Nel 2022, il mercato degli oppiacei ha mostrato una stabilità generale. Sono stati intercettati circa 550 chilogrammi di sostanza, rappresentando meno dell’1% del totale delle sostanze sequestrate dalle Forze dell’Ordine, come nel 2021. L’analisi qualitativa dei campioni sequestrati ha mostrato percentuali di principio attivo stabili rispetto agli anni precedenti. Anche il prezzo medio nello spaccio e nel traffico è rimasto stabile o leggermente diminuito.
Le segnalazioni per detenzione per uso personale (Art.75 DPR n.309/1990) rappresentano il 5% delle segnalazioni totali, mentre le denunce eroina-correlate per traffico e detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope (Art.73 DPR n.309/1990) e per associazione finalizzata al traffico illecito (Art.74 DPR n.309/1990) sono rimaste stabili, rappresentando complessivamente il 7,4% delle denunce per reati droga-correlati.
Il dato relativo ai consumi nella popolazione indica invece una inversione di tendenza rispetto agli anni passati. Se nella popolazione studentesca si è tornati a livelli pre-pandemici con circa 25.000 studenti (1%) che riferiscono l’uso nel 2022, nella popolazione generale sono 750.000 le persone fra i 18 e gli 84 anni (1,4%) che riportano l’uso almeno una volta di eroina/oppiacei nell’anno, con un valore 3 volte superiore rispetto alla
del 2017. Questo incremento potrebbe risentire della recente maggiore disponibilità di farmaci a
base oppiacea, interpretazione sostenuta dal fatto che gli incrementi maggiori sono stati osservati nella
popolazione femminile fra i 55 e i 74 anni.
In un quadro generalmente stabile gli oppiacei, e l’eroina in particolare, continuano a rappresentare la sostanza con un maggiore impatto di tipo sanitario, rappresentano infatti la principale sostanza di consumo tra gli utenti in trattamento ai servizi pubblici per le dipendenze e sono responsabili del 30% dei percorsi di recupero presso le strutture del Privato Sociale e del 20% dei ricoveri con diagnosi principale droga-correlata. L’uso principale di eroina/oppiacei è inoltre attribuito al 14% dei detenuti tossicodipendenti.
Rappresentano infine la categoria di sostanze responsabili del 50% dei decessi per overdose registrati in Italia seppur con una tendenza alla riduzione osservata nel corso degli ultimi tre anni.
In un quadro di generale stabilità si osserva quindi un lento ritorno alla situazione pre-pandemica che potrebbe risultare inasprita da una maggiore contiguità con i farmaci a base oppiacea
tratto da
Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2023