Piu’ abbracci. Meno asterischi.

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Maurizio Maggiani, è un autore italiano noto per il suo spirito solitario e insofferente, espone le sue idee e la sua avversione verso qualunque forma di imposizione.
Si autodefinisce un anarchico mazziniano e afferma di non tollerare alcuna dittatura: non quella dei militari, non quella del proletariato e nemmeno quella del mercato. Tuttavia, c’è un aspetto in particolare che lo ha portato a scendere in campo con determinazione e fermezza: l’uso dell’asterisco al posto della desinenza maschile o femminile: .

Maggiani ritiene che l’uso dell’asterisco, promosso dai missionari della guerra culturale, sia una forma di dittatura linguistica che limita la sua libertà di espressione.
Si tratta di una forzatura, una manipolazione del linguaggio e, di conseguenza, una manipolazione della realtà stessa.

Proprio Maggiani su Repubblica ha scritto un articolo provocatorio dal titolo “Io non sono un asterisco” in cui ha spiegato che l’asterisco non è uno strumento di lotta per l’inclusione sociale.
Siamo d’accordo con lui

Qualcuno davanti a un pubblico misto, usa espressioni come “Buona sera a tutt*” per evitare di discriminare… lo stesso per chi usa una lettera speciale, come “ə”, al posto del maschile o femminile.

A parte che sono lettere e simboli che non hanno pronuncia quindi non possiamo dirli ed usarli ma solo tacere.
A parte che sono un modo per introdurre il queer nella quotidianità e imporre una visione che non è sensata.
Ma sono anche impronunciabili. E quindi tolgono libertà perchè limitano il modo di parlare ed esprimersi.
Non usiamo l’asterisco. Amiamo ed accogliamo uomini e donne. Tutti e tutte.
Piu’ abbracci e meno asterischi

Paolo Botti

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