Se dobbiamo lamentarci di qualche cosa, 30 secondi e poi basta, e si cambia argomento (Silvana De Mari)

Foto di Artturi Mäntysaari da Pixabay

Comprate i miei libri. Un libro qualsiasi. Va bene qualsiasi libro. Se proprio non volete comprare i miei libri, almeno comprate i libri di qualcun altro, ma qualche libro compratelo, perché leggere libri è uno dei più potenti antistress che esista. Per due motivi: il nostro cervello si mette in vacanza dai suoi guai e se ne va in un altro luogo, e perché i nostri occhi, per leggere, si spostano da destra a sinistra, da destra a sinistra, ripetendo lo stesso movimento che fanno nel sonno rem, il sonno preziosissimo che ci permette di non impazzire e di restare sempre in carreggiata. Quindi, mi raccomando, leggete tutto.
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Pillola di psicologia terra terra, che più in basso non si può andare.
L’importante non sono le cose, ma il senso che si da alle cose. Facciamo un esempio, supponendo di avere un bambino e gli regaliamo una caramella. Lui sarà molto contento fino a quando non scoprirà che abbiamo regalato 3 caramelle a tutti gli altri bambini della classe. A questo punto si arrabbierà moltissimo. Ma a te, scusa, cosa importa, tu hai avuto la tua caramella. No. Il bambino, invece, non ha affatto torto perché, in qualche maniera, dipende anche da come noi ci relazioniamo agli altri. Dando a lui una caramella e agli altri 3 in qualche maniera gli abbiamo detto: Ei tu, vali poco. Quindi il bambino sarà meno felici di come era prima che cominciassimo a distribuire caramelle.
Quindi, dato che dipende anche dalla relazione, noi ci sentiamo molto più forti quando siamo generosi. Quindi, quando sei abbattuto, quando la vita ti ha preso a calci, la prima idea che ti viene è di prendere a calci qualcun altro. Si, lo so, è quella più istintiva, ma non ti farà stare meglio. Usa la seconda idea che ti viene. Fai un piccolo gesto di generosità. Regala un panino a qualcuno che sta chiedendo in mezzo alla strada …. Regala un panino. Se gli dai degli euro, magari la mafia lo sfrutta ….. non lo so. Gli hai dato il panino, “dai da mangiare agli affamati”, fatto. Quello li va sicuramente bene. Siamo generosi con coloro che ci circondano. “Il prossimo” sono quelli che ci stanno vicino. S un qualche nostro famigliare ha fatto una violenta scemenza, ( ma perché? Noi non ne abbiamo mai fatte?), perdoniamo ! Una grossa forma di generosità è non lamentarsi. Lamentarsi il meno possibile. Se dobbiamo lamentarci di qualche cosa, 30 secondi e poi basta, e si cambia argomento. Lamentarsi è come cadere in un buco nero di infelicità e noi non stiamo affatto meglio perché siccome parliamo di quello che non funziona, continuiamo a tenerci l’attenzione sopra. (Silvana De Mari)

Io mi chiamo Joseph è una storia di accoglienza, di vite complicate, di rinascita grazie a un bambino.
Da leggere dai 10 anni in su.

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398 persone. 398 storie. 398 incontri che ci fanno soffrire e gioire (Rapporto 2013 sulla tratta e sfruttamento delle nigeriane)

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