Nella primavera del 2016 le Forze dell’ordine incontrano Precious, una ragazza nigeriana palesemente minore, lungo una strada periferica della Sicilia. Condotta presso il Commissariato di Polizia, la giovane afferma di avere 21 anni e di voler essere riaccompagnata dalla sorella più grande che vive in città.
Precious è sprovvista di documenti, è spaventata e restia a fornire qualsiasi altra informazione. Dal controllo delle impronte nel sistema AFIS (Automatic Fingerprints Identification System) risulta che è sbarcata 5 mesi prima che ha, contrariamente a quanto appena dichiarato, 17 anni.
La Procura per i Minorenni, informata dalle Forze dell’ordine, contatta il personale dell’OIM che incontra Precious il giorno seguente, presso la comunità alloggio per minori dove è temporaneamente collocata. La minore indossa ancora la parrucca rossa ed i vestiti con cui era sulla strada il giorno precedente.
L’OIM le racconta la storia di una ragazza nigeriana che, raggirata nel suo Paese d’origine con la promessa di un’occupazione, raggiunge l’Italia nella speranza di lavorare e sostenere economicamente la propria famiglia. Sfortunatamente, una volta sbarcata, la donna comprende di essere stata raggirata quando, piuttosto che essere impiegata come parrucchiera, viene condotta in strada dai connazionali di cui si è fidata. È prostituendosi che la ragazza deve saldare il debito contratto col viaggio.
Precious si rispecchia nel racconto e decide di confidarsi con gli operatori dell’OIM raccontando di essere sulla strada da alcuni mesi e che una volta sbarcata e trasferita in una comunità per minori, come concordato prima di partire, ha chiamato la donna nigeriana che la attendeva in Italia per essere impiegata nel suo salone di estetica. Prelevata dalla comunità di accoglienza il giorno seguente, contrariamente a quanto promesso, Precious viene costretta a prostituirsi. La minore, che non aveva mai avuto rapporti sessuali con un uomo prima di allora, è costretta sulla strada per 12 ore al giorno, e ha paura di essersi ammalata.
Quando vede avvicinarsi le Forze dell’Ordine chiama la trafficante chiedendole cosa fare. La donna la esorta a scappare per evitare il rimpatrio.
Precious però, seppur spaventata, decide di non muoversi. Vuole essere fermata.
La donna di cui parla al Commissariato non è sua sorella ma la sua trafficante. L’OIM le spiega che le minori non possono essere rimpatriate e che, se vuole, può essere aiutata e protetta.
Precious ha paura, è stata sottoposta a rito voodoo e la madame conosce la sua famiglia. L’OIM la incontra ogni giorno per un mese. La giovane non riesce a dormire, crede di morire a causa del voodoo e spesso, di notte, annoda le lenzuola per calarsi dal primo piano del palazzo ed andare incontro al suo destino. Talvolta invece prepara la valigia e si blocca dinanzi alla porta. Ogni volta, però, la paura di tornare sulla strada è più forte di tutto.
Dopo alcune settimane decide di sporgere denuncia contro i trafficanti. Nonostante le pesanti minacce subite dai suoi parenti in Nigeria, Precious ha il loro supporto.
Oggi vive in una struttura protetta lontano dalla Sicilia, parla perfettamente italiano e studia per diventare mediatrice culturale.
Tratto da “LA TRATTA DI ESSERI UMANI ATTRAVERSO LA ROTTA DEL MEDITERRANEO CENTRALE: DATI, STORIE E INFORMAZIONI RACCOLTE DALL’ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE PER LE MIGRAZIONI” di OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni).