Non si puo’ soffocare il bene (diario di un incontro)

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Foto di Daniel Sampaio – Pixabay

Marta ne ha combinate di tutti i colori nella vita.
Ha rubato, tradito, è scappata di casa, si è venduta i mobili, ha rinunciato a tanti amici.
Poi un giorno la voce di Dio l’ha chiamata.
Non con parole o eventi mistici.
No. Qualcosa di molto piu’ banale: la nostalgia del bene, quella pace che provava in infanzia vivendo le cose semplici le è ritornata nel cuore e nella testa.
Ma come era arrivata a scegliere il male e non riuscire a smettere di bere, di drogarsi, di cercare uomini diversi e maltrattare sopratutto chi cercava di amarla?
Tutto partiva da lontano.
Il passato, la famiglia che aveva avuto alle spalle, anzi la “non famiglia” che aveva creato in lei insicurezze e traumi. E poi le vicende che l’avevano segnata: la morte della sua unica amica, un pestaggio ad opera della mamma, una violenza a scuola, la perdita di un figlio che ancora oggi nessuno sa se fu aborto spontaneo o volontario.
Importano poco i dettagli, tanti dolori insieme se non curati con l’amore, la preghiera, sane amicizie e tanto dialogo e ascolto, non si cancellano facilmente. Rimangono nascosti in un angolo del cuore e della memoria e prima o poi riaffiorano. Magari ci si sente inadatti o perfino meritevoli del male ricevuto e se la vita va bene quasi inconsciamente si fa di tutto per distruggere il bene, non vederlo, magari ostacolarlo con scelte dissennate, senza giudizio, senza prudenza.
Ed ecco che in poco tempo ci si ritrova schiavi di comportamenti e atteggiamenti che mai si sarebbe pensato di avere.
Tutto parte da lontano, ma resta la nostra libertà che puo’ essere educata e rinforzata per superare qualsiasi strato di male che la vita ha lasciato in noi.

Per fortuna poi c’è la Grazia. L’amore di Dio che viene a cercarci con la coscienza che non ci lascia in pace e ci costringe a riflettere e ripensare alla vita.
Non si puo’ soffocare il bene.
O forse si, siamo liberi perfino di metterci dei tappi eterni e non ascoltare.
Ma non è che il bene non possa e non voglia tornare a splendere nella nostra vita.
Il bene brama di prendere di nuovo possesso del nostro cuore.
Possiamo cambiare, ripensare tutto.
E Marta che ne ha combinate di tutti i colori un giorno ha detto “ora basta fuggire”.
Ha preso una pausa da tutto: lavoro, uomini, soldi, dipendenze.
Ha chiesto aiuto a Dio, ad amici “puliti”, ai familiari che ancora la aspettavano.
E pezzo per pezzo ha ricostruito tutto.
Tagliando il male e ritornando al bene.
Ha scoperto così che se tenti di soffocare il bene, soffochi te stessa.
Se tenti di tacitare il bene, inizierai a sentire solo dolore.
Se ti lasci riabbracciare da Dio puoi donargli tutte quelle ferite sanguinanti che la vita di ha lasciato.
Respira. Respira aria pulita.
Non affannarti Marta.
Paolo Botti

Ps: ho scritto questo post dopo un incontro bellissimo. C’è speranza per tutti. Davvero


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