Alcune proposte per fermare l’islamismo estremista

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L’islamismo è una ideologia che vuole imporre una versione estrema e fortemente illiberale dell’islam.
L’islamismo in Europa è sgradito e nuoce anche a gran parte dei musulmani che hanno scelto l’occidente per vivere piu’ liberi e senza costrizioni.
E’ purtroppo pero’ reale che vi siano molte aree specie in grandi città europee in cui si possono sperimentare problemi per la forte presenza di estremisti ed organizzazioni islamiste che controllano il territorio imponendosi anche sui musulmani stessi.
Tale processo è in genere graduale, pianificato e ben finanziato dall’esterno perchè permette il controllo di persone e territori al pari di altre ideologie totalitarie.

Ecco alcuni fattori che favoriscono la diffusione dell’islamismo e alcuni antidoti necessari:

Minacce, pressioni e violenze su chi abbandona o non segue l’islam:
Le persone che abbandonano l’Islam o si allontanano dalle pratiche religiose o non ne seguono le regole (vestiario, velo, ramadan, comportamenti, amicizie, cibo, preghiera) possono essere soggette a minacce, violenze o discriminazioni da parte di estremisti. Questo può creare un ambiente di paura e costringere alcune persone a nascondere la loro scelta o a cambiare o nascondere le proprie idee e comportamenti.
Proposta: Formare Polizia e i centri antiviolenza su queste tematiche con mediatori culturali laici, meglio ancora se italiani, per poter accogliere le richieste di aiuto e talvolta ospitare in comunità chi riceve minacce.

Infiltrazione nelle istituzioni con persone indicate dall’estero:
Alcuni gruppi estremisti cercano di infiltrarsi nelle istituzioni europee attraverso persone provenienti dall’estero. Questo può influenzare le politiche, la cultura e la società in generale.
Proposta: Monitoraggio dei servizi e delle forze di polizia e dichiarazione di eventuali fondi e finanziamenti ricevuti da enti esteri, come accade per riciclaggio, mafia, terrorismo.

Ronde e corti islamiche:
Le “ronde islamiche” sono gruppi di vigilanza o pattuglia che operano in alcune comunità musulmane.
Le corti islamiche si occupano di punire e regolare i crimini contro la sharia.
Talvolta vengono invocate con la scusa che il Codice Civile non puo’ risolvere i problemi interni alla comunità musulmana.
Il loro obiettivo dichiarato è quello di preservare la moralità e la sicurezza all’interno delle comunità esercitando un controllo eccessivo o intimidatorio su coloro che non seguono rigorosamente le norme religiose. Il loro obiettivo ultimo è controllare le persone e aumentare il numero di persone che si rassegnano alla sharia.
Proposta: Diffondere l’informazione che ronde e vigilanze di tipo morale ledono la libertà privata e vanno denunciate. Le corti islamiche sono un sistema giudiziario illegale. Servono nuclei di polizia specializzati contro l’estremismo.

Numero di figli:
Il numero medio di figli musulmani è molto più alto rispetto alla media degli italiani.
Proposta: Serve un sostegno forte alla natalità occidentale per sostenere la cultura autoctona perché l’integrazione dei minori risulta più difficile se si formano in uno stesso territorio gruppi troppo numerosi di compaesani e correligionari, replicando così le dinamiche socio-religiose dei paesi di origine che in questa fase storica tendono statisticamente alla radicalizzazione.

Limitazione della donna:
La segregazione delle donne ostacola l’integrazione. Le donne che non parlano la lingua locale o non lavorano possono avere difficoltà a supportare i figli e a partecipare attivamente alla società. Inoltre, hanno meno strumenti per difendersi da imposizioni e regole estremiste da parte di mariti e comunità islamiste, oltre che dalle violenze domestiche o da soprusi nella vita quotidiana.
Proposta: Obbligo di superare un esame di italiano serio (esistono ancora, ad oggi, alcuni Cpia, scuole medie e corsi che rilasciano attestati senza una buona preparazione, in alcuni casi ci sono donne che sulla carta hanno la Terza Media per adulti ma non sanno leggere e parlare italiano) per il ricongiungimento familiare e per ottenere la cittadinanza potrebbe promuovere l’integrazione linguistica e culturale.

Limitazioni al matrimonio con non musulmani:
Alcune ambasciate straniere pongono restrizioni al matrimonio tra musulmani e non musulmani*. Questo può influenzare le relazioni interculturali e l’integrazione.
Proposta: Una norma che semplifichi le pubblicazioni di matrimonio senza nulla osta dell’ambasciata quando questa non lo rilascia in assenza di conversione del marito all’islam.
Potrebbe agevolare le coppie miste e lo svincolamento dalle imposizioni della sharia.

Promozione dell’hijab:
Alcuni gruppi estremisti promuovono l’uso dell’hijab come parte della loro agenda per l’islamismo. Questo è spesso fatto attraverso associazioni satellite, che sono state finanziate da varie fonti.
Proposta: Vietare l’uso del velo fino al termine delle medie e vietare ovunque l’uso di veli integrali (burqa e simili) che impediscono l’integrazione sociale, lavorativa, culturale delle donne.

Controllo delle moschee:
Alcuni gruppi estremisti cercano attivamente di assumere il controllo delle moschee e dei centri culturali islamici, finanziandone la costruzione e formando all’estero i responsabili. Questo può consentire loro di influenzare la narrativa religiosa e politica all’interno della comunità.
Proposta: Legiferare sui predicatori perchè vi siano prediche in lingua italiana e i testi usati nelle scuole coraniche a cui vanno i minori siano testi pubblicati in Italia e vi sia un editore responsabile.

Emarginazione, denigrazione, azioni legali con la scusa dell’islamofobia:
Alcuni gruppi o individui possono utilizzare l’accusa di “islamofobia” per limitare la libertà di espressione e perseguitare coloro che criticano o si oppongono all’islamizzazione. Questo può comportare denunce legali, censure o altre forme di intimidazione, attacchi personali, diffamazione o ostracismo sociale a chi si esprime pubblicamente, sia che si tratti di un politico, un giornalista, un preside di una scuola, una ong o qualsiasi persona
Proposta: Istituire un fondo per le vittime dell’integralismo per aiutare chi è vittima di persecuzioni legali o fisiche che valga anche per apostati

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