Homo cyborg. Il futuro dell’uomo, tra tecnoscienza, intelligenza artificiale e nuovo umanesimo

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Si è svolto il XVI Convegno nazionale dell’Associazione Scienza & Vita dedicato al tema “Homo cyborg. Il futuro dell’uomo, tra tecnoscienza, intelligenza artificiale e nuovo umanesimo”. Al centro della riflessione l’approfondimento del pensiero transumanista e postumanista, nelle sue varie declinazioni, con una particolare attenzione alle conseguenze concrete di una sua compiuta attuazione nella nostra società.

L’idea di fondo che ispira questi recenti movimenti di pensiero è l’anelito al superamento dei limiti naturali che caratterizzano la condizione umana, fino al limite estremo della morte. Di conseguenza l’umanità dovrebbe indirizzare ogni sforzo ed energia per raggiungere un “più”, un “oltre”, che porti tale condizione ad un livello superiore. Un obiettivo, questo, da raggiungere mediante il massiccio ricorso alla tecnologia più avanzata, nelle sue svariate forme e applicazioni. La parte “limitata” dell’essere umano, che si manifesta nelle diverse circostanze della sua vita sotto varie forme, dovrebbe dunque essere, se non “sanata”, almeno sostituita da presidi tecnologici (di ultima generazione o futuribili) in grado di garantire il suo superamento.

In questa prospettiva, strumenti quali  intelligenza artificiale, robotica, possibili commistioni uomo-macchina (cyborg), “genetic engineering and enhancement”  e altri, dovrebbero costituire la concreta possibilità per l’essere umano di raggiungere una sorta di “immortalità” di fatto, pur se ridotta ad un mero prolungamento della condizione terrena. Ovviamente, anche col rischio reale che il risultato finale di una tale trasformazione umana possa generare categorie di persone di valore differente, cui riconoscere un diverso grado di dignità (e di conseguente tutela), in base al grado di “perfezione tecnica” raggiunta.

Scienza & Vita riconosce che tale prospettiva di pensiero senz’altro lascia trasparire una tendenza umana autentica: il radicale desiderio di “trascendenza” che alberga in ciascuno di noi e l’aspirazione ad una pienezza esistenziale, che corrisponde anche alla nostra vera felicità. Ma, a differenza della visione transumanista e postumanista,  riconosce al tempo stesso che il raggiungimento di queste sincere aspirazioni non richiedono un nuovo “livello di umanità”, una diversa modalità di ”essere uomo”, bensì l’attuazione di un’autentica relazionalità interpersonale, che trova il suo culmine nella reciproca comunione tra persone.

Infine, Scienza & Vita riconosce e valorizza l’apporto di aiuto che la scienza e la tecnologia più avanzate, frutto dell’ingegno umano, possono offrire alle nostre situazioni di limite e di malattia. Ma sottolinea al tempo stesso che, per mantenersi orientate verso questa finalità, la loro applicazione deve continuamente confrontarsi con l’impegno etico di porre al centro e rispettare la persona, con la sua peculiare dignità. Non è la scienza che può dare pienezza all’uomo, ma l’amore.

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