Lavoro, istruzione e welfare nella comunità Albanese in Italia (2022)

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Foto di Ejup Lila da Pixabay

La comunità albanese, pur non facendo rilevare nel complesso un elevato livello di istruzione (la quota di laureati tra gli occupati è pari a 8,8% a fronte del 10,5% registrato sul totale dei non comunitari), ha saputo trovare una propria specifica collocazione nel mercato del lavoro italiano attraverso la specializzazione nel lavoro manuale, ambito che, come noto, non riesce a trovare nella manodopera autoctona sufficienti risorse in risposta alla domanda di lavoro.

Il profilo prevalente – benché non esclusivo – tra gli occupati albanesi è quello del lavoratore manuale specializzato (tipologia in cui ricade il 49% degli occupati albanesi) impiegato nell’edilizia (settore in cui è occupato il 26,6% dei lavoratori albanesi). Tra i settori segue l’Industria in senso stretto, con un’incidenza pari a 18,8%; rilevante, e superiore a quella registrata per il complesso dei non comunitari, la quota di occupati nei Trasporti e servizi alle imprese (15% circa).

Un’analisi dei principali indicatori sul mercato del lavoro rivela performance occupazionali in linea con quelle registrate sul complesso della popolazione non comunitaria: il tasso di occupazione è pari al 59% circa (a fronte del 58,8% registrato per il complesso degli extra UE), il tasso di inattività è del 32,5% (per il complesso della popolazione non comunitaria l’indicatore è pari al 33% circa), mentre il tasso di disoccupazione si attesta sul 12,8%, contro il 13% relativo alla popolazione non comunitaria nel complesso.

A un’analisi di genere emerge un forte divario tra il tasso di occupazione maschile (76,1%) e quello femminile (40,4%). Queste differenze, acuitesi durante la pandemia, sono state parzialmente colmate dalla ripresa successiva, considerato che il dato maschile è cresciuto di circa 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente, mentre quello femminile è aumentato di oltre 8%.

Rilevante il protagonismo della comunità in ambito imprenditoriale, dove risulta terza – tra quelle non comunitarie – per numero di titolari di imprese individuali (dopo la marocchina e la cinese): i titolari di imprese individuali di origine albanese al 31 dicembre 2021 sono infatti 36.342, ovvero il 9% circa degli imprenditori non comunitari in Italia, un numero in aumento del 4,6% rispetto al 2020.

Anche l’analisi del mondo imprenditoriale conferma la canalizzazione della comunità verso l’edilizia, ambito nel quale opera il 67% circa delle imprese individuali albanesi: come visto in precedenza, tale livello di specializzazione rappresenta un tratto caratterizzante della comunità in esame, cui fa capo il 27,8% delle imprese individuali non comunitarie del settore. Secondo settore di investimento per le imprese albanesi è quello relativo a Commercio e Trasporti, sebbene con un’incidenza percentuale nettamente inferiore a quella rilevata sul complesso delle imprese di cittadini non comunitari (9,4% a fronte del 42,9%).

L’elevato livello di integrazione della comunità albanese si riflette anche nell’elevata fruizione di alcune misure di welfare ed in particolare delle integrazioni salariali: il 15,7% dei percettori di integrazioni salariali non comunitari è albanese, percentuale che sale al 24,6% nel caso della Cassa Integrazione Ordinaria. Elevata anche la fruizione di misure di assistenza alla famiglia, indice appunto della presenza di nuclei familiari: quasi un quarto delle fruitrici dell’indennità per maternità non comunitarie è di cittadinanza albanese, quota che è pari al 17,7% nel caso del congedo parentale (17,7%) e al 22% per il congedo parentale COVID ex d.l.18/2020 e d.l. 34/2020.

All’interno della comunità, infine, si contano 66.268 beneficiari di assegni al nucleo familiare nel corso del 2021, con un’incidenza sul complesso dei non comunitari pari al 19,1%. Sono infine 11.261 i nuclei familiari albanesi che beneficiano del RdC o della PdC, ovvero il 5,1% dei percettori non UE. L’incidenza piuttosto contenuta della comunità in questo ambito sembra suggerire il raggiungimento di una relativa stabilità economica che ha permesso ai cittadini albanesi di resistere anche alle difficoltà create dalla crisi pandemica.

Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,

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