I dati sul mercato del lavoro evidenziano una spiccata canalizzazione della comunità nel settore dei Servizi alla persona, che risulta prevalente accogliendo complessivamente oltre la metà (57% circa) degli occupati della comunità, trainato ovviamente dalla forte rappresentazione nel settore della componente femminile (69,2%). Segue per incidenza settoriale, a molto distanza, l’Industria in senso stretto, nel quale è occupato un lavoratore ucraino su dieci: in questo caso sono gli uomini della comunità a contribuire al dato, considerato che un occupato ucraino maschio su quattro lavora nel settore.
Un’analisi dei principali indicatori sul mercato del lavoro rivela performance occupazionali migliori di quelle registrate sul complesso della popolazione non comunitaria: nel primo semestre 2022 risultava occupato il 64,1% della popolazione ucraina di 15-64 anni presente in Italia, una quota significativamente superiore a quella rilevata sul complesso della popolazione non comunitaria (58,4%); il tasso di inattività della comunità in esame, invece, è del il 28,2% (contro il 33% circa per la popolazione extra UE nel suo complesso), mentre il tasso di disoccupazione si attesta, per la comunità, sul 10% (13% la media non comunitaria). La popolazione ucraina in Italia, come visto, è caratterizzata da un forte protagonismo femminile, protagonismo confermato anche in ambito lavorativo: la comunità è infatti tra quelle che fanno rilevare un maggior tasso di occupazione femminile: 63,6% (oltre 20 punti in più del complesso delle donne extra UE), una minore inattività (29,6%,
contro il più alto 48,5% rilevato per le donne non comunitarie) e una disoccupazione significativamente più bassa del complesso delle donne non comunitarie (8,8%, a fronte del 16%).
Oltre che per la canalizzazione professionale la comunità si contraddistingue anche per un livello di istruzione superiore alla media: quella ucraina è la collettività, tra quelle oggetto di analisi, con la più alta incidenza di laureati tra gli occupati, più che doppia rispetto a quella rilevata per il complesso della popolazione non comunitaria (22% contro 10,5%).
Relativamente alle tipologie professionali, in linea con quanto visto in precedenza, nel primo semestre del 2022 la tipologia prevalente per la comunità è quella di Impiegati, addetti alle vendite e servizi personali, coinvolgendo il 47,5% degli occupati ucraini. Il lavoro manuale non qualificato riguarda il 33,6% dei lavoratori della comunità, mentre il lavoro manuale specializzato il 15,3%. Infine, è pari al 3,5% l’incidenza di Dirigenti e professionisti nel campo intellettuale e tecnico.
La comunità ucraina, quarta per numero di presenze in Italia tra i cittadini di Paesi non comunitari, risulta dodicesima per numero di titolari di imprese individuali, mettendo in luce una scarsa vocazione
imprenditoriale della collettività: i 5.729 titolari di imprese individuali di origine ucraina (31 dicembre 2021) rappresentano l’1,5% degli imprenditori non comunitari in Italia, un numero in crescita rispetto al 2020 (+6,1%).
Relativamente alla fruizione delle misure di welfare, quasi il 4% dei percettori di integrazioni salariali non comunitari è ucraino, percentuale che sale al 5% circa nel caso di CIGD. Relativamente all’indennità di disoccupazione, da segnalare come l’11,4% di percettori non comunitari sia ucraino, ulteriore indicatore di un buon inserimento nel mercato del lavoro italiano. La comunità è inoltre interessata in maniera particolare, contrariamente al complesso della popolazione non comunitaria, dalle pensioni IVS e assistenziali: rispettivamente il 10% circa e il 7,4% dei beneficiari extra UE è di cittadinanza ucraina. La percentuale raggiunge quasi il 23% per quanto riguarda per le pensioni di vecchiaia, anche in ragione dell’anzianità migratoria e dell’età media più alta delle altre collettività. Buone percentuali anche per quanto riguarda Pensioni e assegni sociali (5,5%) e quelle di Invalidità civile (11%), facendo ulteriormente emergere il forte radicamento della comunità in esame nella società italiana.
Si segnala infine, un’incidenza piuttosto rilevante della collettività ucraina, tra i percettori di RdC e PdC: sono 14.324 i nuclei che beneficiano del RdC o della PdC (il 6,4% dei percettori non UE).
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,