12. Vivere insieme rapporti prematrimoniali: si o no?

Il rapporto fisico e’ un aspetto privilegiato dell’amore. Tutti si rendono conto della sua importanza, prima di tutto perche’ l’attrazione sessuale e’ insita in noi (essa è voluta da Dio che benedice l’unione dell’uomo e delta donna: cf. Gen 1,28) e poi perche’ e’ un momento privilegiato della relazione di coppia, nel quale gli sposi si donano nella gioia l’uno all’altro, e a partire dal quale possono dare la vita ad un bambino.

  • La mentalità attuale banalizza i rapporti sessuali, riducendoli molto spesso solo alla dimensione fisica e sensuale. Bisogna però tenere presente che la persona viene di fatto coinvolta con tutto il suo essere nell’unione fisica. Non ne siamo sempre consapevoli, è vero, ma anche la legge lo riconosce quando considera la violenza carnale come un attentato all’integrità e alla dignità della persona. Si è quindi coinvolti molto seriamente quando ci si unisce fisicamente all’altro.
  • l rapporti fisici, inoltre, fanno nascere ben presto l’esigenza di vivere insieme. Diventa allora molto più difficile rimettere in questione la propria scelta o, eventualmente, interrompere la relazione. In questo modo la libertà personale può di fatto venire legata. Certamente non sempre è facile stabilire se ci si ama davvero, se ci si dà all’altro per paura di perderlo o, ancora, perché tutti lo fanno,… Ma possiamo dire di essere liberi se i nostri comportamenti sono guidati dall’istinto, dalla paura o dall’affettività?
  • È quindi un inganno giustificare i rapporti prematrimoniali dicendo che sarebbero un modo per conoscersi meglio. Tanto più che la vita sessuale può oscurare nella coppia l’espressione della tenerezza e la comunicazione: il linguaggio dei corpi sostituisce molto velocemente il dialogo in profondità. D’altra parte l’armonia sessuale di una coppia dipende dalla qualità dell’amore che unisce le due persone, dalla qualità del dono e non in primo luogo dall’accordo fisico.
  • Donare il proprio corpo significa donarsi totalmente. Non è poco. E un dono non è un prestito. Se ciò che viviamo non è in armonia con le nostre scelte profonde e concrete, non siamo nella verità: è giusto allora concedermi quando non mi sono ancora donato? Siamo nella verità solo se l’unione fisica riflette un dono reciproco, preliminare e definitivo. Questo dono è il matrimonio. Solo in esso l’unione fisica acquista tutto il suo significato.
  • Anche se oggi non è di moda, possiamo decidere di rimanere casti, di conservarci integri per colui o colei che riceveremo un giorno come sposo, come sposa. La castità è la slancio di un amore che vuole donarsi totalmente, nel rispetto profondo dell’altro. Si tratta di una decisione da prendersi a partire dalla propria realtà concreta. E il fatto di avere avuto in passato relazioni sessuali non impedisce di fare questa scelta. La castità é un cammino di libertà.
Testimonianza

 

Paoletta: Giovanni ed io convivevamo già da quattro anni, quando un collega ci invitò ad un corso di preparazione al matrimonia nella sua parrocchia.

Giovanni: Eravamo molto meravigliati nell’ascoltare quelle coppie che davano casì tanta importanza alla preghiera. Se questa arrecava loro tanto beneficio, non ci restava che provare anche noi.

Paoletta: Gerto, non sapevamo come incominciare! Una sera, Giovanni suggerì di recitare mentalmente un Padre nostro tenendoci per mano. Fu questa la nostra prima preghiera in comune!

Giovanni: Ma, col passar del tempo, Paola intuiva che qualcosa non andava più bene non potevamo continuare a vivere insieme senza essere sposati. Avevamo l’impressione di essere dei «clandestini» Decidemmo quindi di separarci fino a matrimonio.

Paoletta: Giovanni restò nell’appartamento mentre io andai ad abitare da un’amica. La separazione fu molto dolorosa per me. Alla sera attendevo con ansia la sua telefonata. Perché rientrava cosi tardi? E se avesse incontrato qualcuno?

Giovanni: E io, ad ogni nostro incontro, subivo un vero e proprio interrogatorio, che sopportavo sempre meno.

Paoletta: Ho capito a poco a poco che ero soffocata dalla gelosia: incapace di essere veramente me stessa, mi servivo di Giovanni come di una stampella che mi aiutava ad andare avanti. Piano piano diventai più sicura con l’aiuto della preghiera. Una cosa di cui non ho mai dubitato é che Giovanni fosse davvero l’uomo per me. Ero di nuovo pronta a donargli tutta la mia vita, ma questa volta con l’aiuto di Dio. Il matrimonio era l’inizio della vita che desideravo.

Giovanni: Da parte mia, anch’io cominciai a vederci più chiaro. Sapevo di amare Paola, ma non mi sentivo pronto a sposarmi subito. Gapii, soprattutto, di essere dipendente dall’amore fisico come altri lo sono dalla droga. Una frase ascoltata durante il corso di preparazione al matrimonio mi aveva colpito in modo particolare: «La pulsione deve trasformarsi in desiderio e il desiderio deve a sua volta trasformarsi in amore». Tutto un programma!

Paoletta: Questa separazione di quattro mesi ci ha fatto crescere moltissimo. Ci siamo sposati fiduciosi: Dio era presente nella nostra storia d’amore.

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