I codici nel linguaggio della tratta

Nel mondo della tratta si incontrano molti termini che non fanno parte della lingua inglese, italiana e nemmeno del bini (lingua dell’Edo State nigeriano) o del pidgin english (broken english):

Madame: il termine “madame” è un appellativo di rispetto che significa “signora”, ma nel contesto della tratta indica la trafficante che gestisce le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, a cui devono ripagare il debito contratto prima di lasciare il paese di origine. Spesso è essa stessa un’ex vittima di tratta che, una volta pagato il debito, decide di guadagnare dallo stesso traffico di cui è stata vittima in passato.

Bros: è il corrispettivo maschile della ‘madame’.

Joint: affitto del pezzo di strada e luogo di prostituzione

Native doctor: sciamano presso cui le vittime di tratta vengono sottoposte a rituale voodoo (“juju” nigeriano).

Boga: accompagnatore. Il boga è colui che accompagna una o più ragazze dalla Nigeria alla Libia e che ha i contatti telefonici con la madame/oga e i trafficanti della rete criminale. Boga è anche colui che preleva la vittima di tratta appena sbarcata e ospite in un centro di accoglienza in Italia per accompagnarla dalla madame. Sono presenti diversi boga dalla Nigeria all’Europa con lo scopo di custodire “la merce” sino a quando non sarà giunta a destinazione per essere sfruttata.

Connection man: organizzatore del viaggio/smuggler. Generalmente indicato come colui che organizza i viaggi dalla Nigeria all’Italia attraverso la Libia. Più “connection man” possono contribuire al trasporto di una stessa vittima, ad esempio uno in Nigeria e uno diverso in Libia.

Wahalla: Quando ci sono problemi (da Wahalla/inferno)

Connection house: casa chiusa/bordello. Generalmente le vittime di tratta indicano con il termine “connection house” le case chiuse in Libia e, più recentemente, anche quelle in Italia o in Europa, dove sono forzate alla prostituzione. In Italia e in Europa, spesso sono le minori ad essere rinchiuse nelle connection houses, perché in strada darebbero troppo nell’occhio. Vengono così definiti i anche bordelli presenti all’interno di “ghetti” (vedi sotto) quali Rignano Garganico, Rosarno, ecc.

Ghetto: è il termine utilizzato dalle vittime di tratta e dai migranti in generale per indicare il luogo, spesso un casolare abbandonato, in cui attendono prima di imbarcarsi su un gommone. Usato anche per indicare gli agglomerati informali in cui vivono molti migranti in Italia. In italiano si direbbe baracca o baraccopoli.

Lapalapa: gommone (da Lampedusa).

Papagiro: indica un uomo generalmente anziano che periodicamente, a volte tutte le sere, passa dalle ragazze in strada e offre passaggi, cibo, va a comprare cose per loro o le regala. In genere sono persone sole che sono anche saltuariamente clienti.

Kabu Kabu: tassisti abusivi italiani che offrono passaggi notturni a pagamento per portare le ragazze a casa delle madame. In alcun casi sono state verificate delle connivenze e contatti con gli sfruttatori

Pure’ Boy: fidanzati/papponi nullafacenti delle ragazze. Stanno a casa e mangiano “purè” (cibo africano)

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