I vescovi svizzeri segnalano gli errori di Dozule’

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Vi sono cristiani che da quasi trent’anni si radunano a Dozulé (Francia) per celebrare la croce gloriosa di Gesù Cristo e pregare per la redenzione del mondo, in ossequio al messaggio attribuito a Maria dalla visionaria Madeleine Aumont, ufficialmente non riconosciuto dalla Chiesa cattolica.A seguito di alcune richieste, la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) desidera sottolineare quanto segue.

Il 24 giugno 1985, Mons. Jean Badré, vescovo di Bayeux e Lisieux (territorio su cui si trova Dozulé), affermò, in virtù del can. 1230 CIC, di non riconoscere come santuario il sito di Dozulé (cf. Documentation Catholique n° 1911, 2.2.1986, pp. 169-170).

Con Lettera del 25 Ottobre 1985 a Mons. Badré, il cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, approvò espressamente la procedura seguita dall’Ordinario di Bayeux e Lisieux e le disposizioni prese in riferimento alla sua responsabilità pastorale, secondo il can. 381 § 1. Il vescovo di Bayeux e Lisieux si riferisce costantemente a questa posizione.

Accanto al lodevole richiamo alla conversione e alla devozione della Croce gloriosa e dell’Eucaristia, gli scritti pubblicati da Dozulé contengono accenti ed esigenze inaccettabili (cf. Dichiarazione di Mons. Badré dell’8 dicembre 1985) : l’esclusività del valore salvifico di ciò che avviene a Dozulé ; il carattere ultimo ed esclusivo del « messaggio » ; l’escatologia dubbiosa ed incongrua ; il fatto di costruire delle croci luminose senza tener conto della sensibilità religiosa dei confinanti e rischiando procedure giudiziarie costose e controproducenti.

D’accordo con il Magistero della Chiesa universale, la CVS si distanzia formalmente dal progetto « Dozulé ». Un certo numero di fedeli sarà forse disorientato da questa messa a punto e stenterà ad accettarla. I vescovi invitano questi fedeli a riassorbire la loro spiritualità e la testimonianza di fede nell’autentico mistero della croce del Salvatore. E’ nei sacramenti e tramite essi che occorre cercare le fonti della nostra conversione e di quella del mondo. In essi e per essi, in seno alla Chiesa, fortifichiamo la nostra speranza nell’attesa del ritorno del Signore.

Friburgo, 14.5.2003+  Amédée Grab OSBP presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri

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