La circolazione illegale del fentanyl in Italia
Con decreto del 30 giugno 2020, in vigore dal 28 luglio 2020, i derivati del fentanyl sono stati inseriti nella tabella I delle sostanze stupefacenti e psicotrope di cui al Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza (DPR 309/90), analogamente al fentanyl che era già stato precedentemente tabellato.
Dal mese di giugno 2016 a oggi, il Sistema nazionale di allerta rapida del Dipartimento per le Politiche Antidroga ha diffuso a tutto il network dei Centri Collaborativi e delle Istituzioni di pertinenza presenti sul territorio nazionale 2 comunicazioni per decessi (uno nel 2018 e uno nel 2019), 5 comunicazioni riguardanti intossicazioni non letali associate all’uso di fentanyl e 2 segnalazioni relative al consumo di fentanyl riscontrato dall’analisi di campioni biologici di altrettante persone in trattamento presso i Serd.
In Italia, tra il 2018 e il 2023, le attività delle forze di polizia hanno portato al sequestro di 123,17 grammi di fentanyl in polvere (migliaia di casi di intossicazioni acute potenziali, considerando che circa 3 milligrammi, causano una intossicazione acuta), 28 dosi in compresse e 37 altre confezioni (cerotti, flaconi e scatole medicinali).
Una delle principali “piazze di spaccio” del fentanyl e delle nuove e altrettanto pericolose sostanze psicoattive è il web. In tale luogo virtuale di promozione e vendita le sostanze vengono recapitate direttamente al domicilio degli acquirenti in piccoli plichi postali anonimi, rendendo possibile una fruizione autonoma e incontrollata delle stesse. Tale modalità di vendita mette in contatto senza intermediari il distributore e l’utente finale, esponendo quest’ultimo a un costante rischio di intossicazione acuta, data anche la sua inconsapevolezza della concentrazione e composizione del prodotto acquistato.
La circolazione illegale del fentanyl negli Stati Uniti e in Europa
Gli Stati Uniti rappresentano un mercato primario per numerose organizzazioni di narcotrafficanti
transnazionali, in particolare quelle messicane, colombiane e asiatiche, che continuano a rifornire il Paese di cocaina, metamfetamina, eroina e fentanyl.
In termini generali, nelle Americhe le rotte degli oppiacei vanno da sud a nord, dal Messico o, in misura minore, dal Sudamerica, in particolare dalla Colombia, verso gli USA e il Canada.
Nel 2022, i sequestri di fentanyl e dei suoi analoghi effettuati dalla Drug Enforcement Administration (DEA) hanno raggiunto livelli record (quasi il doppio di quelli eseguiti nel 2021), per un totale di oltre 6 tonnellate in polvere e 59,6 milioni di compresse contraffatte e contenenti fentanyl (le quantità sequestrate equivalgono a oltre 398 milioni di dosi letali di fentanyl).
Secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) statunitensi, i decessi da oppioidi sintetici sono rimasti stabili fino al 2012, ma dal 2013 sono aumentati drasticamente, per arrivare ai circa 73.000 del 2022: essi risultano principalmente dovuti al fentanyl.
A partire dal 2012 l’EMCDDA (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction, Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze) ha segnalato in Europa un aumento significativo della disponibilità di fentanili, cioè sia di fentanyl che dei suoi analoghi; essi vengono generalmente sintetizzati in maniera clandestina, hanno una potenza ancora maggiore del fentanyl stesso, e sono stati immessi sul mercato illecito, anche attraverso la vendita on line, in seguito alla massiccia produzione in Cina. È stata, tuttavia, segnalata la produzione di queste molecole anche nel territorio europeo da parte di laboratori clandestini.
Contemporaneamente si è riscontrato un aumento significativo nel numero di decessi associati al consumo di fentanili nei soggetti che utilizzano droghe.
Nel 2021, gli Stati membri dell’UE hanno riportato all’EMCDDA 137 decessi associati al fentanyl: 88 registrati in Germania, 18 in Lituania, 9 in Austria, 6 ciascuno in Danimarca e Finlandia, 4 in Estonia, 2 ciascuno in Slovenia e in Portogallo, 1 in Ungheria e in Lettonia.
Una parte significativa di questi casi di decesso, tuttavia, si pensa sia associata al fentanyl sottratto dai canali leciti di distribuzione per l’uso medico piuttosto che al fentanyl di produzione illecita.
Il fentanyl è spesso rilevato in concentrazioni estremamente basse, sia nei casi di intossicazione, sia nei casi di decesso, il che ne rende complesso il rilevamento nella maggioranza dei laboratori clinici. Pertanto, è essenziale tenere presente che i dati europei a oggi disponibili rappresentano probabilmente una sottostima del fenomeno.
Data la sua elevata potenza, il traffico di dosi commercialmente interessanti di fentanyl o di suoi analoghi può realizzarsi con il trasporto di piccoli volumi di prodotto, il che ne ostacola la scoperta e il contrasto. Si evidenzia che anche la sua rilevazione negli screening di tossicologia clinica è limitata a una minoranza dei laboratori.
Su questa base, si può concludere che, anche se attualmente la diffusione del fentanyl in Europa per uso non terapeutico sia relativamente limitata, tale sostanza rappresenta comunque una minaccia potenziale capace di influire in modo significativo sulla salute e la sicurezza europea in un prossimo futuro.
FONTE: Piano Nazionale di Prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici – Dipartimento Politiche Anti Droga Presidenza del Consiglio dei Ministri