Lavoro, istruzione e welfare nella comunità peruviana in Italia (2022)

Foto di Fred Wanderley Fred da Pixabay

La caratterizzazione della migrazione peruviana nel nostro Paese è resa particolarmente evidente da un’analisi dei dati sul mercato del lavoro che evidenziano il marcato inserimento della comunità nei Servizi pubblici, sociali e alle persone che impiegano oltre il 45% dei peruviani occupati in Italia; a
contribuire all’alta incidenza è soprattutto la componente femminile della forza lavoro della comunità, il cui 69% circa è impiegato nel settore. In termini percentuali seguono i Trasporti e altri servizi alle imprese, in cui lavora il 19,4% degli occupati della comunità e il settore ricettivo, in cui risulta occupato poco più dell’11% dei peruviani; l’Industria in senso stretto ha un’incidenza invece del 10% circa.

Un’analisi dei principali indicatori sul mercato del lavoro rivela performance occupazionali migliori di quelle registrate sul complesso della popolazione non comunitaria: il tasso di occupazione è pari al 75,1% (a fronte del 58,4% registrato per il complesso degli extra UE), il tasso di inattività è del 16,7% (per il complesso della popolazione non comunitaria l’indicatore è pari al 33% circa), mentre il tasso di disoccupazione si attesta sul 9,7%, contro il 13% relativo alla popolazione non comunitaria nel complesso. Forte il protagonismo della componente femminile della comunità: lo scarto tra i livelli occupazionali maschili e femminili è piuttosto contenuto, con tassi superiori alla media non comunitaria tanto per gli uomini che per le donne. Il tasso di occupazione è pari al 76,5% per gli uomini (superiore a quello registrato per gli uomini non comunitari, 73,5%), mentre per le donne è del 74,1% (43% per le donne non comunitarie) e i tassi di inattività e disoccupazione sono decisamente meno elevati rispetto alle rispettive medie.

La comunità si contraddistingue per un livello di istruzione medio tra gli occupati: la quota di laureati è pari al 7,8%, a fronte del 10,5% registrato sul totale dei non comunitari), quella dei diplomati è invece superiore alla media non comunitaria (43% circa, contro il 32,8%). Relativamente alle tipologie professionali, è il lavoro manuale non qualificato la tipologia prevalente per la comunità, coinvolgendo quasi il 41% degli occupati peruviani. Il 37,6% della forza lavoro della comunità è invece Impiegato, addetto alle vendite e servizi personali, mentre è pari al 5% l’incidenza di dirigenti e professionisti nel campo intellettuale e tecnico. Il lavoro manuale specializzato riguarda infine il 16,5% dei lavoratori della comunità.

Poco rilevante il protagonismo della comunità in ambito imprenditoriale, dove risulta tredicesima – tra quelle non comunitarie – per numero di titolari di imprese individuali: sono infatti 3.7504 i titolari di imprese individuali di origine peruviana al 31 dicembre 2021, (l’1% degli imprenditori non comunitari in Italia, -0,4% rispetto al 2020), e investono prevalentemente in Edilizia (23,2%), seguito da Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese con una quota pari al 17,7% (a fronte del 6,3% relativo al complesso dei non comunitari).

L’elevata quota di persone occupate nella comunità peruviana si riflette anche sui livelli di fruizione di alcune misure di welfare seppur condizionati dal forte coinvolgimento nel settore del lavoro domestico e nel settore dei Servizi, che non sono interessati dalla CIGO. Il 2,6% dei percettori di integrazioni salariali non comunitari è peruviano, percentuale che sale al 4% nel caso di Assegno ordinario dei Fondi di solidarietà.

Contrariamente a quanto registrato per il complesso della popolazione non comunitaria, la comunità risulta maggiormente rappresentata tra i percettori di pensioni IVS (circa 2%), in particolare di pensioni di vecchiaia, dove i cittadini del Perù rappresentano il 3,1% dei percettori non comunitari. Correlate maggiormente alla composizione anagrafica della comunità sul territorio sono le pensioni assistenziali, oltre 4mila, il 3% circa delle pensioni assistenziali percepite dai cittadini extra UE.

Ulteriore segnale del livello di integrazione della comunità nel tessuto economico-sociale italiano è dato dall’incidenza del congedo parentale e indennità per maternità, indici della presenza di nuclei familiari: rispettivamente il 4,4% e il 4,7% dei percettori e delle percettrici non comunitarie è di nazionalità peruviana. Alto anche il numero di beneficiari peruviani di congedo parentale COVID ex d.l.18/2020 e d.l. 34/2020, oltre il 6% di tutti i percettori non comunitari di questa misura.

All’interno della comunità, infine, si contano 9.161 beneficiari di assegni al nucleo familiare nel corso del 2021, con un’incidenza sul complesso dei non comunitari pari al 2,6% e 3.774 nuclei beneficiari di RdC o PdC (1,7% dei percettori extra UE); dati da leggere probabilmente con il perdurare, nel 2021, delle difficoltà economiche dovute alla crisi pandemica.

Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,

Lavoro, istruzione e welfare nella comunità srilankese in Italia (2022)

Modalità e motivi della presenza Indiana in Italia (2022)