Il costo standard come soluzione al distanziamento sociale

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Oggi, secondo i dati MIUR, lo Stato spende in media 752€ per studente paritario contro i 6006€ per uno studente statale. Il calcolo del primo è stato effettuato in un precedente studio IBL (PDF) mentre il secondo numero merita delle considerazioni separate: 6006€ è il costo medio per studente calcolato dal MIUR, tuttavia è verosimile pensare che esso rappresenti un limite inferiore piuttosto che una stima puntuale (si guardi ad esempio studio Deloitte in collaborazione con CIVICUM che stima in circa 10mila euro per studente la spesa pubblica in istruzione).

Costo standard di sostenibilità

Il finanziamento dell’istruzione pubblica può essere considerato una voce fondamentale all’interno dei bilanci pubblici delle democrazie avanzate. Nel 2018 l’OCSE stimava al 4,6% del PIL tale spesa nei paesi dell’Unione Europea e al 4% nel nostro paese. I continui risultati scadenti degli studenti italiani nei test PISA hanno sollevato il tema dello scarso impegno dei governi che si sono succeduti negli ultimi decenni nel considerare l’istruzione una priorità. Nell’ultimo test INVALSI del 2018 i ragazzi italiani hanno ottenuto punteggi sotto la media europea nelle tre aree analizzate: lettura matematica e scienza. In quest’ultima, in particolare, il gap con la media UE è stato di circa 30 punti (468 vs 489). E’ evidente che l’Italia investa meno in istruzione rispetto a paesi a noi comparabili, soprattutto se tenuto conto del livello di spesa pubblica totale: la spesa in istruzione ha costituito l’8,2% del totale del nostro deficit nel 2018, percentuale più bassa tra i 27 paesi dell’UE. L’Italia quindi spende poco, sì, ma spende anche male. Il finanziamento alle scuole – tramite la famiglia – trova fondamento non nel sostegno diretto a “imprese private”, ma nel fatto che lo Stato ha riconosciuto costituzionalmente e con la L. 62/2000 il diritto dei genitori alla scelta educativa in una pluralità di offerta formativa pubblica e garantita, che può essere, come per la Sanità, a gestione statale o non statale. Infatti “pubblico” non è sinonimo di “statale”. E’ lo stesso OCSE ad indicare i due principi cardine verso cui l’Italia deve orientare future riforme scolastiche: equità e qualità. E’ stato già sottolineato come i finanziamenti per gli istituti paritari costituiscano solo una minima parte del totale, a fronte di una quota consistente di studenti iscritti (si veda focus IBL http://www.brunoleonimedia.it/public/Focus/IBL_Focus_329-Alfieri-Amenta.pdf). Ciò che spesso non viene presa in considerazione è la possibilità di ottenere risultati migliori in termini di efficienza economica e di apprendimento per gli studenti mantenendo lo stesso livello di spesa e, addirittura, risparmiando. La soluzione del costo standard per studente può in tal senso costituire un miglioramento dell’attuale forma di finanziamento del sistema scolastico italiano costituendo un incentivo all’efficientamento e liberando le energie della concorrenza tra istituti con un possibile innalzamento della qualità generale. 

Il costo standard di sostenibilità si presenta come “quota capitaria” spettante all’alunno, che lo assegna poi alla scuola prescelta. L’aspetto decisivo delcosto standard di sostenibilità(declinabile in convenzioni, detrazioni, buono scuola, voucher, ecc.) sta nel riconoscere concretamente la titolarità, in ambito educativo e formativo, della persona e della famiglia. Tale titolarità si esercita attraverso una “libertà di scelta educativa”. La misura si basa su un’analisi razionale dei costi di ogni singola tipologia di istituto scolastico (dalla scuola dell’infanzia fino agli istituti superiori di secondo grado) attraverso lo studio dei bilanci scolastici. Appare quindi evidente che la denominazione ‘’standard’’ è fuorviante, in quanto l’aspetto chiave di tale soluzione è proprio la diversa composizione del costo al variare del tipo di istituto preso in considerazione. Presentandosi come un vestito fatto su misura per ogni scuola, il costo standard permette di ridurre eventuali spese non necessarie e allo stesso tempo incentivare un utilizzo efficiente delle risorse da parte degli amministratori delle strutture scolastiche. Il tavolo di studio per il costo standard di sostenibilità per allievo è stato istituito con Decreto Ministeriale n. 917 del 22/11/2017. 

L’idea sottostante il costo standard è quella di quantificare le uscite economiche annuali per ogni tipologia di istituto scolastico. C’è da precisare che difficilmente il costo stimato sarà l’effettivo costo che la scuola andrà ad affrontare, ma è proprio nella possibilità di essere più efficienti attraverso diversi assetti organizzativi e gestionali che tale misura incentiva la sana competizione tra istituti scolastici e il conseguente aumento di qualità della didattica. Andando nel concreto, le voci prese in considerazione ai fini delle stima sono le seguenti: assicurazione, cancelleria, materiali di consumo, materiali e sussidi cartacei, materiali e sussidi tecnologici, personale docente assunto, personale non docente, manutenzioni ordinarie, accantonamento manutenzioni straordinarie, interessi passivi su mutuo per manutenzioni straordinarie, utenze, pulizie, personale di coordinamento, progetti territoriali, progetti lingua straniera, progetto disabilità, progetto disturbi dell’apprendimento, progetto integrazione stranieri, comunicazione, personale di segreteria, corsi di formazione, investimento in tecnologia, interessi su finanziamenti specifici per tecnologia, manutenzione spazi esterni e perdita su crediti. A tali costi per studente vanno sottratti il margine di utile minimo su buoni pasto, margine di utile minimo su attività extra-scolastiche e margine di utile minimo ottenibile da raccolte fondi, eventi, etc.. I dati si basano sui bilanci di un campione di scuole e sono integrati con alcune informazioni quali la retribuzione lorda del personale docente o personale segreteria secondo i contratti collettivi nazionali o le richieste dirette di preventivi ad eventuali fornitori. L’analisi condotta da Alfieri, Grumo, Parola (Alfieri, Grumo, Parola Il diritto di apprendere Nuove linee di investimento, Ed. Giappichelli 2015) è basata sull’ipotesi standard di 25 studenti per classe. Le criticità dei finanziamenti a pioggia vengono affrontate in due modi:

  1. Il costo standard tiene conto attraverso le voci di cui è composto della presenza di studenti disabili all’interno della classe. La somma erogata per studenti in queste particolari classi sarà di conseguenza maggiore, dato il maggior costo che l’istituto stesso si trova ad affrontare
  2. La somma erogata a studenti appartenenti a famiglie bisognose sarà pari al 100% del costo standard. Per studenti non appartenenti a questa definizione sarà erogato un ammontare pari al 70% del costo. 

La tabella sottostante riporta i risultati.

Istituto scolasticoClasse senza disabilitàClasse con disabilità
Scuola dell’infanzia4594,81€5390,49€
Scuola primaria4851,19€5646,87€
Scuola secondaria I grado7001,31€7881,45€
Biennio scientifico6143,55€7069,09€
Triennio scientifico6452,07€7377,61€
Biennio classico6143,55€7069,09€
Triennio classico6554,91€7480,45€
Biennio Linguistico6143,55€7069,09€
Triennio linguistico6452,07€7377,61€
Biennio turismo6657,74€7583,28€
Triennio turismo6657,74€7583,28€

Una volta stabilito il costo standard per tipologia di istituto scolastico possono essere messi in atto dei meccanismi di valutazioni delle performance che incentivino a gestire in maniera efficienti i fondi ottenuti. A titolo esemplificativo, può essere applicato un coefficiente inferiore ad 1 per le scuole con un numero inferiore a 3 classi, scoraggiando in questo modo modelli di gestione micro che impediscono la nascita di economie di scala considerevoli. Alternativamente possono essere applicati diversi coefficienti in base alla qualità della didattica attraverso la costruzione di parametri oggettivi che rispecchino i classici concetti di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza con cui si è soliti valutare le performance di aziende o altre emanazioni statali. Il fine ultimo è sempre quello di migliorare la qualità dell’istruzione senza gravare sulle casse statali. 

L’attuale sistema di finanziamento scolastico può essere considerato inefficiente sotto due punti di vista fondamentali: l’alta percentuale di sprechi nonostante una spesa esigua in relazione alla spesa pubblica totale e i risultati non incoraggianti degli studenti ottenuti nei test comparabili a livello internazionale. E’ stato dimostrato come il costo standard di sostenibilità per studente possa migliorare la situazione sotto questi due punti di vista, lasciando pressoché invariato l’aspetto dell’equità. Quest’ultimo è infatti preservato dalla differenza di trattamento di studenti appartenenti a famiglie bisognose. Come precedentemente sottolineato, tali studenti riceveranno il 100% del costo standard, mentre la restante parte avrà diritto esclusivamente al 70% e le famiglie dovranno contribuire per il restante 30%. In tal modo vengono appiattite ancor di più le diseguaglianze sociali ed economiche, già appiattite attraverso il normale sistema fiscale progressivo. 

Incentivare la concorrenza tra scuole sotto l’occhio vigile dello Stato lascerebbe immutato il diritto di accesso all’istruzione ma aumenterebbe notevolmente il diritto alla libertà di scelta della singola famiglia. Il settore dell’istruzione non è influenzato dai tipici fallimenti del mercato che incoraggiano una riduzione della concorrenza, ma si presenta come un settore chiave per la crescita economica di un paese. E’ in quest’ultimo aspetto che risiede la necessità di uno Stato garante che non deve però eliminare le specificità dei singoli istituti scolastici. L’attuale sistema di finanziamento penalizza fortemente gli istituti paritari. Diventa quindi necessario cercare nuovi metodi per salvare il pluralismo e salvaguardare la libertà di scelta delle singole famiglie. Il metodo del costo standard e la conseguente possibilità di scegliere, per la famiglia, fra buona scuola pubblica statale e buona scuola pubblica paritaria possono essere una soluzione.

La soluzione potrebbe quindi essere quella di affidare una quota capitaria alle famiglie che ne fanno richiesta e permettere loro di iscrivere il proprio figlio ad una scuola paritaria. In questo modo verrebbero aiutati anche gli istituti paritari che, come abbiamo visto, vedranno un inevitabile calo della domanda. L’ammontare della quota capitaria potrebbe essere stabilito proprio in funzione del costo standard di sostenibilità. Lo Stato, in questo modo, a fronte di una spesa media di circa 5500 euro per studente che ne fa richiesta, e di 752 euro di costo medio per studente di scuola paritaria, risparmierebbe i circa 6006 euro di costo medio per studente pubblico e la spesa necessaria alla costruzione/riqualificazione di edifici scolastici (quantificata approssimativamente al 20% delle costo medio). Il voucher getterebbe le basi per future riforme di più ampio raggio verso un maggiore utilizzo del costo standard di sostenibilità.

da Luca Vitale e Anna Monia Alfieri.

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