Pillola del giorno dopo, contraccettiva o abortiva?

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COS’È LA “PILLOLA DEL GIORNO DOPO”? COME AGISCE?
Norlevo® e Levonelle® sono pillole che contengono alte dosi di Levonorgestrel (LNG), un progestinico sintetico. Vengono assunte come “contraccettivo di emergenza” entro 72 ore da un rapporto sessuale avvenuto nel periodo fertile del ciclo mestruale. Nell’ottobre 2008 e nel marzo 2011 la FIGO (Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia) ha prodotto un documento in cui si afferma che il LNG previene o ritarda l’ovulazione e non interferisce con l’impianto
(http://www.figo.org/files/figo-orp/MOA_FINAL_2011_ENG.pdf).

Levonorgestrel (LNG) IMPEDISCE IL CONCEPIMENTO?
In realtà, il numero di casi a cui si fa riferimento è limitato e insufficiente (142 donne di sei diversi studi e diversi trattamenti). Inoltre, la maggior parte (80%) di queste donne ovula in ritardo solo quando l’LNG viene assunto nei primi giorni fertili (Contraception: 2001,64:227; 2001,63:123; 2007,75:372).

Levonorgestrel durante il periodo fertile
In questo caso la donna generalmente ovula, ma il corpo luteo, quella ghiandola transitoria che produce il progesterone e prepara l’utero alla gravidanza, risulta inadeguato. Il concepito non potrà annidarsi. La trasformazione del follicolo in corpo luteo ottimale, che avviene dopo la liberazione dell’uovo, è preparata infatti, proprio nei giorni fertili, dagli ormoni estrogeni presenti in quantità elevata: essi dotano tutte le cellule di recettori per l’ormone luteinizzante che presiede alla formazione del corpo luteo stesso. Se proprio nei giorni fertili la donna assume alte dosi di progestinico, che limita sensibilmente l’azione degli estrogeni, avremo un corpo luteo di scarsa qualità (Contraception 2005,71:451).

E SE IL LNG È ASSUNTO IN CORRISPONDENZA DELL’OVULAZIONE O DOPO?
La donna ovula, ma l’endometrio è frequentemente asincrono: il colloquio biologico fra concepito e tessuti materni non avverrà in modo appropriato e l’annidamento sarà compromesso.

QUINDI IL LNG IMPEDISCE L’IMPIANTO?
Si, quando è assunto in periodo fertile. La FIGO, per sostenere il contrario, si rifà a studi nei quali LNG non ha impedito, in vitro, l’annidamento di embrioni su endometrio recettivo prelevato nel quinto giorno della fase luteale da donne non trattate con ormoni (Hum Reprod 2007,22:3031). E’ come se una donna avesse assunto il LNG cinque giorni dopo aver concepito: il progestinico favorisce l’impianto, ma non sono questi i giorni in cui si assume questa pillola. L’endometrio avrebbe dovuto essere prelevato da donne trattate con il LNG nei giorni fertili, quelli in cui il rapporto è potenzialmente fertile (Gynecol Endocrinol 2011,27:439).

IL MEDICO È OBBLIGATO A PRESCRIVERE LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO? LA DONNA NE HA DIRITTO?

No. Il Medico può avvalersi della “clausola di coscienza”, che lo esime da prestazioni che contrastino con la sua coscienza. Proprio in virtù del possibile effetto anti-impianto, anche il Comitato Nazionale di Bioetica (Nota 28/05/2004) gliene riconosce la facoltà. Credo anzi che la somministrazione di LNG dovrebbe essere vietata finché non si dimostri che previene il concepimento. Infatti, la Legge 405/75, che definisce la procreazione responsabile, la finalizza alla tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento: il concepito. Unica eccezione è l’aborto volontario, a gravidanza diagnosticata. Non esiste il diritto di impedire l’annidamento.

Scienza e Vita BioFILES n.5 a cura di Bruno Mozzanega*
* Ginecologo, Ricercatore della Clinica Ginecologica e Ostetrica dell’Università di Padova

Cos’è la pillola RU 486

È una pillola che provoca l’aborto senza la necessità di un intervento chirurgico, quindi per via farmacologica. La pillola agisce entro il 49esimo giorno di gravidanza e provoca l’espulsione dell’embrione già annidato nell’utero.

La RU-486 (Mifepristone) è un «anti-ormone» che imita il progesterone, l’ormone che permette di sostenere la crescita dell’ovulo fecondato, segnalando all’utero di diventare ricettivo. Il mifepristone si connette ai ricettori del progesterone ma impedisce che parta il messaggio che questo trasferirebbe naturalmente. In questo modo l’embrione viene staccato dalle pareti dell’utero e muore per mancanza di sostanze nutritive e di ossigeno (per questo si usa dire che «muore di fame»). Il mifepristone va assunto però entro le sette settimane dal concepimento, perché oltre quel limite il progesterone è troppo alto e il farmaco non ha più effetto.

Per poter garantire l’efficacia e l’espulsione dell’embrione (che con la sola RU-486 varia tra il 60 e l’80% dei casi) è necessario per la donna assumere a distanza di due giorni anche una dose di prostaglandine, che provocano forti contrazioni anche molto dolorose. In questo modo l’efficacia sale al 95%.

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