Tendenze in atto nella comunità nigeriana in Italia (2018)

Il numero di regolarmente soggiornanti in Italia al 1° gennaio 2018 risulta sostanzialmente stabile rispetto all’ anno precedente (+797 unità). La maggior parte delle comunità, in particolare quelle di più antico insediamento sul territorio italiano, risulta in calo, mentre aumentano i migranti provenienti da Paesi di più recente approdo. In particolare, aumentano sensibilmente il numero di regolarmente soggiornanti di nazionalità nigeriana (+10,6%), pakistana (+6%) e bangladese (+5,3%). Le riduzioni più significative si registrano invece nelle comunità cinese (-3,1%), marocchina (-2,6%) e albanese (-2,6%).

Queste variazioni sono legate alle trasformazioni del fenomeno migratorio in Italia che vede una trasformazione dei flussi di ingresso, e contemporaneamente la stabilizzazione delle presenze più radicate, fino all’acquisizione della cittadinanza (che comporta un effetto sostitutivo).

Il numero di nuovi permessi di soggiorno rilasciati è aumentato di circa 36 mila unità tra il 2016 e il 2017. In particolare, risultano in aumento i titoli di soggiorno legati alla richiesta o titolarità di una forma di protezione (+35.836) e quelli per motivi familiari (+11.198).

La comunità nigeriana è – tra le principali non comunitarie – quella che fa rilevare una crescita più consistente delle presenze, sia in termini assoluti (+10 mila unità) che percentuali (+10,6%). È infatti, una delle nazionalità protagoniste del processo di trasformazione dei flussi in ingresso: prima per numero di nuovi permessi rilasciati durante il 2017, vede prevalere come motivazione di rilascio dei titoli di soggiorno i motivi umanitari o la richiesta asilo, pari all’85,6% del totale, in aumento del 32,7% rispetto all’anno precedente. Il 23% circa dei cittadini non comunitari che hanno fatto ingresso in Italia nel 2017 per chiedere una forma di protezione internazionale è di cittadinanza nigeriana.

Tratto da “La comunità nigeriana in Italia, Rapporto annuale sulla presenza dei migranti”, a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, 2018

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