L’Islam è una delle tre grandi religioni insieme all’Ebraismo e al Cristianesimo. Con circa un miliardo di esponenti, rappresenta una grande forza politica ed economica. Il suo centro è Mecca, città dell’Arabia Saudita, diventata famosa proprio per essere il centro di una delle più grandi religioni del mondo. Il mondo islamico comprende gran parte dell’Asia, dell’Africa centro-settentrionale e parte dell’Europa orientale, ma in questi ultimi anni ha avuto anche un enorme sviluppo in Occidente. Negli Stati Uniti d’America, soprattutto nelle comunità degli afro-americani e in Europa, per mezzo delle massicce immigrazioni di persone provenienti dal Nord Africa, medio Oriente e Africa nera. Come abbiamo già detto l’Islam, che significa sottomissione alla volontà di Allah, è una religione monoteistica, crede cioè in un solo Dio.
Questi sono le principali dottrine in cui credono i musulmani:
- In Allah, unico creatore, onnipotente e misericordioso verso tutti i musulmani.
- Nei suoi angeli e negli spiriti maligni.
- Nelle sacre scritture, i cosiddetti “libri rivelati”, tra i quali: la legge di Mosè (Taurat); I Salmi di Davide (Zabur); Il Vangelo di Gesù (Injil) e il Corano (Qur’an) di Mohammed.
- Anche se i musulmani credono all’esistenza di questi quattro libri, la loro fede si basa, quasi unicamente, sul Corano. Questo libro contiene molti passi e molti racconti biblici, molti di questi riguardanti Gesù, Mosè, Abramo ed altri profeti importanti, ma anche se vengono riconosciute alcune verità, il Corano nega le verità bibliche più importanti e basilari per la fede cristiana.
- Nei suoi messaggeri e profeti, dei quali Mohammed è l’ultimo e ne rappresenta il sigillo;
- Nel giorno della resurrezione e del giudizio;
- Nel Destino, ossia qualsiasi cosa decretata da Allah, sia in bene che in male.
I cinque pilastri della fede musulmana:
- La testimonianza (Shahada): “Io testimonio che non c’è altro Dio ma Allah e che Mohammed è il suo messaggero;
- Le preghiere rituali (Salat): vengono fatte cinque volte al giorno ad orari prestabiliti;
- L’elemosina (Zakat): Ogni musulmano deve dare il 2,5% dei suoi beni per i poveri e per l’avanzamento dell’Islam nel mondo;
- Il digiuno (Sawm): Viene praticato durante tutto il mese di Ramadan, dall’alba al tramonto.
- Il pellegrinaggio (Hajj) a Mecca: e’ richiesto ai musulmani di compierlo almeno una volta nella vita.
Ostacoli per la testimonianza:
L’aspetto teologico:
- La prima difficoltà riguarda la persona di Gesù Cristo. I musulmani non conoscono la posizione che occupa Gesù nella storia e nel piano di Dio, ed anche da questo deriva il loro fraintendimento della fede cristiana. In un certo senso considerano il Cristianesimo come una religione monoteista, anche perché il Corano la considera tale, ma per loro è inaccettabile il concetto di trinità. Per i musulmani Gesù è stato un grande profeta, ma niente di più. Credono alla sua nascita miracolosa per opera dello Spirito Santo, credono che Gesù sia stato l’unico essere umano senza peccato, ma non credono ne alla sua divinità, ne alla sua morte sulla croce e alla sua resurrezione. Per il loro modo di vedere, è inaccettabile che un profeta di Allah subisca una morte così infamante. I musulmani credono, che siccome Gesù era un uomo giusto, se Allah avesse permesso la sua morte sulla croce, avrebbe permesso un ingiustizia nei confronti di una suo illustre profeta. Non esistendo nell’Islam la morte espiatoria, è molto difficile per i musulmani capire la morte di Gesù come sacrificio per i peccati dell’umanità. Secondo gli insegnamenti del Corano, ogni uomo deve pagare per le proprie azioni. Secondo i musulmani ogni uomo dovrà comparire davanti ad Allah. In quel giorno ogni opera verrà giudicata e pesata, le opere buone e le opere cattive verranno messe su una bilancia e in base a come la bilancia si muoverà, verrà deciso il destino eterno di quella persona. Ci sono due teorie riguardo alla crocifissione, ma la più diffusa e accettata, è che un altro uomo, forse Giuda, sia stato ucciso al posto di Gesù.
- La seconda difficoltà riguarda la Bibbia. Come abbiamo già detto i musulmani credono nelle diverse rivelazioni di Allah, nella Taurat, nei Salmi e nel Vangelo, ma dicono che le tre rivelazioni che precedono il Corano, sono state cambiate e falsificate. Ovviamente, non sono in possesso di alcuna prova, e neanche possono dimostrarlo attraverso il Corano. Infatti in tutto il loro libro, non c’è neanche un solo passo che sostenga la falsificazione della Taurat, dei Salmi e del vangelo. Semplicemente, lo affermano, non perché ne abbiano la certezza, o perché ne siano convinti, ma perché lo sentono dire da altri musulmani.
L’aspetto culturale:
- Un’altra difficoltà che si incontra quando si condivide il vangelo con i musulmani è strettamente legata alle differenze culturali. E’ nostro dovere, cercare di andare verso di loro, con un profondo rispetto delle loro usanze e delle loro tradizioni (questo ci costerà non poca fatica). Non dobbiamo assolutamente pensare di essere migliori di loro soltanto perché conosciamo la verità biblica (vedi Giona). Quando conosceremo la loro cultura, ci renderemo conto che ci sono tantissime cose che possiamo imparare anche dai musulmani. Il nostro compito non è quello di convertirli alla nostra cultura, o al nostro modo di vivere la fede, il nostro compito è quello di annunciare la verità dell’evangelo. Ricordiamoci che Dio ama e accetta tutti gli uomini nella loro diversità, di ogni lingua e di ogni tribù.
4 Principi per la testimonianza
L’amore:
- Amare i musulmani fa parte del più grande comandamento che ci ha lasciato Gesù, Luca 10: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Ogni musulmano è il nostro prossimo, che dobbiamo amare, come noi stessi. Gesù non ci chiede di amare solo il nostro fratello nella fede, con il quale abbiamo molte affinità, ma ci chiede di amare il nostro prossimo, cioè chi è diverso da noi, dobbiamo amarlo con le sue differenze e rispettarlo in quanto creatura amata da Dio. L’amore è una cosa indispensabile, perché se non amo il mio prossimo, non posso neanche parlargli di Gesù, ne tantomeno, mostrargli l’amore di Dio..
L’ospitalità:
- Il terzo principio da ricordare per l’evangelizzazione dei musulmani è l’ospitalità. Dobbiamo tenere presente che la mentalità dei musulmani è molto simile alla mentalità dei personaggi biblici e le storie che ci vengono raccontate nella Bibbia, sono per la mente araba, uno spaccato di vita quotidiana. L’ospitalità è un tema molto ricorrente in tutta la Parola di Dio e spesso per noi occidentali, può diventare un ostacolo molto grande. In occidente i tempi sono molto ristretti e di conseguenza anche i rapporti interpersonali sono notevolmente più complicati. Dobbiamo tenere presente che se vogliamo condividere il messaggio del vangelo coni nostri amici musulmani, quello dell’ospitalità non è un tema da sottovalutare. Ovviamente questo richiede un nostro maggiore impegno, probabilmente dovremo rivedere la nostra concezione di ospitalità, ma questo, oltre a facilitare i nostri rapporti con i musulmani, ci aiuterà a comprendere in modo più profondo la Bibbia.
L’onestà e il rispetto:
- Dobbiamo saper soffermarci in tutta onestà sui punti che uniscono, ad esempio: la fede in un solo Dio creatore. I musulmani amano parlare di Dio e della loro fede, loro amano parlare quando però, vengono rispettati. Parlare con loro è molto bello ed interessante, ma dobbiamo imparare ad ascoltare e a non voler imporre la nostra fede con prepotenza, per arrivare ad una relazione vera e fruttuosa. Voler avere ragione su tutti i punti, non è affatto un buon sistema di testimoniare di Gesù. Dobbiamo imparare a partire dalle verità che già conoscono su Dio e su Gesù, per poi poterli aiutare ad accettare tutta la verità biblica.
Conclusione:
- La presenza dei musulmani in Italia, e in tutto l’occidente, è una grande occasione per i cristiani. Ci sono più di un milione di musulmani nel nostro paese e circa quindici milioni in tutta Europa. Queste persone vengono da paesi dove testimoniare di Gesù in modo aperto non è possibile e dove la presenza di missionari è molto bassa. Molti paesi musulmani stanno chiudendo le porte ai missionari cristiani, ma nel frattempo, molte persone provenienti da quei paesi stanno venendo in occidente, aprendo così una nuova possibilità per la chiesa di Gesù Cristo. Quasi tutti loro non hanno mai sentito parlare di Gesù in modo chiaro e molti di loro sono alla ricerca di un modo diverso di rapportarsi con Dio. Come chiesa nel mondo “libero”, siamo chiamati a raggiungere queste persone con amore e franchezza, e a non perdere questa occasione che Dio ci ha dato.