Le Stimmate di Santa Gemma Galgani (Autobiografia)

Di Philippe Plet. Pubblico dominio, Collegamento

Il giorno 8 Giugno (72), dopo la Comunione, Gesù mi avvisò che la sera mi avrebbe fatta una grazia grandissima. Andai poi il giorno stesso per confessarmi e lo dissi a Monsignore, e rispose che stassi bene attenta a riferirgli dopo ogni cosa.

Eravamo alla sera: tutto ad un tratto, più presto del solito mi sento un interno dolore dei miei peccati; ma lo provai così forte, che non l’ho più sentito; quel dolore mi ridusse quasi direi lì lì per morire (73). Dopo questo mi sento raccogliere tutte le potenze dell’anima: l’intelletto non conosceva che i miei peccati e l’offesa di Dio; la memoria tutti me li ricordava, e mi faceva vedere tutti i tormenti che Gesù aveva patito per salvarmi; la volontà me li faceva tutti detestare e promettere di voler tutto soffrire per espiarli. Un mucchio di pensieri si volsero tutti alla mente: erano pensieri di dolore, di amore, di timore, di speranza e di conforto.

Al raccoglimento interno successe ben presto il rapimento dei sensi, ed io mi trovai dinanzi alla Mamma mia celeste, che avea alla sua destra l’Angelo mio Custode, che per il primo mi comandò di recitare l’atto di contrizione.

Dopo che l’ebbi terminato, la Mamma mi rivolse queste parole: «Figlia, in nome di Gesù ti siano rimessi tutti i peccati». Poi soggiunse: «Gesù mio figlio ti ama tanto e vuol farti una grazia; saprai tu rendertene degna?». La mia miseria non sapeva che rispondere. Soggiunse ancora: «Io ti sarò madre, ti mostrerai tu mia vera figlia?». Asperse il manto e con esso mi ricoprì.

In quell’istante comparve Gesù, che aveva tutte le ferite aperte; ma da quelle ferite non usciva più sangue, uscivano come fiamme di fuoco, che in un momento solo quelle fiamme vennero a toccare le mie mani e i miei piedi e il cuore. Mi sentii morire, sarei caduta in terra; ma la Mamma mi sorresse, ricoperta sempre col suo manto. Per parecchie ore mi convenne rimanere in quella posizione. Dopo, la Mamma mia mi baciò nella fronte, e tutto disparve, e mi trovai in ginocchio in terra; ma mi sentivo ancora un dolore forte alle mani, ai piedi e al cuore.

Mi alzai per mettermi sul letto, e mi accorsi che da quelle parti, dove mi sentiva (74), usciva del sangue. Mi coprii alla meglio quelle parti, e poi, aiutata dall’Angelo mio, potei montare sul letto. Quei dolori, quelle pene, anziché affliggermi, mi recavano una pace perfetta. La mattina a stento potei andare a fare la Comunione, e mi misi un paio di guanti, tanto per nascondermi la mani. Non potevo reggermi in piedi; ad ogni momento credevo di morire. Quei dolori mi durarono fino alle 3 del Venerdì, festa solenne del S. Cuore di Gesù (75).

Questa cosa per primo dovevo dirla al Confessore, ma invece più volte andai a confessarmi senza mai dirgli nulla; esso più volte me lo dimandava, ma io rispondevo sempre di no.



LE STIMATE SI RIPETONO.

Trascorsi intanto parecchio tempo, e ogni Giovedì, circa le 8 e prima, sentivo i soliti dolori; ogni volta però che mi accadeva in questo modo, sentivo prima di tutto un dolore così forte e intenso dei miei peccati, che quello mi cagionava più dolore che i dolori delle mani e dei piedi, del capo e del cuore: questo dolore dei peccati mi riduceva a uno stato di tristezza da morire. Però anche con questa grande grazia di Dio non miglioravo punto, ogni giorno commettevo peccati senza numero, disobbedienze, al Confessore non gli ero mai nulla sincera e sempre nascondevo qualche cosa (76). L’Angelo più volte mi avvisava, dicendomi che se ne sarebbe partito per non farsi più vedere, se avessi continuato in quel modo; io non obbedii ed esso se ne andò, ovvero si nascose per più tempo.

Dall’Autobiografia di Santa Gemma Galgani


Secondo i resoconti dei testimoni oculari, una quantità sconcertante di sangue fuoriusciva dalle sue ferite, colorando il tessuto del materasso mentre si diffondeva incessantemente fino a impregnare il pavimento sottostante. La lesione stessa attraversava il corpo da parte a parte, trafondendo sia le mani che i piedi, eppure in un curioso e stupefacente spettacolo, queste stesse parti del corpo sembravano rigenerarsi completamente nel giro di poche ore. Non rimanevano tracce delle ferite, se non l’alone sbiadito di una macchia bianca, quale prova silente di ciò che era accaduto.

Preghiera a Maria Regina delle Madri

Agli albori del terzo millennio (Giovanni Paolo II)