Lavoro, istruzione e welfare nella comunità indiana in Italia (2022)

Foto di Igor Ovsyannykov da Pixabay

Il profilo prevalente – benché non esclusivo – tra gli occupati indiani è quello di lavoratori manuali non qualificati di genere maschile, inseriti soprattutto nel settore agricolo. La comunità, pur non avendo un elevato livello di istruzione (la quota di occupati che hanno conseguito al massimo la licenza media è pari al 71% circa a fronte del 56,7% registrato sul totale dei non comunitari), ha saputo trovare una propria specifica collocazione nel mercato del lavoro rispondendo alla domanda di lavoro in ambito agricolo, che ha difficoltà ad essere evasa dalla manodopera autoctona.

La comunità indiana fa rilevare performance migliori del complesso dei non comunitari con un maggior tasso di occupazione (60,1% a fronte di 58,4%) e un minor tasso di disoccupazione (6,7% contro 13%), a fronte però di una maggior quota di inattivi (35,6% a fronte di 32,8%); dato quest’ultimo da imputare al ridottissimo inserimento della componente femminile della comunità nel mercato del lavoro.

Le donne indiane fanno infatti registrare un tasso di occupazione piuttosto contenuto, 20%, con un divario nettissimo dal tasso di occupazione maschile (86,5%), che risulta invece il più elevato tra quelli rilevati nelle principali comunità extra UE. Il dato più determinante è proprio quello relativo all’inattività, che per le donne della comunità risulta decisamente superiore a quello relativo alle cittadine non comunitarie nel complesso, 76,6% a fronte del 48,5% e concorre a determinare un valore complessivo dell’indicatore piuttosto elevato.

La distribuzione per genere degli occupati conferma lo scarso livello di partecipazione della componente femminile della comunità al mercato del lavoro italiano: a fronte di un’incidenza femminile tra i regolarmente soggiornanti del 41,2%, la quota femminile tra gli occupati di nazionalità indiana è pari al 13% circa.

In riferimento alla distribuzione per settori di attività, spicca una concentrazione nel settore agricolo, che risulta prevalente per la comunità, accogliendo il 35% circa degli indiani occupati in Italia. La specializzazione in tale ambito è tale che circa un occupato non comunitario su tre nel settore Primario è di cittadinanza indiana. Di grande rilievo anche la quota di occupati nell’Industria in senso stretto: il 32,6% degli occupati indiani.

Il lavoro manuale, qualificato o meno, coinvolge oltre l’80% degli occupati indiani. In particolare, si registra una lieve prevalenza del lavoro manuale non qualificato (43,6%), mentre i lavoratori manuali specializzati raggiungono un’incidenza del 39,4%. Decisamente inferiore al complesso dei non comunitari la quota di Impiegati, addetti alle vendite e ai servizi personali (12,1% a fronte di 30,4%), mentre è pari a 4,9% l’incidenza di Dirigenti e professionisti nel campo intellettuale e tecnico.

La specializzazione nel settore agricolo della comunità è resa evidente anche dai dati sulle attivazioni di rapporti di lavoro: circa la metà delle assunzioni per cittadini indiani nel corso del 2021 riguarda Personale non qualificato nell’agricoltura e nella manutenzione del verde.

Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,

Caratteristiche sociodemografiche nella comunità ucraina (2022)

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