
“Significativo simbolo del Natale di Cristo, perche’ con la sue foglie sempre verdi richiama la vita che non muore” (Benedetto XVI)
L’albero di Natale è un simbolo cristiano ampiamente riconosciuto in tutto il mondo. L’idea di utilizzare un albero come rappresentazione della rinascita della vita è un evidente simbolo cristiano, ma affonda le sue radici nell’antichità e nel periodo medievale, con qualche richiamo a usanze pagane, dalle quali tuttavia si distanzia profondamente nel significato.
Non conosciamo la data esatta o l’origine precisa della pratica tradizionale di decorare gli alberi di Natale, ma abbiamo chiare testimonianze della sua diffusione nel XVI secolo in Germania.
Esistono tuttavia usanze e racconti storicamente documentati che risalgono a molti secoli prima. Gli alberi di Natale sono infatti associati a San Bonifacio, un santo nato in Inghilterra intorno al 680, che evangelizzò i tedeschi. Si racconta che Bonifacio affrontò i pagani che si riunivano presso la “Sacra Quercia del Tuono di Geismar” per adorare il dio Thor.
Il santo giunse con i suoi discepoli nella radura dove si trovava la “Sacra Quercia” e, quando stava per svolgersi il rito del sacrificio umano, esclamò: «Questa è la vostra Quercia del Tuono, e questa è la croce di Cristo che spezzerà il martello del falso dio Thor». Prese un’ascia e iniziò ad abbattere l’albero sacro. All’improvviso soffiò un forte vento e l’albero cadde, spezzandosi in quattro. Dietro la grande quercia c’era un abete verde chiaro, e San Bonifacio disse: «Questo piccolo albero, un giovane figlio della foresta, sarà il vostro sacro albero questa notte. È il legno della pace, poiché le vostre case sono costruite di abete. È il segno di una vita senza fine, poiché le sue foglie sono sempre verdi. Osservate come punta diritto verso il cielo. Che questo sia chiamato l’albero di Cristo Bambino; riunitevi intorno ad esso, non nella selva, ma nelle vostre case; là non si compiranno riti di sangue, ma doni d’amore e riti di bontà». Bonifacio riuscì a convertire i pagani, e il capo del villaggio mise un abete nella sua casa, decorandolo con candele sui rami.
Il primo riferimento storico alla tradizione dell’albero di Natale è stato trovato dall’etnografa Ingeborg Weber-Keller nella Cronaca di Brema del 1570, dove si menziona un albero decorato con mele, frutta secca, datteri, fiori e ornamenti di carta.
Un’altra traccia storica si trova a Riga (Lettonia), nella piazza del municipio, dove una targa ricorda il “primo albero di Natale” decorato nel 1510. Anche a Tallinn (Estonia) si narra del primo albero, risalente al 1441.
L’usanza di decorare gli alberi a Natale si diffuse in Germania nel XVII secolo e, all’inizio del secolo successivo, era già una pratica comune in tutte le città della Renania. Solo nei primi decenni del XIX secolo si diffuse nei Paesi cattolici. A Vienna, l’albero di Natale fu introdotto ufficialmente nel 1816 per ordine della principessa Henrietta von Nassau-Weilburg, mentre in Francia fu introdotto dalla duchessa d’Orléans nel 1840. Oggi la tradizione dell’albero di Natale è universalmente accettata nel mondo cattolico. Papa Giovanni Paolo II la consolidò durante il suo pontificato, collocando un grande albero di Natale accanto al presepe in Piazza San Pietro.
L’albero di Natale, oggi, è usato ovunque, spesso senza conoscerne il valore e la bellezza spirituale.
È l’albero di Cristo Bambino, sempre verde, pieno di speranza e di fiducia nella vita, un albero che accoglie i doni del Natale. Tra tanti doni, il più importante è che non siamo più soli. Dio, l’Emmanuele, viene ad abitare in mezzo a noi. Nulla ci può spaventare. Dio è con noi.
Buon Natale.
Paolo Botti
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