La comunità cinese si caratterizza per l’intreccio fra spiccata propensione allo sviluppo di imprese autonome e un modello migratorio di tipo familiare. Sono proprio il ricongiungimento dei nuclei familiari e la ricostruzione delle reti relazionali essenziali alla riuscita dell’impresa autonoma che portano, nei Paesi di approdo, alla formazione di comunità che preservano tratti e pratiche culturali e che concentrano la propria presenza in alcuni quartieri delle grandi città, dando vita alle aree spesso denominate “China Town”.
La comunità cinese ha fatto registrare una crescita esponenziale sul territorio italiano, andando rapidamente a collocarsi in terza posizione nella graduatoria delle nazionalità non comunitarie per numero di cittadini soggiornanti: nel ’97 si contavano meno di 32 mila cittadini cinesi regolarmente soggiornanti, mentre al 1° gennaio 2018 risultano 309.110 i cittadini cinesi regolarmente soggiornanti, pari all’8,3% del totale.
Il modello migratorio della comunità cinese, basato su una migrazione di tipo familiare, ha fatto sì che la comunità mostrasse una composizione di genere perfettamente equilibrata, in linea con quella dei non comunitari complessivamente considerati: gli uomini rappresentano il 50,2% dei cittadini cinesi regolarmente soggiornanti in Italia, le donne coprono il residuo 49,8%.
La comunità cinese è anagraficamente più giovane rispetto al complesso dei cittadini non comunitari presenti nel Paese, con un’età media pari a 31 anni. I minori rappresentano il 26,1% della comunità.
Solo il 56% dei cittadini cinesi è titolare di un permesso per soggiornanti di lungo periodo. Tuttavia, non mancano segnali di progressiva stabilizzazione: la quota di lungosoggiornanti all’interno della comunità, infatti, è aumentata di 17 punti percentuali negli ultimi 6 anni; inoltre, per i cittadini cinesi titolari di un permesso di soggiorno soggetto a rinnovo, il lavoro risulta la principale motivazione di soggiorno in Italia, riguardando il 60,1% dei permessi, mentre i motivi di famiglia hanno un’incidenza del 30,9%.
Caratterizza la comunità una rilevante percentuale di titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio: 7,7%, a fronte del 3% rilevato tra i non comunitari complessivamente considerati. Infatti, è di cittadinanza cinese il 24,5% dei soggiornanti in Italia per motivi di studio. Lo studio è anche il principale motivo di ingresso per la comunità con un’incidenza pari al 35,7%: un quarto dei non comunitari entrati in Italia nel 2017 per studiare è di cittadinanza cinese.
In riferimento alla distribuzione territoriale della comunità, il Settentrione ospita due delle prime tre Regioni per numero di cittadini cinesi regolarmente presenti: si tratta della Lombardia e del Veneto, che accolgono, rispettivamente, il 23% e il 12,9% della comunità. Tuttavia, a caratterizzare la comunità è la forte presenza nella Regione Toscana, dove ha rinnovato o richiesto il permesso di soggiorno il 19% circa dei cittadini cinesi.
Tratto da “La comunità cinese in Italia, Rapporto annuale sulla presenza dei migranti”, a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, 2018