Teen STAR, per amare ed essere amati
Teen (adolescente) STAR (Sexuality Teaching in the context of Adult Responsibility) ideato dalla dr.ssa Hanna Klaus negli Stati Uniti intorno agli anni ’80, si è rivelato subito un efficace strumento per l’educazione affettivo sessuale dei giovani, tanto da diffondersi, nell’arco di trent’anni, in 40 Paesi. Attualmente è diretto dalla prof.ssa Pilar Vigil, docente dell’Università Cattolica di Santiago in Cile e membro della Pontificia Accademia per la Vita. Il primo corso di formazione in Italia si è svolto nel 2004, e dal 2010 l’equipe di formatori di Teen STAR Italia collabora con il Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia dell’Università Cattolica di Milano. Il metodo educativo è racchiuso già nel logo, una stella con cinque punte che indicano gli aspetti inscindibili dell’unità della persona: fisico, emozionale, intellettuale, sociale e spirituale. Per crescere in modo armonico in tutte le dimensioni della personalità, l’adolescente deve poter integrare l’appena sbocciata capacità sessuale e il profondo desiderio di amare ed essere amato con il processo identitario in atto. Questa è la sfida alla quale un’educazione integrale non può sottrarsi. Oggi il pansessualismo imperante propone, in modo trasversale, comportamenti adulti, quando biologicamente la pulsione sessuale è in fase latente o quando i ragazzi, non avendo ancora raggiunto la maturità relazionale ed emotiva, non hanno le capacità necessarie per valutare liberamente le proprie scelte. La sessualità, ridotta a pura genitalità in un’ambigua differenziazione fra i sessi, diventa fine a se stessa e promette un piacere che non corrisponde alla profondità del desiderio di amare ed essere amati.
Il metodo induttivo: la scoperta del proprio corpo
L’educazione all’affettività e alla sessualità messa in atto dal programma Teen STAR si caratterizza per l’utilizzo del metodo induttivo, un processo educativo rispondente alle modalità di conoscenza e di azione che contraddistinguono le nuove generazioni. Il percorso inizia con la scoperta dei ritmi biologici del corpo nelle specifiche differenze, maschile e femminile; anche il cervello, sin dalla vita intrauterina, è “modellato” in modo diverso dagli ormoni che agiscono nella formazione delle aree cerebrali. La sessualità è inscritta in tutte le dimensioni dell’esperienza umana: ragione, libertà, affettività; educare alla sessualità, è educare la totalità della persona alla scoperta dell’amore e, nello stesso tempo, al riconoscimento e al rispetto dell’alterità fino a scoprire il valore e la dignità della propria persona. L’esperienza è il filo conduttore che unisce la consapevolezza di sé con la determinazione necessaria per orientare le proprie scelte comportamentali. L’educazione, intesa come un processo di trasmissione dell’esperienza da persona a persona, richiede un accompagnamento ed una relazione personale. Per porre in atto questo processo la figura del Tutor Teen STAR1 è un elemento indispensabile. Il Tutor ha il compito di accompagnare gli adolescenti alla scoperta del proprio corpo con i suoi ritmi biologici verso l’acquisizione di un equilibrio costruito sul riconoscimento e l’integrazione dei livelli che compongono la personalità (cognitivo- verbale, immaginativo, emotivo, sensoriale, corporeo) consegnando loro gli strumenti per vivere in modo libero e responsabile un’esperienza matura della sessualità. I ragazzi nello svolgimento delle unità, attraverso il dipanarsi delle attività proposte, scoprono la bellezza della reciprocità nell’amore, acquisendo la consapevolezza che l’altro/a è il soggetto dell’incontro, colui/colei al quale dono me stesso e dal quale ricevo l’amore che compie la mia umanità.
Nell’era digitale com’è cambiato il mondo
Per comprenderne, nell’attuale panorama educativo, la specificità del Teen STAR osserviamo brevemente com’è cambiato il mondo giovanile da quando, venti anni fa, è iniziata la diffusione di internet e progressivamente dei social network. La modalità di rapporto con la realtà è molto diversa, di questo fenomeno, gli adulti sono spesso spettatori inconsapevoli delle conseguenze che avvengono sul piano emotivo ed esperenziale dei loro ragazzi. Fino a circa 20 anni fa il processo conoscitivo era deduttivo, fondato su assiomi universalmente riconosciuti e quindi oggettivo. La comunicazione includeva voce, parole, espressività, gesti; avveniva attraverso relazioni costruite nel tempo, in luoghi fisici ben precisi. La fisicità delle relazioni irradiava emozioni, consoli dava esperienze, affermava o negava valori, quali fiducia, stima, affetto, rispetto, dignità, coraggio, contenuti appresi attraverso un processo osmotico il più delle volte non verbale. Nell’età evolutiva l’apprendimento era sempre mediato da una relazione che, dando valore a persone e cose, metteva in atto il processo identitario, la scoperta del sé in relazione agli altri, l’autodeterminazione in una prospettiva futura, una gerarchia di priorità necessarie ad attuare il discernimento per compiere scelte mature e responsabili. L’educazione all’amore era il frutto di assiomi dottrinali riconosciuti universalmente e necessari per orientare la condotta morale. Nell’era digitale è mutato il paradigma del processo conoscitivo: le nuove generazioni conoscono in modo induttivo ed il processo conoscitivo è legato all’esperienza soggettiva di ciascuno; si può prescindere dai tempi della relazione e la comunicazione si realizza in un “non-luogo” dove la dimensione corporea svanisce, la mente estende i confini oltre il corpo per rinchiudersi in uno schermo, lontano dalle tangibili modalità di rapporto con la realtà. Nonostante ciò, il corpo continua ad avere una serie di esigenze, esercitando un potentissimo richiamo. I nostri ragazzi, sul piano intellettuale, sono emancipati e seguiti mentre, sul fronte relazionale ed affettivo, li vediamo sempre più disorientati e in balia delle proprie dirompenti pulsioni ed emozioni. Mancano di competenza emotiva, non sanno identificare e descrivere le proprie emozioni, non riescono a distinguere sentimenti e sensazioni. Le modalità espressive utilizzano uno stile cognitivo concreto, pratico, orientato verso l’esterno piuttosto che verso la riflessione interiore. In questa dimensione l’identità giovanile appare come qualcosa di etereo, continuamente in divenire, un’identità poliedrica che muta a seconda del contesto e dell’ambiente. Quando anche i genitori vivono lo stesso senso di smarrimento, è difficile che l’adolescente possa riconoscersi nello sguardo di un adulto che lo sostenga nel processo di crescita; spaventati e smarriti non si attivano per accelerare i processi di transizione, ma rimangono sospesi a metà tra il non-essere più piccoli e il non-essere ancora adulti.
Teen STAR, come funziona. I temi trattati e i risultati raggiunti
Nella realtà educativa dove si svolge il corso, il Tutor presenta il programma, prima ai genitori e poi ai ragazzi. Quando i genitori non sono presenti, i ragazzi scelgono di aderire firmando il proprio consenso e impegnandosi a richiedere quello di un genitore o referente educativo. Il Tutor in modo sequenziale, tenendo conto delle diverse tappe dell’età evolutiva, sviluppa le unità descritte dal manuale e dalle slide ricevute nel corso di formazione. La conoscenza del dinamismo biologico del proprio corpo induce una lettura introspettiva alla quale segue un confronto e un dialogo attraverso le unità didattiche che sviluppano questi temi2: – differenze fisiologiche tra uomo e donna; – sviluppo dei sistemi riproduttivi; – osservazione dei segni della fertilità maschile e femminile; – desiderio sessuale e scelte comportamentali; – desiderio di amare ed essere amati; – fertilità e miracolo della vita; – influenza del contesto culturale su idee e atteggiamenti riguardanti la sessualità; – stereotipi e messaggi dei media su femminilità e mascolinità; – malattie a trasmissione sessuale; – metodi anticoncezionali naturali e artificiali. Gli adolescenti imparano a percepire l’armonia che regola i ritmi del proprio corpo, le sue leggi, i suoi limiti, i suoi confini ineludibili già inscritti nel nostro essere dal concepimento. Osservando e descrivendo il femminile ed il maschile, nella loro assoluta differenza, dalla formazione del cervello al comportamento, i ragazzi scoprono la presenza della potenzialità generativa insita nella struttura della persona, e identificano l’ordine e la bellezza di un equilibrio biologico perfetto. Queste scoperte richiedono un periodo di accompagnamento che varia, a seconda dell’età, dai quattro ai sette mesi. Il fattore tempo è fondamentale per sperimentare l’efficacia del metodo induttivo, per iniziare un processo di consapevolezza sulle proprie scelte e fare l’esperienza di un cambiamento è necessario il tempo. Attraverso un lavoro (dettagliatamente descritto nel manuale con le sequenze didattiche) i ragazzi si accorgono che non è possibile separare il corpo dal profondo desiderio di amare ed essere amati che riconoscono nel loro cuore. Nell’ultima parte del programma, dal racconto delle esperienze di ciascuno, emerge che l’“alterità”, nella sua assoluta differenza, è un arricchimento reciproco, una sfida e una risorsa che emerge in ogni relazione.
Educare a vivere la sessualità
I giovani che hanno frequentato per un anno le sessioni sono stati educati a percepire la sessualità come una totalità organica che coinvolge tutte le dimensioni della propria esperienza umana, ragione, libertà, affettività, correggendo la tendenza a separare la dimensione affettiva dalle esigenze della corporeità, così come l’idea che le azioni possono avere una risonanza esterna ma sono prive di conseguenze per la dimensione psico-affettiva. Il fondamento dell’educazione è la realtà, imparando a riconoscere nel proprio corpo i segni della fecondità e tutti segnali che l’accompagnano hanno scoperto come tutto sia profondamente relazionato, fino a scoprire che, la pienezza dell’umano corrisponde alla profondità del proprio desiderio.
I risultati raggiunti
- Riconoscimento della fertilità attraverso la conoscenza dei ritmi biologici.
- Capacità di prendere decisioni in modo libero, autonomo e consapevole.
- Apertura di nuovi canali comunicativi e di dialogo con i propri genitori.
- Consapevolezza delle proprie scelte comportamentali
- Diminuzione del tasso di gravidanza nelle adolescenti
- Acquisizione della consapevolezza necessaria per decidere quando donarsi all’altro
- Gli adolescenti che hanno partecipato al Teen STAR iniziano la propria attività sessuale più tardi dei loro coetanei.
Ma loro cosa ne pensano?
Di seguito alcune osservazioni fatte dagli alunni alla fine del corso. Cosa ci viene in mente parlando di un “rapporto”? Rapporto tra genitori, rapporto tra figlio e genitore, rapporto tra amici, rapporto sessuale, rapporto omosessuale, rapporto con la religione; nella vita frenetica di oggi quanti di noi si sono potuti fermare un momento per pensare riguardo a ciò? Quanti ragazzi non ne hanno mai parlato con i propri genitori a causa dell’imbarazzo?
L. 16 anni: Teen STAR mi ha dato l’opportunità di abbattere il muro della “vergogna” così da poter esprimere liberamente ogni dubbio e incertezza riguardo agli svariati tipi di “rapporto”, aiutandomi notevolmente in questa fase della vita chiamata adolescenza.
P. 15 anni: Beh, intanto buonasera prof., si ricorda di me? Ero in terza B. Volevo ringraziarla (anche se un po’ in ritardo) per aver fatto quelle lezioni. Mi è capitato di ritrovarmi in una situazione simulata in classe durante la sua ora… Ieri sera sono uscita con degli amici e ad un certo punto si sono avvicinate due amiche e hanno offerto di provare un “tiro” a tutti noi; alcuni hanno accettato e poi è arrivato il mio turno; ho ripensato alla sua lezione e ho risposto di no. Volevo solo ringraziarla, ancora buonasera J.
di Donatella Mansi (Pedagogista; presidente Teen STAR Italia)
da Quaderni Scienza e Vita n.14