Che cosa permette all’uomo “selvaggio” di riconoscere la Grande Presenza?

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Continuamente don Julian Carrón ci provoca a vivere intensamente il reale. Ma cosa significa per me “educazione” ed educare il mio popolo a questa posizione? Tutti i giorni, prima di cominciare a lavorare, affidiamo a ogni persona una provocazione che è stata suscitata in alcuni dalla stessa realtà.
Sono esempi, sono particolari della vita quotidiana, ma se Cristo non entrasse in questi particolari non potremmo verificare la verità del fatto che la realtà, come afferma san Paolo, è il corpo di Cristo. Da questa posizione è nata la bellezza delle opere nella nostra comunità. Un’opera è un “opus Dei” solo quando in tutti i suoi particolari rimanda alla bellezza divina. Che bello ascoltare molti pazienti terminali dire: «Padre, solo per il fatto di essere in un posto così bello mi sento meglio». O quando i bimbi che vengono a scuola, in un luogo bello, pulito, ordinato, e nel tempo imparano a vivere nello stesso modo anche a casa loro. È “il bello” che educa, perché solo il bello desta stupore, rimanda al Mistero. Per questo per noi il culmine della carità è la bellezza. Cioè, vivere intensamente il reale, dall’alba al tramonto.
In queste terre, che sono le mie terre, non esiste l’esperienza della bellezza, cioè di un luogo, un habitat bello.
Per questo, fin dal principio ho percepito che tutto quello che avevo studiato di teologia pastorale non sarebbe servito a nulla se non avessi vissuto, per primo io, ogni istante e ogni cosa come relazione con il Mistero. Questa posizione nel vivere il reale me l’ha regalata don Giussani, che mi ha educato al gusto per il bello a 360 gradi. Realmente questa è l’unica posizione che permette all’uomo “selvaggio” di oggi, di riconoscere la grande presenza. Il bello e il dolore, che camminano uniti, sono sempre la strada verso Cristo.
Queste provocazioni ci aiutano ogni istante del giorno a crescere in questa posizione, lasciandoci educare soprattutto dai nostri pazienti, i quali, in mezzo al dolore causato dalla malattia, riescono a guardare con positività tutto quello che vivono.
Dopo che padre Aldo mi ha raccontato cosa aveva detto nella preghiera del mattino, gli ho detto: «Padre, sai perché la gente si perde in tante stupidaggini (uno mi guarda, non mi guarda, non mi sta simpatico, fa male il suo lavoro, si lamenta, non partecipa ai momenti di formazione eccetera)? Perché non ha un problema maggiore. Dio voglia che imparino da me come, con la grazia di Dio e l’aiuto della Madonna, sto vivendo questa malattia, che prima solamente al pensiero mi spaventava».
Silvia
17 gennaio 2012 – San Antonio Abad

Nella vita, spesso ci preoccupiamo per tante scemenze. Non ci rendiamo nemmeno conto che dobbiamo ringraziare perché Dio ci dà la grazia di poter andare bene di corpo!! Dobbiamo ringraziare tutti i giorni per questa grazia.
Silvia
18 gennaio 2012

Dovremmo apprezzare il valore del semplice poter dormire. Quando tante volte il dolore fisico o spirituale non ci permette di farlo. Invece all’aprire gli occhi, ogni mattina, dovremmo dire felici: «Grazie Signore, perché questa notte ho potuto riposare».
Silvia
19 gennaio 2012

Voglio godere di ogni cosa. Per quanto piccola e ovvia oggi mi commuove. Ti lodo Signore, perché mi doni la tua benedizione nel bacio che mio figlio mi dà ogni volta che torna dal lavoro.
Silvia
20 gennaio 2012

Ho bisogno di lasciarmi sorprendere di più da ciò che ho davanti agli occhi in ogni istante, come il sorriso di Norma. E chiedermi: «Perché lei sorride quando soffre?».
21 gennaio 2012

Sono stata a visitare Silvia per ringraziarla del fatto che mi ricorda ciò che sono: pura debolezza. A causa di un mal di testa non veniamo al lavoro, ma lei con il suo bastone non manca mai, con forza ci testimonia che Cristo vive.
Modesta
22 gennaio 2012

Per “ragioni di salute” dovrei camminare tutti i giorni, ma siccome non mi piace farlo, trovavo sempre una scusa pur di non fare fatica. Mi ripromettevo sempre: «Comincio domani». Sabato, con un grande sforzo, ho fatto tre giri nel giardino e ho ringraziato Dio per esserci riuscita, perché adesso per “problemi di salute” non posso farlo e ho cominciato ad attribuire un nuovo valore alle grandi grazie che riceviamo senza rendercene conto e ad accorgermi di quanto sono importanti per me.
Silvia
23 gennaio 2012

Nella stanza di Vittorino, qualcuno spostando la sua culla ha rigato la parete. Se fossi tu, ti dispiacerebbe aver dato uno schiaffo alla divina Provvidenza, che tiene conto di tutti i dettagli e oggi ti dà la grazia di poter respirare?
25 gennaio 2012

«Con la misura con cui misuri gli altri, sarai misurato», dice il Vangelo di oggi. Questa mattina, nell’arrivare al lavoro, un’amica mi ha chiesto: «Come ti sei alzata?». Questa domanda mi ha commossa come niente altro prima. Lei sarà misurata nella sua delicatezza verso di me, non si è lasciata determinare dal mio stato d’animo spaventoso, ha visto l’essenziale: esisto.
26 gennaio 2012

Un’amica mi ha detto: «Mio padre mi ha insegnato che quando arrivo in qualche luogo e devo rimanerci per un po’, la prima cosa che devo fare arrivando, è guardare bene come è così che quando me ne vado sia uguale o addirittura meglio». Ma questo succede quando siamo coscienti della bellezza e dell’ordine in tutte le cose. Se non siamo educati a farlo, difficilmente lo faremo per altri. In ogni caso possiamo imparare a farlo. Solo così possiamo imparare a rifarlo nella nostra vita, nelle case, con la nostra famiglia.
Silvia
27 gennaio 2012

«Vai e annuncia ciò che il Signore ha fatto con te per la sua misericordia», dice il Vangelo di oggi. Mario abbracciato e accolto da Cristo in questo luogo, lo annuncia con la sua gioia ogni mattina, perché come diceva Santa Teresa de los Andes: «Dio è gioia infinita».
30 gennaio 2012

Quante volte ho dato per scontata la grazia di pronunciare una o due parole. Oggi guardando un paziente che cercava di pronunciarle e non riusciva, ho pensato che lui è qui per me, per mantenere vivo in me lo stupore di fronte al più semplice e piccolo dono che è quello di poter parlare. Dire “ciao” è un dono.
31 gennaio 2012

Il valore di un’amicizia genuina e sincera oltrepassa le frontiere e accende il cuore di gioia. Questo è ciò che ho visto nei volti di tutti coloro che sono stati ad Angras a vivere questa esperienza. Dio ti dà sempre l’opportunità di avvicinarti a lui attraverso una compagnia. Per questo è importante, come ci insegna padre Aldo, dire “sì” a questa provocazione senza analizzare come. Il cammino per riuscirci è la Provvidenza.
Silvia
1 febbraio 2012

«Luce per illuminare le nazioni e gloria del tuo popolo Israele». Oggi ricordiamo queste parole pronunciate da Simeone quando Gesù è stato presentato al tempio in braccio alla Vergine Maria, le stesse che percepisco farsi carne nella Natività. Quando la gente dice: «Nel tuo volto non si nota che sei malata», lei risponde: «Non sono ammalata nel volto, ma nelle gambe e sono contenta perché Gesù è presente nell’Eucarestia e in me». Il suo volto allegro sommerso dalla sofferenza, è luce che nasce da un’altra luce: Cristo, luce del mondo».
2 febbraio 2012
Festa della presentazione del Signore
Giorno della vita consacrata.

Il silenzio è la pienezza della presenza di Cristo, per questo la sua presenza mi riempie di silenzio. Il Signore mi ha scelta e mi ha chiamata con il mio nome per lavorare nella sua vigna, per i suoi interessi. Perché ho bisogno di rendere silenziosi i miei lamenti, le mie fantasie, le mie immaginazioni, i miei sospetti? Perché lui è presente, mi guarda e solamente aspetta che, facendo un lavoro personale, lo ascolti nella realtà.
3 febbraio 2012 – San Blás

Questa mattina sono andata da Florio per darle la Comunione. Aveva la maschera d’ossigeno ed era debole, non era autonoma. Quando mi sono avvicinata, ho alzato la mascherina e le ho offerto il corpo di Cristo. Ha esclamato con grande sollievo e gioia: «Grazie sorella!». Evidentemente il suo riposo sta in Gesù.
4 febbraio 2012

Aldo Trento- Tempi

Articolo tratto da www.tempi.it per gentile concessione della redazione (7-7-2023).

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La sofferenza nella malattia

La vita di chi è benedetto dalla malattia. Il diario di Dea