Alle origini del cyberbullismo

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Image by Pete Linforth from Pixabay

Con il termine cyberbullismo o bullismo online si indicano quegli atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l’e-mail, le chat, i blog, i telefoni cellulari, i siti web o qualsiasi altra forma di comunicazione riconducibile al web che è arrivato a rappresentare circa un terzo del bullismo totale. Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile e/o del Codice penale. Molti cyber-bulli agiscono in maniera aggressiva e violenta perché desiderano avere visibilità. Il cyber-bullo non è altro che un soggetto che indossa una sorta di maschera virtuale, e che sfrutta questa nuova situazione per compiere dei comportamenti disinibiti e aggressivi.

Studi di psicologia sociale hanno stabilito che alla base di atti violenti ed orribili ci sia la cosiddetta “distanza sociale”, cioè la sensazione di assenza di sentimenti ed emozioni che non fanno capire al cyber-bullo che la cyber-vittima stia soffrendo. Infatti vengono a mancare il linguaggio del corpo, il suono della voce, e tutti gli altri aspetti della comunicazione che sono presenti nel mondo reale e conseguentemente il bullo non riesce a capire che il dolore, la frustrazione, l’umiliazione generati nei confronti della vittima, sono tutti dei sentimenti reali. Il cyberbullismo costituisce un doppio rischio. I ragazzi possono caderne vittime, ma possono loro stessi diventare cyberbulli. Molti cyberbulli lo sono senza sapere di esserlo. Pensano che in fondo quello che stanno facendo è solo uno scherzo.

Tratto da: Manuale “La dipendenza da internet, videogiochi e gioco d’azzardo”, ASL Bari

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