Ha senso per un cattolico il concetto di kharma?

Il concetto di Karma è inconciliabile con il cristianesimo in sé, perché è fondamentalmente legato alla dottrina della reincarnazione, il che è contrario alla filosofia cristiana (Ebrei 9:27).
Il kharma sarebbe una sorta di magazzino delle nostre azioni da cui dipenderà la nostra vita successiva.
Questo nega molti insegnamenti del cristianesimo:
– la liberta’ dell’uomo di redimersi e recuperare in un istante tutto il male del passato: con Dio e la Confessione si e’ uomini nuovi anche dopo 90 anni di peccato anche grave.
– la forza della grazia di Dio che cerca e ama il peccatore fino alla fine della vita
– il cercare soluzione ai mali del mondo anche in questa vita pur confidando nel Paradiso.
– la potenza della preghiera di fronte al dolore e al male

Tuttavia, ciò non vuol dire che, in qualche modo, non si possa soffrire per i peccati che commettiamo.
“Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.” (2 Cor 5,10)
Inoltre, Dio punisce (corregge) i figli che ama perché possano diventare giusti (Ebrei 12: 5-11).
1 Corinzi 3: 11-15 mostra come le nostre opere nel giorno del giudizio (le azioni) saranno valutate e la nostra anima purificata…
Noi chiamiamo questo Purgatorio, purificazione (cioè purgare).

Nel cristianesimo cattolico vi sono due effetti ai peccati:
nella vita eterna e nella vita terrena.

La concezione del karma è la convinzione che le buone cose accadono alle persone buone, le cose brutte accadono ai cattivi; in altre parole, “si raccoglie ciò che si semina.” Qualcosa di simile si puo’ ravvisare nel libro di Giobbe.
C’è un ulteriore aspetto negativo in questa concezione della vita:
col karma si tenderebbe a non fare il male pur di non averne conseguenza. Questo mette in risalto molto la paura nelle nostre azioni.
Nel cattolicesimo, siamo chiamati ad amare gratuitamente senza attendere nulla in cambio. Anzi amare ancora di piu’ il nemico, amare chi non ci ama. Non per timore o paura, ma per ringraziare e restituire l’amore infinito che abbiamo ricevuto da Gesù.

Gesù stesso ha negato l’idea del karma nella storia del cieco a cui ridiede la vista. I suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?».  E Gesù rispose “Né lui ha peccato né i suoi genitori”.

Nella concezione cattolica se viviamo una situazione di dolore o sofferenza, essa non e’  frutto del nostro peccato o di un karma negativo di una vita passata.
A volte il male e’ permesso da Dio per aiutarci a cambiare e migliorare la nostra vita.
Questo e’ un mistero per i non credenti.
Ma se Dio non esistesse non e’ responsabile Lui del male.
Se esiste, esiste anche il Paradiso e quindi anche il dolore e la morte sono niente di fronte al futuro che ci attende.
Non facciamoci rallentare dal credere al karma, crediamo piuttosto all’amore di Dio per noi, anche quando siamo peccatori o quando soffriamo. E lottiamo contro il male lasciandoci aiutare da Dio-Amore, da Gesù vero Dio e vero uomo, morto e risorto per i nostri peccati e la nostra Salvezza.
Abbiamo una vita sola. Da non sprecare.

(Paolo Botti)

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