Il gioco d’azzardo patologico (G.A.P.) è da considerarsi una malattia cronica ad andamento progressivo e invalidante, che presenta numerose analogie con la clinica delle dipendenze a cui frequentemente si associa. Si può paragonare ad una “droga invisibile”, per cui risulta molto complicato comprenderne l’origine, valutare precocemente i fattori di rischio e formulare una diagnosi ed un protocollo terapeutico adeguati.
Questa malattia esordisce durante l’adolescenza, periodo evolutivo critico caratterizzato da disagio psichico. Di conseguenza, è importante sapere identificare il livello di sofferenza psicologica, conoscere il contesto ambientale culturale e sociale del ragazzo per riuscire a stimare il rischio evolutivo. Il G.A.P. appare in questo ambito uno strumento per agire i propri conflitti e lenire il dolore in una struttura di personalità fragile ed in formazione. Spesso si osserva la mancanza di figure adulte di riferimento, che si propongono come “mediatori stabili” in modo tale da stimolare e sostenere il normale processo di crescita ed offrire soprattutto uno spazio di ascolto adeguato.
È necessario pertanto poter organizzare servizi mirati a individuare ed alleviare il disagio giovanile, creare una rete territoriale di sostegno efficace a partire dalla scuola all’ interno del gruppo classe e dalla famiglia, con l’obiettivo di informare ed educare per riuscire a valorizzare le competenze sociali e favorire le loro capacità di critica e di conseguenza le possibilità di scelta. Potenziare le risorse territoriali (sportelli di ascolto nelle scuole, ambulatori specialistici, creazione di protocolli di diagnosi e cura condivisibili ed offerta di una formazione continua degli operatori), investire in attività di ricerca e studio di tale fenomeno, stimolare la formazione di una sensibilità sociale, politica ed istituzionale, mirata a comprendere le esigenze evolutive dei ragazzi, con obiettivi che siano di sostegno all’ adolescente nell’ affrontare i suoi problemi e che possano incrementare la sua capacità di chiedere aiuto, invece di proporre interventi a sfondo per lo più “repressivo”.
Tratto da: Manuale “La dipendenza da internet, videogiochi e gioco d’azzardo”, ASL Bari
Ovviamente la prevenzione degli enti pubblici è utile ma non è risolutiva, è fondamentale la famiglia e la trasmissione di valori forti, tra cui il non far dipendere la nostra felicita’ dal denaro o dalla apparenza. Nel momento in cui il denaro/successo/ricchezza viene percepito come utile ma non come principale scopo della vita ecco che viene meno un grande bacino di potenziali utenti tra cui provengono i ludo-dipendenti