Modalità e motivi della presenza Moldava in Italia (2022)

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Foto di jorono da Pixabay

I dati sui titoli di soggiorno forniscono informazioni sul grado di stabilizzazione delle comunità sul territorio, in base alla quota di lungosoggiornanti e di ingressi e permessi legati a motivi familiari (generalmente più sono elevate più è consolidata la presenza).

I nuovi titoli di soggiorno rilasciati nel corso del 2021 a cittadini moldavi sono 3.729, un numero quasi triplicato rispetto all’anno precedente. Dopo il drastico calo registrato nel 2020 a causa delle restrizioni alla mobilità introdotte a livello globale per contrastare il diffondersi del virus SARS-COV-2, nel 2021 si assiste a una generale crescita dei nuovi permessi, anche in ragione del provvedimento di emersione del lavoro irregolare (D.L. 34 del 2020)^11 che ha permesso la regolarizzazione di cittadini non comunitari già presenti sul territorio.

La comunità moldava si colloca in tredicesima posizione per numero di nuovi permessi di soggiorno rilasciati nel 2021, coprendone una quota pari all’1,5%.

La motivazione prevalente per l’ingresso di cittadini moldavi nel Paese nel 2021 è il ricongiungimento familiare (49%), in aumento del 73,5% rispetto all’anno precedente. Oltre il 60% di coloro che sono entrati per motivi familiari erano minori: 1.135, ovvero il 97% circa degli under 18 entrati durante lo stesso periodo.

Come accennato, i ricongiungimenti familiari sono un importante indicatore del grado di integrazione, perché parlano del consolidamento della presenza del richiedente sul territorio in cui è residente, considerata la necessità di dimostrare il raggiungimento di determinati standard di integrazione economica e alloggiativa (disponibilità di un alloggio idoneo e di un reddito minimo) per ottenere il nulla osta al ricongiungimento.

Inoltre, l’unità familiare, che è riconosciuta come diritto fondamentale nel nostro ordinamento, contribuisce a creare una stabilità psicologica, che è parte integrante del nuovo percorso di stabilizzazione in un Paese straniero.

Il dato più eclatante, nel confronto con l’anno precedente, è la crescita esponenziale dei nuovi titoli legati a motivi di lavoro: +2.310,8%; nel corso del 2020 solo 65 cittadini moldavi avevano fatto ingresso in Italia per motivi di lavoro, mentre nel 2021 sono stati 1.567.

L’incremento dei titoli per motivi di lavoro è stato generale, per il complesso della popolazione non comunitaria l’incremento è pari a +395% ed è da legare, in buona parte, al citato decreto di regolarizzazione, considerando anche l’elevato coinvolgimento della comunità in esame nel settore del lavoro domestico e di cura, interessato dal provvedimento normativo.

L’analisi della tipologia dei permessi di soggiorno evidenzia un elevato livello di stabilizzazione all’interno della comunità moldava. La quota di lungosoggiornanti, cioè coloro che hanno ottenuto permessi di lunga durata, al 1° gennaio 2022 è pari all’85,9%, una percentuale superiore a quella rilevata sul complesso dei non comunitari di oltre 20 punti percentuali.

La comunità moldava è la prima tra le principali non comunitarie per l’incidenza di lungosoggiornanti, e tale incidenza è aumentata di circa 5 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

L’analisi dei permessi di soggiorno a scadenza evidenzia un grande cambiamento nella distribuzione per motivazione dei titoli rispetto all’anno precedente: a prevalere sono i permessi per motivi di lavoro, con un’incidenza pari al 49,3% a fronte del 30,1% dell’anno precedente. Anche in questo caso, potrebbe aver inciso il provvedimento di regolarizzazione, così come la ripresa economica generale post pandemia.

I motivi familiari rappresentano la seconda motivazione di soggiorno in Italia (47,2%) con un’incidenza superiore di circa 5 punti percentuali rispetto a quella registrata sul complesso dei cittadini non comunitari (per i quali sono la motivazione prevalente). Nella metà dei casi i soggiornanti per motivi familiari sono minori. I titoli di soggiorno per motivi familiari sono gli unici a segnare
una flessione negativa rispetto all’anno precedente, risultando praticamente dimezzati, flessione che
riguarda anche la popolazione non comunitaria nel complesso (-17,4%).

Dalla breve analisi delle principali caratteristiche demografiche e dei titoli di soggiorno della comunità
emerge una configurazione peculiare della migrazione moldava del nostro Paese: da un lato, infatti, appare chiaro che le persone presenti abbiano maturato un buon livello di stabilizzazione, detenendo nella nettissima maggioranza dei casi permessi di soggiorno di lungo periodo; dall’altro, tale stabilità non ha sempre permesso il ricongiungimento dei nuclei familiari, esplicitando le difficoltà di realizzare tale prospettiva, nonché il mantenimento di legami stretti con il Paese di origine e con i familiari che vi sono rimasti. Non a caso, proprio a proposito dei minori moldavi, ucraini e romeni si è parlato di “orfani bianchi”.
Tale definizione riguarda le bambine e bambini rimasti nei Paesi di origine, affidati a parenti o amici, a seguito della migrazione delle madri verso il nostro Paese, dove sopperiscono alla richiesta di manodopera nell’ambito dei servizi domestici e di cura, nel tentativo di garantire migliori condizioni di vita alle proprie famiglie. Un fenomeno che produce pesanti costi – in termini psicologici e sociali – per i bambini, vista la difficoltà di superare e affrontare questa separazione, ma anche per le loro madri.

Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,

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