permette ogni giorno di vivere commossa e grata. Mentre un anno e mezzo fa si irritava con me quando le ripetevo che qualsiasi malattia, in Cristo, diventa una grazia, una grande risorsa umana, adesso è lei che me lo ricorda in ogni momento. Davvero non esiste situazione, anche la più dolorosa, che in Cristo Gesù non diventi positiva, come per Silvia, che le permette di conoscere cosa siano la pace e la letizia.

Su cosa si fonda la nostra speranza? Questa è la grande domanda. Si fonda sul fatto di sapere che siamo stati scelti da Cristo o sulla nostra capacità di credere che possiamo risolvere tutto noi, contare sulle nostre capacità, competenze, essendo molte volte sostenuti dal consenso o dall’incoraggiamento degli uomini? In questo momento di crisi, come quello che sto vivendo, non ho dubbi su quale sia la mia risposta. Non ho dubbi di essere stata “scelta”. Lo vedo adesso, quando questa crisi mi obbliga a guardare sinceramente cosa voglio, cosa sento, cosa mi provoca tutto questo. In questa situazione esasperante mi sono successe diverse cose, ripetute opportunità ed ho cominciato a percepirle come segni, molto importanti, perché mi sto rendendo conto che sono queste che mi salveranno, che mi stanno salvando. Ho capito, dopo che me l’hanno detto molte volte, che devo fare un esercizio personale per imparare a perdonare! Per prima cosa, perdonare me stessa e secondo perdonare gli altri. È un lavoro che mi costa moltissimo, ma che ho cominciato a fare e che realmente mi aiuta. Ho percepito che se non mi perdono e non perdono gli altri è impossibile che nel mio cuore ci sia amore. Vedo che nel mio cuore c’è rancore, odio, risentimento, rabbia da molti anni, dalla mia infanzia.

Quando mi metto a pensare, mi rendo conto che stavo nascondendo, chiudendo i problemi avuti con tanta gente, perché mi dicevo: «Perché ricominciare, meglio dimenticarli». La vita poi ti spedisce il conto, come sta succedendo a me, ma in un momento in cui mi fa vedere le cose in un altro modo. È da cinque anni che mi stava presentando il conto e “non vedevo”, invece adesso ho chiari i segni che Dio mi sta dando, perché ho capito davvero che Lui mi ha scelta e mi sostiene in questo momento difficile della mia vita. Vivo molto intensamente la necessità di perdonare, perché è la prima cosa che chiedo a Dio: poter ripulire il mio cuore, che Lui ammorbidisca questo cuore così duro, nel quale non ho mai permesso che entrasse ed uscisse amore, ma solo rancore ed odio in base alle cose che mi succedevano e che non sono mai riuscita a cancellare dalla mia mente. Adesso, indagando bene il perché di tutto questo, mi sono resa conto di cosa Dio volesse dirmi. Ho capito che avendo tanto dolore impresso da molto tempo era impossibile che entrasse e che uscisse una goccia di amore dal mio cuore. Con il perdono, prima di tutto, faccio del bene a me stessa, mi libero, perché uno ha sempre la tentazione di dire: «Perché devo perdonare con tutto quello che mi hanno fatto?». Mi rendo conto che mi fa bene, che sta pulendo terribilmente il mio cuore… e come me ne sto rendendo conto! Sento come una rivoluzione interiore, una lotta per voler vedere dove mi porterà, cosa Cristo mi voglia insegnare. Pregavo tanto per la conversione della mia famiglia e dove era la mia? Sento che mi sto convertendo e sono riconoscente a Dio per questa sensazione di felicità, per la possibilità di vivere ogni momento che Lui mi sta regalando, perché so che mi sta dicendo: «Silvia, salvati! Per qualche cosa ti ho scelta, salvati, perdona, pulisci il tuo cuore, confessati, ma una confessione sincera, con tutti i peccati che molte volte hai tralasciato di nominare perché te ne sei dimenticata o perché avevi vergogna di confessarli o non hai detto». Oggi prendo coscienza di questo lavoro di confessione profonda, ho capito, come mi ha detto il mio confessore: «Dio ti ha già perdonata, perché non ti perdoni, perché sei così dura?». Sto imparando tutto questo grazie al sostegno incondizionato della mia famiglia, alla compagnia che ho al mio fianco che mi dimostra in ogni piccolo dettaglio quanto mi voglia bene. Come posso non credere che sono un’eletta. Ultimamente molti mi dicono: «Silvia, ti vediamo cambiata, ci aiuti a continuare a lottare perché vediamo in te il volto sofferente di Cristo», ed io gli rispondo che in realtà vedo in tutti loro il volto misericordioso di Cristo, questa misericordia alla quale ho bisogno di aggrapparmi profondamente. Per la prima volta nella mia vita ho sperimentato che Cristo è tutto. Ho sempre visto nei miei figli, in mio marito, la ragione della mia vita, mentre adesso in mezzo alla disperazione che sto soffrendo, vedo che solo Lui mi sostiene e mi conforta.

La tentazione di fare da sé

Quante volte mi dicono: «Ti ammiro per come vai avanti, per come continui a lottare». Vorrei raccontargli che in molti momenti di debolezza chiedo a Dio: «Per favore Signore non permettere che mi allontani, perché sono talmente debole e peccatrice che quando mi sento un po’ meglio già voglio correre da sola. In quel momento mi succede qualcosa e Lui mi dice: cammina, questa non è una gara, cammina al mio fianco». Lì mi rendo conto che da sola non posso fare niente, e gli chiedo nella mia disperazione che si faccia la Sua volontà. Immediatamente mi viene incontro il Suo aiuto, mi si presenta nella persona indicata che mi solleva in modo impressionante. Sono tutti dettagli che prima non vedevo e che ora so che sono segni che mi indicano che la mia vocazione, la mia unica ragione di vita è Cristo e che quello che gli chiedo me lo concede.  Durante la notte di mercoledì scorso stavo pensando a come mi sarebbe piaciuto vedere mia sorella Patrizia, che vive a Rosario, per poter stare insieme tutte e tre, anche con l’altra mia sorella Gladis che abita ad Asunción. Avrei voluto abbracciarle e parlare di tante cose che ci hanno rese tutte e tre molto infelici. Il giorno dopo aver desiderato questo, la vedo comparire di mattina presto con mio figlio che era andato a prenderla in aeroporto. Non ci potevo credere! Non mi sarei mai immaginata che durante la notte in cui io avevo bisogno della sua presenza, lei stesse viaggiando per venire qui. Dio ci ha regalato l’opportunità di riunirci, di parlare, di piangere, di recuperare tanto tempo perso. Come non ringraziare per i regali che mi fa! Ma ho anche momenti in cui mi cominciano i dolori alle gambe, ed è come se volessi ritornare a cedere, ma poi qualcosa succede, una chiamata, una presenza … L’aiuto di Dio in persona che mi dice: «Continua a lottare, Io sono al tuo fianco». Ed io lo percepisco con talmente tanta forza che mi sembra di sentire il Suo abbraccio, il Suo calore. Sento che il Verbo si è fatto carne in me. Non ho mai capito cosa questo significasse, ma adesso sì, perché riconosco con il cuore che Dio è sempre con me. Signore, pregavo tanto per gli altri e mi hai fatto vedere che per prima cosa devo pregare per me, e che se mi hai scelta perché io faccia questo è perché, evidentemente, sto aiutando anche gli altri. Non ho parole da aggiungere oltre ad un ringraziamento per tutti coloro che mi dimostrano l’amore che mi vuole Gesù, sostenendomi continuamente con tante preghiere. Ringrazio i sacerdoti della mia parrocchia che mi aiutano molto, per la grande commozione che questo ha risvegliato.

Un’altra cosa che ho imparato in questa tappa della mia vita è di lasciare da parte il mio orgoglio e permettere che gli altri mi aiutino, perché riconosco che da sola non riesco a fare niente. Non solo permetto che mi aiutino, ma mi rendo conto che tutto mi diventa davvero facile! Ascoltando quando mi dicono: «Silvia, non lo faccio per te, lo faccio per me perché aiutarti mi fa bene» sono doppiamente riconoscente! Dio mi ha messo davanti ad una prova enorme, che considero come una crisi, dalla quale esco e continuo ad uscire con gioia perché sto percorrendo un cammino di fede che mi dà pace e mi aiuta ad affrontare ciò che mi si presenta. Chiedendomi perché non ho visto tutto questo prima, capisco che non era il momento e ringrazio Dio per il fatto che mi sta dando l’opportunità di farlo ora. Tutto questo mi dà anche forza e mi aiuta a non aver paura di fronte alla morte. So che mi sta aspettando un’altra cosa, dall’altra parte, un altro incontro: ho la speranza, la necessità di poter incontrare nell’aldilà mia mamma. Sicuramente mi sta aspettando perché io possa conoscerla, perché dopo quasi 60 anni continuo ad aver bisogno di lei, anche se il ricordo di non averla avuta con me mi provoca una tristezza infinita e molte lacrime. Ciò che mi conserva è la speranza di arrivare a quel momento con pace e gioia sapendo che qualcosa di grande mi aspetta.

Per ultimo, ringrazio veramente Dio, perché mi ha scelta e perché mi sta cambiando tanto e mi sta facendo molto bene. Molte volte gli ho chiesto questo cambiamento, ma nello stesso tempo mi faceva paura ciò che avrei potuto incontrare. Mi sono trovata ad affrontare un dramma abbastanza difficile, ma Dio non mi ha mai abbandonata, mai! Mi ha dato la forza di continuare a lottare e mi ha dato la gioia per capire molte cose. Mi ha scelta!
Silvia

Aldo Trento – Tempi

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Articolo tratto da www.tempi.it
per gentile concessione della redazione (7-7-2023).

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