La situazione nazionale in materia di stupefacenti in Italia

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Il fenomeno dell’uso di sostanze nel nostro Paese, al pari di tutti gli altri Paesi europei, è stato analizzato attraverso una lettura integrata di tutte le varie informazioni derivanti dalle fonti ufficiali disponibili e che a vario titolo sono operanti nel campo delle sostanze stupefacenti.

Il fenomeno analizzato, dal punto di vista dei consumi, appare in aumento sia nella fascia 18-64 anni sia nella fascia 15-19 anni. In particolare, preoccupante è l’incremento nella fascia giovanile rispetto ai dati riferiti al 2021 (aumento dei consumi dal 18,7% al 27,9%), con un aumento rilevante soprattutto per cannabinoidi sintetici e NPS.

Nei dati di quest’anno, da segnalare in particolare la persistenza di una alta prevalenza di uso di cannabinoidi sintetici e delle NPS, che nel loro complesso rappresentano circa il 10% dei consumi. Sostanze queste “di nuova generazione” che hanno come fonte principale di acquisto il mercato del web.

Ulteriore dato che colpisce è l’uso di psicofarmaci (SPM) riportato nella fascia 15-19 anni al 10,8% (nel 2021 era del 6,6%).

La tendenza generale, all’interno di questo contesto d’uso, per quanto riguarda purezza e prezzo, è quella dell’aumento della media di principio attivo per l’hashish, con una contemporanea riduzione del prezzo.

A fronte di questa macro-tendenza, dal punto di vista della salute, si registra un aumento generale dell’utenza sia dei servizi pubblici sia delle comunità terapeutiche, oltre che un contemporaneo aumento degli accessi al Pronto Soccorso e dei ricoveri dovuti a problematiche droga-correlate.

Si registra inoltre anche un aumento delle diagnosi di infezione da HIV e AIDS (in forma tardiva).

Per quanto riguarda gli aspetti generali collegati alle attività di riduzione dell’offerta (Forze dell’Ordine, Prefettura, Magistratura e carcere) si registra un aumento delle segnalazioni per Art.75 per i cannabinoidi con una diminuzione delle denunce per Artt.73 e 74 e relative condanne.
Interessante notare che a fronte di un lieve aumento dei detenuti per Artt.73 e 74 è anche aumentato il ricorso alle misure alternative al carcere per i tossicodipendenti.

La cocaina continua ad essere una delle sostanze più presenti nel mercato delle droghe in Italia, con un flusso di sostanza proveniente in prevalenza via mare dai Paesi di produzione sudamericani.

Negli ultimi quattro anni, i quantitativi intercettati nel nostro Paese sono passati da circa 3 tonnellate e mezzo (2018) a oltre 26 tonnellate di sostanza sequestrata, il 77% delle quali presso le aree doganali marittime.

A fronte di una maggiore diffusione nel territorio, non è cambiata nel tempo la concentrazione media (70%) di principio attivo rilevata nei campioni di sostanza analizzati. Stabili anche il costo medio al chilogrammo a livello del narcotraffico (38.300 euro) e il prezzo sul mercato della strada, dove un grammo di sostanza costa in media 83 euro. La spesa per il consumo stimata nel 2022 rappresenta poco meno di un terzo della spesa generale attribuita all’acquisto di sostanze stupefacenti e si aggira intorno ai 5 miliardi di euro.

Tornano a crescere anche i consumi fra i giovanissimi (15-19enni): nel 2022 circa 44.000 studenti (ossia il 2% della popolazione studentesca) ne riferiscono l’utilizzo. Sono mezzo milione le persone tra i 18 e gli 84 anni (1,1%) che ne hanno fatto uso nel corso dello stesso anno, rendendo evidente che la cocaina resta una delle sostanze stupefacenti più diffuse nel Paese, dato confermato anche dalle analisi delle acque reflue.

La penetrazione nei territori è confermata anche dall’incremento nell’ultimo decennio delle segnalazioni per possesso di sostanza per uso personale (Art.75 DPR n.309/1990), che rappresentano il 18% del totale delle segnalazioni avvenute nel 2022 e che vedono protagonisti soprattutto i consumatori con almeno 30 anni di età.

A fronte di un generale decremento delle denunce per traffico e detenzione (Art.73 DPR n.309/1990) e quelle per associazione finalizzata al traffico illecito (Art.74 DPR n.309/1990), crescono in percentuale quelle associate a reati penali cocaina/crack-correlati.

Gli ultimi anni hanno reso evidente anche il maggiore impatto dei danni sanitari correlati alla sostanza e, se i dati del 2022 riferiti alle persone in trattamento presso i SerD, per uso primario o secondario di cocaina, mostrano una sostanziale stabilizzazione, cresce il numero di coloro che intraprendono un percorso nell’ambito dei servizi per le dipendenze del Privato Sociale, dove questa è la sostanza per il maggior numero di persone (39%) in trattamento. Importante inoltre evidenziare che la cocaina rappresenta la sostanza d’uso primaria per oltre la metà dei detenuti tossicodipendenti e che il numero assoluto dei detenuti assistiti per disturbi da uso di sostanze da questa sostanza (10.047 soggetti) è quasi il doppio di quello riferito agli oppioidi (5.323 soggetti).

In progressivo aumento anche i ricoveri correlati al consumo di cocaina, sia per diagnosi principale sia per diagnosi multiple droga-correlate, rispettivamente pari al 24% e 34% dei ricoveri droga-correlati.

Coerentemente aumentano anche i decessi attribuibili a overdose da cocaina/crack che nel 2022 hanno superato il 22% del totale (n.66).

In generale, si assiste quindi a un aumento della diffusione di cocaina, sia sul mercato sia a livello dei consumi: un fenomeno che necessita di essere attentamente monitorato al fine di contrastarne la diffusione e prevenirne il consumo.

tratto da
Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia

Tratta di minori in Nigeria

Cannabis: analisi delle tendenze attuali e delle sfide emergenti in Italia